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“Te lo dico pianissimo”: l’amore è amore e trascende dal genere. Dal 13 settembre al cinema

Cosa succede se muore la madre dei tuoi figli?

Cosa succede se muore dopo quindici anni dalla separazione?

E cosa succede se in questo tempo, nel frattempo, ti scopri innamorato di un altro uomo?

Te lo dico? Si, ma pianissimo.

Te lo dico pianissimo è un film delicato, dove le emozioni non sono ostentate ma appena suggerite.
Stefano Chiodaroli, Lucia Vasini, Pietro Pignatelli

Gli ingredienti ci sono tutti. C’è il tema dell’omosessualità, trattato con grande delicatezza, ci sono le ansie giovanili dei figli di Cicci (Stefano Chiodaroli), c’è la tensione emotiva dell’ecquivoco, messo in scena magistralmente da Nicolas (Pietro Pignatelli), c’è l’atteggiamento surreale dei parenti, reso alla perfezione da Giuditta (Lucia Vasini), la sorella di Cicci.

La scelta registica è stata quella di non andare ad indagare troppo all’interno della coppia Cicci e Nicolas, perché l’idea è quella di rivolgersi a tutte le famiglie -spiega Pietro Pignatelli- focalizzandosi sul tema della dolcezza e della comprensione delle diversità”.

Riuscire a “diventare” Nicolas è stata una bella sfida -ci confida Pietro Pignatelli- perché il volere del regista Pasquale Marrazzo era quello di non ostentare l’omosessualità se non in momenti ben precisi del film sicché ho cercato di interpretare il mio personaggio bilanciando il ruolo sociale con quello più intimistico. Era la prima volta che mi cimentavo in questo genere di ruolo e volevo davvero rendere merito alla figura”.

E dopo una scoperta fondamentale sarà proprio Giuditta a redimersi e ad orientare più correttamente il suo giudizio sull’amore, tema il cui simbolismo è rappresentato nella pellicola da una tazza da brodo,che è davvero centrale nel film. “La tazza è simbolica – sottolinea Lucia Vasini- invece di dichiarare la mia avversione a questa relazione, sintetizzo il disappunto attraverso la tazza che è da brodo eppure viene utilizzata per la colazione”.

Te lo dico pianissimo è un film profondo, disarmante, che ti convince -se ancora ce ne fosse bisogno- che l’amore è amore e trascende dal genere.

Una scenografia curata nel dettaglio, una fotografia degna di nota e una regia di qualità sono poi l’accento tecnico perfetto su una parola dolce ma detta piano, anzi pianissimo.

Dal 13 settembre al cinema.


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Monica Landro

Studi classici, una laurea in Lettere e Filosofia e un tesserino dell'Ordine dei Giornalisti. Questo è il CV in estrema sintesi. Ma quello che veramente mi descrive è l'amore per la musica, per i libri, il teatro e i viaggi. Amo cucinare le torte e prendermi cura delle mie piante. Odio i calcoli matematici, le percentuali e i problemi di geometria. Amo stare in mezzo alla gente ma amo ancora di più stare con me stessa. Amo la Sicilia, i suoi colori, sapori e tramonti. Ogni volta che la vita mi sembra difficile, cerco di raggiungere uno scoglio, mi siedo e ne parlo con il mare.