Cagliari – Villasimius in bicicletta andata e ritorno
Non c’è risorsa meno rinnovabile del tempo.
E per pedalare sulla incantevole Strada Provinciale 17 che collega Quartu Sant’Elena e Villasimius con partenza da Milano, non occorrono che dodici ore.
Decollando da Bergamo col primo volo si arriva a Cagliari alle dieci del mattino.
La prima cosa che mi colpisce della Sardegna, ancora prima di atterrare, è che in dicembre l’isola è tutta ancora verde. Bergamo, bigia e gelida nelle luminarie natalizie. Cagliari, diciassette gradi e cielo blu.
In venti minuti di taxi raggiungo Quartu Sant’Elena, dove ha sede Sardinia Cycling, un ottimo tour operator a pedali per l’Isola.
Noleggio una bici da corsa e parto, diretto in Costa Rei.
Nel frattempo i gradi diventano venti, è il dodici di dicembre e la strada che costeggia il mare è un serpente infinito di curve a strapiombo sul mare. Qui l’inverno non è ancora arrivato, forse non arriverà mai.
Mentre ansimo lento fra la spiaggia del Poetto e Foxi (che in sardo si legge fogsi, come fuji) noto lungo la strada un uomo che con un bastone alla cui estremità è appeso una specie di cono in alluminio coglie i fichi d’india che sono rossi come piccoli semafori appesi nelle pale verdi, carnose e spinose.
Si sale, si scende e si sale, poi si scende e si risale. Il mio Garmin passa da un’altitudine surreale di meno tre metri sul livello del mare a una reale di centoventisette.
Lo sciabordio delle onde che si frangono lungo gli scogli sotto di me è presenza costante. Scelgo di non ascoltare musica, cosa che di solito faccio mentre pedalo, per sentire questo suono che è una melodia dolcissima.
E i profumi della macchia mediterranea, del mirto e dell’agave, mi fanno dimenticare la fatica. Incrocio forse una dozzina di macchine in tutto il tragitto.
Questa strada benedetta l’ho percorsa in automobile e in motocicletta molte volte, ma in bici è la prima. Mi stupisce, come sempre, che non avessi mai veramente valutato le pendenze.
Sento il cuore battere con vigore, sento l’energia fluire verso i pedali, sento il benessere invadermi, e persuadermi che qui il tempo scorre più adagio che a Milano.
Dopo due ore arrivo a Villasimius, la meta che m’ero prefissato di raggiungere, quaranta km da Quartu.
Riconosco il viale principale che dal centro storico porta verso il mare. Procedo a zig zag lungo il corso deserto in cerca di un posto dove pranzare.
Mi fermo alla Lanterna dove un cameriere dall’aria gentile mi porta un crostino e mi da dell’erore per aver pedalato in pieno inverno.
Inverno? Davvero è inverno qui?
Mangio da solo, nel locale non c’è nessuno al di fuori di me, lo spaghetto vongole e bottarga è squisito. Pago (poco) e riparto.
Fra tre ore ho il volo del rientro, quindi un’unica missione, anzi due. Pedalare con impegno verso Cagliari, e decidere quando tornare.
Riparto per Milano con l’ultimo volto della sera e un pensiero nella testa: La Sardegna è una giovane promessa in giugno, una campionessa di bellezza in agosto e una signora matura in dicembre.
A voi la scelta su quando volerla frequentare.
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