IL RICERCATORE DI EMOZIONIRUBRICHE

La moda ci impone muso duro, tatuaggi e pochi sorrisi: ritroviamo la gaiezza

Il corpo ha il suo peso. C’è chi lotta per perderlo e chi vorrebbe prenderne.

La mente è in grado di essere più leggera rispetto al corpo, ma non sempre si presenta spensierata.

Una delle gioie della vita è la possibilità di essere felici.

Siamo capaci di colorare il mondo con le sfumature dell’amore. Siamo anche in grado di creare il buon umore.

A prescindere da quello che pensiamo di essere, esiste un percepito che ci rende migliori o peggiori agli occhi degli altri. Dipende da noi quanto peso vogliamo dare a questo fatto.

C’è un vocabolo che descrive il sentimento di leggerezza in tutto il suo splendore.

Gaio.

Un termine che non tutti apprezzano e che ormai si tende ad associare a una diversità sessuale, fonte di diatribe sociali e battaglie per discriminare o confermare il suo valore.

Essere gaio significa festevole, lieto e spensierato.

Un termine che ha avuto un’evoluzione nella sua storia, da essere sinonimo di buon compagno a etichetta di diverso e quindi punibile per quello che rappresenta.

Siamo diventati tremendi.

Siamo riusciti a vergognarci di essere gai.

Ormai la moda ti impone muso duro, tanti tatuaggi e pochi sorrisi.

Se per strada sorridi a uno sconosciuto, sei preso per matto o alla peggio prendi pure delle botte.

L’allegria, non è più una libertà, è diventata un diritto per pochi.

Siamo abituati a riconoscere nel diverso qualcosa che ci fa paura.

Siamo riusciti a trasformare il bello di essere gaio, tanto da farci vergognare di riconoscerlo come valore positivo arrivando a mentire a noi stessi.

Ci accontentiamo di vivere nascosti piuttosto che spiegare agli altri come essere felici.

Perché essere gaio non è una questione sessuale, è un modo di vivere la propria libertà.

Oggi essere gaio è come essere gay, uno stato d’animo che meglio nascondere per evitare problemi.

Meglio lamentarsi come tutti. Rischioso dichiarare di saper vivere con leggerezza.

Ci siamo ridotti a essere tutti tristi, così siamo tutti più tranquilli.

Tutte le lotte, le battaglie fatte, rischiano di diventare leggi che tutelano i pochi, ma soffocano i molti.

Come in tutte le cose, il mondo sta riflettendo un malessere generale.

Tutti preoccupati di far funzionare il meccanismo, che stiamo perdendo gli ingredienti dell’ingranaggio.

Oggi che possiamo essere gay abbiamo smesso di essere gai.

Consiglio

Al di là di essere o non essere la cosa che auguro a tutti è di poter sentire tutte le nostre parti e non rinnegare nulla di noi.

Riuscire in ogni momento della vita ad essere capaci di provare emozioni positive, anche se la società ci vuole tristi e nemici, non fermiamoci e andiamo verso la felicità, sorridiamo e stringiamoci in un abbraccio.


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