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“Tre giorni d’inverno” di Serena Vis: una storia d’amore che, voluta dal destino, si ciba d’inverno

Giulia è una scrittrice affermata. Il suo “Tre giorni d’inverno”, romanzo d’amore dal finale un po’ triste, è diventato un bestseller. Apprezzato dal pubblico, ha scalato le classifiche offrendole una discreta soddisfazione. Le ha dato, altresì, il modo di vivere di scrittura, di creazione, di fantasia. Appena uscita da una relazione fredda e ormai marcia, la bella Giulia – chiusa in una bolla di insicurezza e di infelicità – si è trasferita in una grande casa Liberty sita in un piccolo paesino; una vita ben diversa da quella in città cui è tanto abituata. Sopravvive senza amore, cercando si trovare l’ispirazione per un nuovo romanzo ma non riuscendo a imprimere su carta la sua immaginazione. È come bloccata, ferma, cristallizzata in una situazione che non comprende, che non accetta. Si trova bene, è vero, ma manca qualcosa. Qualcosa che la infiammi, che la accenda, che la stimoli.

Christian è un musicista di una famosa band nazionale. Ormai più che quarantenne, ha trascorso gli ultimi due decenni a costruire un’immagine di sé non conforme alla realtà. Ha una grande paura, all’interno del suo cuore, ma non riesce a dirlo. Sua moglie è ormai un’estranea… sulla sorte della coppia, grava un peso impossibile da sollevare, un macigno che non si può allontanare. Un male che non è possibile esorcizzare li sta mangiando vivi, sta distruggendo tutto. Il pensiero, poi, che la tanto amata – perlomeno in passato – Lucrezia divida il letto con il suo migliore amico, lo finisce, risucchia tutte le sue energie e la sua pazienza. È proprio per questo che un giorno, un giorno d’inverno, va via. Parte con l’auto e, senza una meta, tenta di trovare così un equilibrio. La sua tristezza, quella stessa che non gli permette di respirare e di sentirsi felice, lo guida, lo sprona, muove i suoi piedi sui pedali.

Il destino lo porta sino al paesino di Giulia. Un guasto alla macchina e un bizzarro incidente di percorso fanno la magia.

È questo l’inizio di tutto. Giulia, finita davanti a lui per puro caso, non crede ai suoi occhi: lei lo conosce, quel misterioso forestiero bloccato nel bosco. Lei lo conosce perché l’ha amato, a modo suo, come cantante. Lei lo conosce perché ha ascoltato mille e più volte le sue canzoni. Lei lo conosce e ora lui ha bisogno di lei.

In un secondo, prende una decisione. È venerdì, si ripete nella testa Giulia, non si può fare molto per l’auto di Christian. La sua casa è abbastanza grande. Lo ospiterà, è deciso. Non si chiede se sia pericoloso, d’altronde quell’uomo così bello e con qualche capello bianco non è un estraneo. È stato il sogno dei suoi sedici anni. Lui, al contempo, viene ammaliato da quella donna così bella ma profondamente triste.

Con un bacio e un milione di confidenze raccontate in una stanza che odora di libri e di magia, iniziano tre giorni che sono destinati a cambiare i due protagonisti. Tre giorni d’inverno, per l’appunto. Ma basterà una manciata di ore a fare il miracolo? A sanare il cuore di Christian e a scaldare quello di Giulia?

“Non era mai stata con un uomo impegnato, non avevo mai tradito; lei era il genere di persona che si preoccupava di fare sempre la cosa giusta, di non ferire gli altri e quindi, ancora una volta, meglio che le cose si fossero interrotte. Ne avrebbe conservato un bel ricordo e nessun senso di colpa. Un piacevolissimo ricordo: era stata davvero una bella serata. Strana ma bella.”

Si vogliono, si desiderano. Si baciano e si toccano e in quel tocco c’è tutto quello di cui entrambi hanno bisogno. C’è calore, vero, ma c’è anche bellezza – pura e limpida –. C’è tenerezza ma c’è anche voglia. Bisogno. Desiderio. Nelle mani che cercano posti proibiti. Negli sguardi che vanno più in fondo, fino a dentro il cervello. Nei sospiri – quelli che pregano e che si liberano – e nell’intreccio di piedi. Ma cosa significa?, si domandano i due. Cosa lascerà in dono quella bella esperienza?

“Quello che accade a Las Vegas, rimane a Las Vegas, come dicono gli americani! Lo avrebbe vissuto come un sogno, una fantasticheria senza entrare nella vita reale, né nella sua né in quella di Chris. Ma soprattutto, non sarebbe stata una minaccia per il suo matrimonio, o un intralcio alla sua carriera perché nel momento stesso in cui lui sarebbe ripartito, lei non avrebbe mosso un passo. Non lo avrebbe cercato, non lo avrebbe rivisto se non da lontano, a un concerto. E non lo avrebbe detto a nessuno.”

L’amore, però, si mostra come libertà e come estrema, totale, dolcissima necessità. Loro devono amarsi, lo dice il sole e la luna, la terra e il mare.

Giulia è un riparo, per Christian, è un porto sicuro dove attraccare per non soccombere alla tristezza. Christian, per Giulia, è un fuoco, un fuoco che scongela, che scalda, che accende.

“Ecco perché adesso era rapito dalla pelle bianca di Giulia, incorniciata nel legno scuro della porta, con i capelli biondi che si attorcigliavano come nastri sulle spalle, le pupille dilatate e scure come un tunnel in cui avrebbe potuto perdersi, e di ci sarebbe stato profondamente grato. Eccola qui, la meraviglia. Eccolo, lo stupore […] L’attrazione come un pugno nello stomaco. La sensazione di essere in cima al mondo, senza un motivo. Giulia aveva il potere di allontanare il dolore, allontanare l’oscurità.”

Non possono pensare al dopo. Al distacco. Alla perdita. Alla fine dei tre giorni di neve e di carezze, al ritorno alla normalità – una normalità che non li rende felici, appagati.

 “Si sarebbe chiuso in quel loro paradiso privato. Avrebbe imparato a conoscerla. Quali erano i suoi film preferiti, i suoi libri preferiti, e cosa le piaceva mangiare davanti alla tv. Avrebbe scoperto se le piaceva la doccia fredda o calda e se preferiva il cornetto vuoto o pieno. Intuiva pieno, golosa come era… Tutte le dettagliate, eppure insignificanti, minuzie della quotidianità.”

Una storia d’amore incantata, che trova luce nella neve – e quale posto è migliore della candida neve per innamorarsi? –. Una storia d’amore tra due persone che hanno estremo bisogno di essere salvate. Una storia d’amore così pregna di normalità e di stranezza allo stesso tempo da calmare la nostra fame di romanticismo in pieno. E l’autrice ci sazia. Ci coccola. Ci dona, centellinandola frase dopo frase, la bellezza di un amore. Fuori dal tempo. Fuori dallo spazio.

 “Fu in quel momento, in quel momento preciso, che Giulia capì di essersi innamorata di lui. Le parole ti amo le affiorarono spontanee alle labbra, le sentì premere con forza per uscire, desiderose di conquistarsi il loro posto nel mondo.”


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Federica Cabras

Ventiseienne, grande sognatrice. Legge per 12 ore al giorno e scrive per le restanti 12. Appassionata di cani, di crimine, di arte e di libri. Dipendente dalle paste alla crema. Professione, giornalista.