IL RICERCATORE DI EMOZIONI

Le emozioni sono nutrimento per il nostro corpo

Nessuno di noi può sopravvivere senza nutrimento.

Non sempre scegliamo gli alimenti giusti. Capita di avvelenarci senza saperlo e di arrabbiarci se scopriamo di averlo subìto.

Ci concentriamo tanto sul cibo e su quello che si trova in commercio. Sempre più attenti a un’alimentazione corretta.

Pensiamo poco al fatto che come esseri viventi dotati di mente corpo ed emozioni ci nutriamo anche con occhi, orecchie, naso e lingua.

Le conversazioni che ci circondano, ovunque, contribuiscono al nostro nutrimento emozionale.

Quando agiamo di conforto verso il prossimo, contribuiamo a nutrire l’amore e la compassione. Diverso è quando creiamo tensione e rabbia dando nutrimento a violenza e sofferenza.

Noi tutti spesso ci cibiamo d’informazioni tossiche che contribuiscono alla nostra trasformazione emotiva.

Internet è un grande Supermarket dove poter acquistare cibo sano o spazzatura.

Non si può farne a meno e le notizie che riceviamo sono infinite e tutte in pochissimo tempo.

Spesso ci colgono inconsapevoli e assorbiamo anche quello che non vorremmo. Come quando, conquistati da una pubblicità, acquistiamo un prodotto e solo a casa riconosciamo l’inutilità.

Così, come un post sui Social può cambiarci l’umore, per poi capirlo solo alla fine della giornata.

La presenza mentale è indispensabile per una corretta alimentazione emozionale.

Tutto quello che leggiamo e scriviamo contribuisce al nostro benessere.

Importante essere consapevoli di quello che vogliamo comunicare e soprattutto ascoltare, per il nostro bene e quello comune.

Preparare la conversazione con il prossimo così come cuciniamo il nostro piatto preferito la domenica.

Mettere ingredienti come compassione e comprensione, eliminando giudizio e sfida perché fanno ingrassare e non aiutano la circolazione.

Perché le parole pesano e così come possono facilitare le connessioni, se non corrette, possono ostacolarle.

Solo con la consapevolezza possiamo ben nutrire le nostre relazioni. Scegliere pensieri parole e gesti che aiutino nel compito e non ci rendano soli e convinti di avere la verità in tasca.

Distillare quali emozioni siano utili al prossimo e quali dobbiamo digerire da soli.

Non tutto può essere condiviso. Non tutti sono in grado di metabolizzare.

Tutto quello che siamo, lo condividiamo con il gruppo. Per non nuocere al prossimo è importante conoscere noi stessi.

La cosa fondamentale, infatti, è iniziare a comunicare dentro di noi. Chiarire quello che ci fa stare bene. Scegliere. E come per il cibo, non accontentarci della solita minestra.