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Cos’è la Cattiveria? Quando la proviamo?

La mente si abitua a qualunque cosa.La ripeti zione di un movimento ci permette di acquisire sicurezza nell’agire.
La prima volta che vai in bicicletta, il problema è trovare l’equilibrio e riuscire a coordinare gambe braccia e testa alta.

Una volta che si parte, è difficile fermarsi. La cosa bella è che questa abilità una volta appresa non si dimentica più.

Da bambini si sperimentano tutti i sentimenti, che si originano dalle nostre emozioni, e che servono a operare in età adulta le nostre scelte. Quando si riceve un pizzicotto, la prima cosa che si prova è il desiderio di restituirlo, così da misurare se il dolore dell’altro è lo stesso che proviamo noi.

La cattiveria è un atteggiamento che tende a sottomettere, spesso rivolta all’idea, che ci facciamo di chi pensiamo di avere di fronte e non a chi sia realmente davanti a noi.

Il problema è che se si risponde alla cattiveria con lo stesso sentimento, si rischia di alimentare un atteggiamento distruttivo e poco utile all’umanità.

Ho detto che riusciamo ad abituarci a tutto, perché la mente tende a ripetere. Dopo una settimana che si ripete la stessa azione, questa può diventare quasi automatica.

Anche il dolore può diventare parte di noi, così da non distinguere quale parte ci procura dolore o addirittura se siamo noi a crearlo. Ci si ritrova nel sentimento del dolore e non si riesce più a fare distinzione tra causa ed effetto.

Quando si entra nella conoscenza delle cose, facendo sì che diventino la nostra normalità, diventa difficile distinguere anche il bene dal male.

Oggi si parla tanto di violenza e spesso, nonostante l’istinto ci faccia criticare e rifiutare il dolore, siamo i primi a renderla normalità.

La cosa preoccupante è che ci stiamo difendendo da tutto e da tutti.

Nel mio passato, ho conosciuto la cattiveria e di conseguenza il dolore. Sono riuscito a perdonare e a comprendere le ragioni di tanta crudeltà gratuita.

Sono arrivato a pensare di meritare tutto questo, sino a quando ho capito che non dipendeva da me, ma semplicemente da quello che permettevo agli altri.

Oggigiorno riflettendo su tutto quello che leggiamo e vediamo accadere, ci rendiamo conto che esiste e che sta crescendo la voglia di colpire il prossimo senza pensare al dolore e al danno che si può procurare.

Quando sono alla guida dell’auto, o mi trovo davanti a una persona ottusa o maleducata, non nascondo che mi piacerebbe colpirla e con cattiveria. La rabbia sale e la mente fa fatica a ricordare che solo l’amore è un antidoto contro il pregiudizio, perché con il senno di poi riconosco che spesso si diventa ottusi per paura, aggressivi per stress e maleducati solo per ignoranza. Siamo umani e tutto è dentro di noi, ma se da bambini potevamo avere una attenuante, da adulti resta nostra la responsabilità di scegliere se essere buoni o cattivi.

Consiglio

Questo è quello che dico a me stesso ogni volta che leggo cattiveria negli occhi o nei gesti di uno sconosciuto: “Mi spiace per te, perché potresti provare amore verso di me, come io provo verso i miei simili”. Anche quando pensiamo di avere ragione, proviamo a sostituire la parola devo con voglio e aggiungiamo amare come verbo.

Solo l’amore è un sentimento dinamico, la cattiveria rimane un’emozione statica e non ci permette di migliorare.

Diamo l’opportunità a tutti di poter migliorare, solo così potremo elevare noi stessi.


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2 pensieri riguardo “Cos’è la Cattiveria? Quando la proviamo?

  • Hai ragione ho letto molto attentamente ma rimane il fatto che di fronte ad una cattiveria spesso gratuita è molto difficile stare fermi e non dire nulla ……il consiglio che dai cercherò in tutti i modi di seguirlo magari può diventare anche questa un’abitudine….GRAZIE

  • Bravo massimo, non è facile ma dobbiamo provare a farlo. L’amore compie miracoli, chissà….

I commenti sono chiusi.