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Roberta Bonanno con “Io e Bonnie”: “è una seconda vita” | L’intervista

Roberta Bonanno si fa conoscere al grande pubblico nel 2007 nel talent Amici, in cui arrivò seconda, e da lì inizia la sua carriera ufficiale nel mondo della musica.
Tra soddisfazioni, cadute e incertezze, Roberta decide di rinascere con il suo nuovo lavoro “Io e Bonnie”, uscito il 7 Giugno scorso dopo otto anni di attesa per i suoi fan e anticipato dai singoli “Ad un passo (baciami)“, “Ridere di me” e “Le cose più belle“.

Dopo otto anni dall’ultimo album è arrivato “Io e Bonnie”. Un ritorno, una continuazione o un nuovo inizio?

Io la considero una rinascita, nel senso che arriva dopo un lungo periodo e nei lunghi periodi ci sono tanti cambiamenti. Io mi sento rinata dal punto di vista artistico e personale. È una seconda vita.

Immagino che tu e Bonnie siate due facce della stessa medaglia, con caratteristiche diverse ma nello stesso corpo…

Esattamente. Il mio penultimo lavoro “Roberta Bonanno” era il mio ritorno, questo invece è una mia presa di coscienza. Mi sono scoperta complice di me stessa, e ho trovato miei lati che un po’ cozzano l’uno con l’altro. Però io sono esattamente entrambe le cose. Sono la me più stretta, tra virgolette, e sono la Bonnie che si lascia andare, si prende in giro, si coccola. Quella parte che avevo perso e che ho ritrovato negli ultimi anni.

Ci sono canzoni che parlano di te e altre della tua parte  “Bonnie”, o coesistono anche nelle canzoni?

Il punto è che la mia “io” è quella che comunque ho dovuto affrontare da sempre e sarà così per sempre perché fa parte di noi. Quindi c’è lei ma c’è anche la Bonnie, che cambia il modo di affrontare le difficoltà, ed è quello che viene fuori nei testi.

Torniamo indietro. Siamo nel periodo “Amici” e post “Amici” con il primo tuffo nella discografia. C’è qualcosa che, con l’età e le consapevolezze di ora, faresti o vivresti in modo diverso?

Assolutamente sì. Non sarei meno istintiva, perché quello lo sarò sempre, però magari sarei un po’ più ponderata, un po’ più attenta e misurata, cosa che in passato non sono stata. Io mi sono persa la spensieratezza dei miei ventidue anni, proprio nell’atteggiamento nei confronti della vita, cosa che sto riscoprendo adesso. Sto vivendo una giovinezza a trentatré anni e quindi forse sarei meno esigente con me stessa e anche nei confronti degli altri. Ho avuto troppe aspettative e questo mi ha portato a cadere. Forse sarei più morbida, nonostante queste cadute mi abbiano forgiato.

In questi ultimi otto anni cosa è successo?

In questi ultimi otto anni ho dovuto affrontare un po’ i mostri della vita perché ci sono, non c’è niente da fare. Il cambiamento, una crescita non comune alla crescita degli altri, cambio di etichetta, ricostruirsi un proprio team, gestire una vita privata facendo un mestiere e una vita particolari… tutto quanto intorno a te va in una direzione che sembra andare in una direzione giusta, ma per me in passato è stato tutto completamente diverso. Poi per una donna c’è anche il momento dell’accettazione. Ho dovuto fare molti conti con me stessa e accettare la mia strada e il mio cammino che, se vissuto con serenità, mi porterà ad avere tutto quello che ancora non ho, spero.

Nel brano “L’uomo che non c’è” canti: “Non starò con te perché non sto bene insieme a me, ma perché tu mi darai il senso che non trovo mai”. Una frase significativa che ogni persona dovrebbe pensare per sé.
Posso chiederti se stai bene insieme a te stessa?

Adesso sì. Per molti anni l’ho subita molto questa cosa. L’ho vissuta come una sconfitta, una mancanza. Ora ho una consapevolezza diversa, il tempo mi ha fatto capire che quello che potrebbe sembrare giusto non sempre lo è.
Questa canzone mi è stata cucita addosso dopo una bella chiacchierata con l’autore.

Una domanda doverosa essendo in un periodo musicale particolare: hai sentito la pressione di dover essere al passo con questo ritorno o hai tirato dritto per la tua strada?

Ti dico la verità: no. Ho fatto tutto senza pressione. Questo album, a differenza degli altri, prima perché c’era l’onda de talent e poi perché c’era il ritorno e quindi la riconferma, questo album l’ho visto come un regalo per me e per i miei fan, indipendentemente dalla meta che si potrà raggiungere. Sono orgogliosa di questo anche se dovesse vendere tre copie.

E questo dovrebbe essere in fondo il senso di fare musica…

Dovrebbe essere il senso di fare musica, sì. Un esempio è il pezzo “Controtendenza”. Musicalmente orecchiabile, ma poi il testo va per un’altra direzione.
Certo, più risultati ho e più son contenta, però non è la discriminante.

Bisogna anche essere fortunati e lavorare con persone di un certo tipo…

Assolutamente, e su questo sono molto fortunata.

Del tuo ingresso ad Amici ricordo benissimo un tuo sogno, che credo fosse e sia il sogno di troppa gente e vorrei sapere com’è andata a finire. Poi l’hai sposato Brad Pitt?

Purtroppo non ancora. Ho dovuto aspettare un divorzio e intanto ho incontrato per strada dei sostituti niente male!
La speranza però è l’ultima a morire!


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Ambra De Sanctis

Da piccola fingevo di saper scrivere e improvvisavo geroglifici sul foglio perché ho sempre sognato e sogno ancora di fare la scrittrice. Nel frattempo ho scritto un libro, lavoro come freelancer e ho una passione irrefrenabile per la musica, i telefilm, la tv, tutto ciò che è trash e tutto ciò che è cultura. Mi disturbano i disinformati saccenti.