E POI COSA FAI?E POI COSA FAI? Radio VersionINEDITOMUSICARUBRICHE

PIPPO PELO: vero paladino dell’unico network nazionale, che trasmette dal sud.

 

 

 

 


Da Napoletano, quando penso alla radio che mi ha fatto innamorare di questo mezzo, penso a Radio Kiss Kiss, l’emittente della mia città, quella che ha forgiato la mia convinzione di fare questo lavoro. Quando invece penso ad uno speaker sempre allegro con un programma capace di farti sorridere sin dalle prime sillabe, non posso che dire, “facciamo candy candy dal vivo” con Pippo Pelo: vero paladino dell’unico network nazionale, che trasmette dal sud.

Pippo Pelo, tanto per usare un paragone calcistico, è un po’ Francesco Totti per la Roma: uno che ha giurato amore alla sua regione, in barba ai cosiddetti e apparenti poteri forti delle Radio del Nord.
Ha preferito la sua terra, la sua Kiss Kiss, la sua gente, pur non rinunciando alla ribalta nazionale, anche se qualcosa, da quest’intervista sembrerebbe essergli mancato, ovvero il Festival di Sanremo…
A Pippo Pelo va la mia ammirazione e la mia stima, perché un professionista dev’essere prima di tutto un uomo di sani valori.


Sembra tu stia vivendo una seconda giovinezza grazie anche alla Tv nazionale, dopo le vesti di attore negli anni passati con Salemme, Siani, Beppe Fiorello & co. Come stai vivendo questo momento?

Sicuramente sono in un bel momento, ma – in realtà – credo di essere in quello in cui sto raccogliendo un po’ i frutti di quel che semino alla radio ogni mattina. Ho avuto la fortuna di indovinare alcuni programmi radiofonici e tanti personaggi radiofonici che sono nati attraverso quello che facevo io al mattino su Radio KissKiss. Quindi, forse vengo premiato per quello che accade anche alla radio. Per quanto riguarda la tv, il cinema, sono sempre state esperienze molto belle… forse in televisione mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di più, ma credo non sia un mio problema, credo che la tv abbia perso un’occasione, ho la presunzione di pensarlo.

 

Sei una vera istituzione della Radio, ma hai scelto di giurare fedeltà a Kiss Kiss, nonostante le mille proposte che ti saranno arrivate. Perché?

Intanto, grazie per l’Istituzione. E’ un complimento che mi riempie di gioia perché per me la radio è tutto, la radio è la mia vita… è tutto ciò che ho seminato ed anche raccolto, per fortuna. Detto questo, sono rimasto a KissKiss sempre fedele perché è un po’ sono diventato “io Radio KissKiss e KissKiss me”, un connubio molto forte. Poi, io amo il Sud, amo vivere a Salerno, la mia città, e KissKiss è l’unica Radio nazionale che trasmette dal sud e che quindi mi ha permesso di continuare a vivere la mia vita, i miei affetti e le mie amicizie senza dovermi spostare per forza al Nord, pur potendo arrivare a tutta l’Italia. Oggi sono molto felice delle mie scelte, di quello che ho fatto, credo di essere stato anche premiato per questo, per cui un grazie eterno alla mia radio, a Radio KissKiss ed al mio editore Lucia Niespolo.

 

La Radio negli ultimi 30 anni è migliorata o peggiorata?

La Radio è migliorata tantissimo negli ultimi trent’anni, soprattutto negli ultimi dieci, da quando internet l’ha invasa. Internet poteva essere un pericolo, poteva togliere ascolti e le piattaforme digitali potevano diventare un’alternativa molto forte, per fortuna questo non è accaduto, è accaduto invece che internet ed i social hanno aiutato la radio ad avere anche un contatto più diretto con gli ascoltatori. La radio è un mezzo caldo dove tutti dicono tutto e subito quello che pensano, e tu che sei nella radio Fabio, sai quello che la gente vuole per cui cerchi di dare il meglio quando sei in contatto costante con gli ascoltatori e con le loro esigenze che vanno dalla musica al parlato. W la radio moderna, ma W anche la radio antica col suo fascino, dove il deejay aveva ancora quel mistero e dove prima che la gente potesse scoprire che faccia ognuno di noi avesse doveva aspettare un articolo sul giornale, altrimenti nessuno poteva sapere dietro quella voce chi si nascondeva ed era una cosa che aveva un fascino molto forte. Sono stati momenti diversi, ma credo che la radio di oggi sia decisamente più viva ed interattiva.

 

Ci sono persone con cui hai diviso programma e microfono che proprio non sopportavi?

Ma no! Intanto, ho la fortuna di condividere il programma con persone che mediamente mi scelgo io da quasi sempre, Radio KissKiss mi ha dato la possibilità di scegliere con chi collaborare per cui raramente può essere capitato di aver scelto un redattore sbagliato, dopodiché le cose le risolvi con un “grazie, arrivederci.”. Sì, ci sono degli screzi, ricordo con Sergio Friscia con il quale c’è una grandissima amicizia tuttora – attualmente lui è in onda su un’altra emittente italiana – ogni tanto litigavamo, stavamo per giorni senza parlarci, andavamo in onda e sembravamo i più grandi amici, ma fuori lo studio non si parlava per divergenze di idee sulle cose da fare. E’ successo anche con Gigi e Ross tante volte, con Virginia Raffaele, con Francesca Milani, con Danilo De Santis, i Ditelo Voi, Antonio e Michele, Rosalia Porcaro… tutti grandissimi artisti con i quali ho condiviso lo studio, le idee radiofoniche; accadeva ci fossero divergenze, ma fondamentalmente voglio molto bene a tutti quelli con i quali ho condiviso quello studio. In questo momento con Adriana, con la quale conduco il Pippo Pelo Show, c’è una grandissima sintonia, siamo prima di tutto grandi amici ed è fondamentale, altrimenti si farebbe molta fatica ad andare in onda.

Domani ti propongono di diventare Station Manager di una radio regionale. L’idea ti stuzzicherebbe o tutta la vita meglio dietro ad un microfono e basta?

No, in passato è capitato anche che Radio KissKiss mi proponesse la direzione artistica, ma io non ho mai voluto… magari ne avrei anche le doti, ma non mi piace avere un ruolo di comando. Se i risultati sono buoni andiamo avanti, altrimenti arrivederci”, allora forse potrei accertare, ma mediamente nelle radio non funziona così, perché i direttori non possono decidere tutto, c’è sempre l’editore alle spalle che prende le decisioni importanti per cui preferisco continuare a fare quello che faccio, stare dietro al microfono e a divertirmi quotidianamente.

 

Oggi la musica è tornata in Tv, ma per anni sembra non avere funzionato. Come mai?

La musica è tornata in tv, Maria De Filippi ha un grandissimo potere e col suo entourage riesce a proporci una serie di cose importanti, del resto credo che tutta la musica che si vede in tv negli ultimi tempi parta da lì. Se vedi il concerto di Elisa in tv, finisci col vedere tutto l’entourage di Maria De Filippi. Quella forza lì, De Filippi e Carlo Conti – in questo momento, i deus di tutto quello che accade per quanto riguarda lo spettacolo italiano – credo che loro abbiano lavorato fortemente per riportare la musica in televisione. Ce l’hanno fatta, a mio parere, in parte, non definitivamente. Se poi la musica adesso faccia ascolti in tv o meno non lo so, alla radio funziona sempre e viva Dio! Anzi, la radio è soprattutto musica.

 

Quanti speaker nazionali dovrebbero lasciare il posto, perché a tuo parere incapaci?

Intanto c’è penuria di ragazzi che si approcciano alla radio perché ai miei tempi c’erano le radio locali e davano una possibilità, adesso esistono le web radio universitarie, è diverso. Devi essere uno che va all’Università. In giro non è che ci siano tanti nostri colleghi laureati, caro Fabio. Quindi, immagino che tutti quelli che oggi siano dei grandi deejay italiani, se non ci fossero state le radio private a suo tempo, ma soltanto le radio universitarie, oggi non farebbero questo lavoro. Si fa fatica a trovare dei giovani bravi, dei nuovi talenti alla radio, li devi cercare tra il nulla perché le uniche radio che forniscono un po’ di materiale – appunto – sono quelle universitarie. Io sono per i nuovi talenti, li cerco sempre e quando li trovo, cerco di dargli una mano. Per quanto riguarda quelli che ci sono, ci sono tanti che non mi piacciono, non amo quelli di voce, non amo quelli che fanno la radio perché pensano di avere una bella voce. A me piacciono le anime delle persone, per cui se hanno una bell’anima della voce non mi frega niente. Mi piace sentire la loro anima alla radio. E quando vai sull’anima devi trovare anche l’empatia con chi ti trasmette e deve trasmetterti qualcosa. Provo ad ascoltare la radio e a capire se quella persona che parla può diventare un mio amico o una mia amica, se accade questo me l’ascolto volentieri, altrimenti non mi piace. Fai un po’ tu, ce ne sono tanti dell’uno e dell’altro genere.

 

Pochi sanno che in realtà ti chiami Cesare Falcone. Ci sai dire perché anni fa andava di moda cambiare nome e cognome?

Ho la fortuna di avere tanti estimatori del mio nome. Per esempio, Claudio Baglioni mi ha sempre detto “perché da Cesare Falcone a Pippo Pelo, Cesare Falcone è un nome bellissimo”, ma Pippo Pelo è nato per gioco. Alla radio pensarono di fare un programma che si chiamasse “Il Pelo Nell’Uovo”e di dare questo nome al primo che avesse condotto questo programma, ci son capitato io e mi sono ritrovato Pippo Pelo. Sono felice di avere questo nome perché è facile, è un nome che entra, diverte, funziona sempre ed è un nome riconoscibilissimo e quindi mi ha aiutato molto. Credo che tutt’oggi si tenda a cambiare i nomi, sono cambiate un po’ le cose, si accorciano i nomi, dialetti del nord hanno influenzato un po’, immagino un Andrea che si chiami “Andre” alla radio o un “Frà” che sia un Francesco, si cerca meno il nome d’arte, di fantasia, si lavora sui propri nomi storpiandoli un po’, ma funziona sempre.

 

Sarebbe possibile rifare oggi (e come verrebbe) un programma come “Facciamo Candy Candy”?

Me lo hanno chiesto, me l’ha chiesto il mio editore nemmeno tanto tempo fa di fare almeno uno special. Sono un po’ restio perché “Facciamo Candy Candy” giocava col sesso, ma lo faceva in modo velato, divertente, gli ascoltatori dicevano delle cose che coprivamo con applausi, fischi, effetti speciali, funzionava tantissimo per questo perché il sesso non era così sdoganato. Oggi alla radio, anche a KissKiss esiste un programma della sera dove si parla di sesso regolarmente, normalmente si usano le parole con una facilità allucinante grazie ad internet che ormai ha sdoganato tante cose ed è inimmaginabile, non avrebbe senso fare Facciamo Candy Candy alla radio, a mio parere. Lo lasciamo così, nei ricordi meravigliosi, nei must della radio italiana e questo mi fa molto piacere, siamo finiti anche sulla Garzantina che si studia all’Università e quindi è giusto che resti lì dov’è.

 

Ultima domanda: quando alle tue prime armi dicevi di lavorare in radio e la gente ti rispondeva, “ok, e poi cosa fai?“, tu cosa pensavi?

Questa è una cosa che mi fa molto ridere, mi capitava all’inizio e mi è capitato fino a qualche tempo fa. Pensa a quante persone al sud Italia fanno di professione il conduttore radiofonico, quelli che lavorano nella mia radio ed in qualche altra radio che può fare in modo che questo si ritenga un vero e proprio lavoro perché altrimenti è difficile. Io ho avuto la fortuna di guadagnare benino subito, dall’inizio. Qualche volta ho usato anche spavaldamente il mio stipendio nei confronti delle persone che mi facevano questa domanda e non solo io, anche la mia famiglia. A chi a mia madre o ai miei fratelli chiedevano “ma un lavoro più serio non lo trova?” loro dicevano, “guarda che guadagna molto bene, tanto”, e le persone restavano sempre un po’ sconvolte. Un aneddoto carino su questa storia è che una volta ho trovato in ascensore, alle sei del mattino, il mio vicino di casa che aveva un negozio di frutta e verdura e mi disse “ma un posticino a Salerno non riesci a trovarlo, eh?” Perché andavo a Napoli tutte le mattine per cui l’idea che facessi tutto quel viaggio gli dispiaceva e mi propose di trovare un posticino tipo alle poste, più vicino casa. Questa è la mentalità che mediamente c’era e che in alcuni casi ancora c’è.

 

Fammi uno sfogo di quelli che ti sei sempre tenuto dentro…

Beh, lo sfogo te lo faccio. Dopo trent’anni, mi rendo conto che al di là della mia gioia nell’aver scelto di rimanere a Napoli e di lavorare in una radio di Napoli, Radio KissKiss che irradia in tutta Italia, lo sfogo riguarda il fatto che un grande deejay di una grande radio del sud purtroppo, in questo paese, non è equiparato ad un grande deejay di una grande radio del Nord – a mio parere – e su questo ritorno alla televisione perché credo che, se i risultati che ho avuto a Napoli e nella mia radio, li avessi avuti a Milano ed in una radio di Milano, forse oggi sarei a condurre il festival di Sanremo. Purtroppo l’Italia è un Paese ancora provinciale da questo punto di vista, spero che tra 20, 30 anni se uno è bravo – che sia a Napoli o che sia a Milano – venga preso in considerazione allo stesso modo.

 

Fabio De Vivo

Nato a Napoli il 22 maggio 1982. Dj, speaker radiofonico, conduttore televisivo, autore, web content writer ora anche nella famiglia di M SOCIAL MAGAZINE con la rubrica “E POI COSA FAI?”