ITALIANAMUSICA

Roberto Vecchioni, L’Infinito, dodici canzoni come un unico flusso di suoni e parole

A cinque anni dal suo ultimo lavoro, esce L’infinito. E’ il nuovo concept album di Roberto Vecchioni, su etichetta DME. Non dodici canzoni, ma una sola lunghissima canzone divisa in dodici momenti.
E coerentemente a questo principio, l’album sarà disponibile soltanto in CD e su vinile.
Affinché lo si possa ascoltare e gustare come un unico flusso di suoni e di parole, e non per singole tracce fra loro svincolate, come accade oramai nell’era delle piattaforme digitali.

La carica emotiva trasportata dalla voce di Roberto Vecchioni basterebbe ad emozionare l’ascoltatore.
Che viene invece ulteriormente suggestionato da un ospite davvero d’eccezione.

In Ti insegnerò a volare, ritorna sulla scena musicale Francesco Guccini, che per la prima volta duetta con Roberto Vecchioni. E’ un brano ispirato alla forza sovrumana di Alex Zanardi. Lui, che ha imparato a volare nonostante il destino gli abbia spezzato le ali.

Nel disco ci sono spunti forti: In Una notte, un viaggiatore, Vecchioni attinge ai romanzi di Italo Calvino. Con Giulio prova a rivivere il dramma di Giulio Regeni nell’illusione della madre che non riesce ancora a crederlo morto.

In La canzone del Perdono c’è un omaggio velato a Papa Francesco. Mai citato, ma la cui presenza si evince da un testo che tocca le note del cuore.

Si ascolta volentieri la voce di Morgan, amico di Vecchioni, che insieme a lui duetta in Com’è lunga la notte.

E poi c’è Parola. Un’elegia sulla morte del linguaggio. L’unico brano che appare fuori tema, ma che nella sua impotente malinconia serve a comunicare una speranza, quella che per sua stessa definizione non muore mai.

A far da sfondo a questo lavoro così maturo, così profondo, ci sono gli anni delle contestazioni giovanili, ci sono gli anni settanta. Tutto il progetto, così fortemente ispirato alla canzone d’autore di quegli anni, è immaginato, scritto e cantato alla luce di una cultura che pare oramai troppo lontana.

A impreziosire L’Infinito, la partecipazione di musicisti straordinari come Massimo Germini alle chitarre, Marco Mangelli al basso (rigorosamente fretless), e Roberto Gualdi alle bacchette.
Tutti coordinati e prodotti dal grande Lucio Fabbri, che ha anche suonato il pianoforte, l’Hammond, il violino e la fisarmonica.

Si chiama L’Infinito, l’ultimo concept album di Roberto Vecchioni.
Proprio come quello di Giacomo Leopardi, cui il cantautore dedica una riflessione intensa e profonda:

“Mi è sempre piaciuto credere che Leopardi non odiasse la vita, ma piuttosto che fosse vero l’inverso e che la sua disperazione, la sua rabbia, il suo sarcasmo fossero reazioni di un amante tradito.
E quando è a Napoli, nei suoi ultimi anni, è un altro.”

L’INFINITO

IL CONCEPT ALBUM DI ROBERTO VECCHIONI

Disponibile anche in Edizione DeLuxe e Vinile Limited Edition

Monica Landro

Studi classici, una laurea in Lettere e Filosofia e un tesserino dell'Ordine dei Giornalisti. Questo è il CV in estrema sintesi. Ma quello che veramente mi descrive è l'amore per la musica, per i libri, il teatro e i viaggi. Amo cucinare le torte e prendermi cura delle mie piante. Odio i calcoli matematici, le percentuali e i problemi di geometria. Amo stare in mezzo alla gente ma amo ancora di più stare con me stessa. Amo la Sicilia, i suoi colori, sapori e tramonti. Ogni volta che la vita mi sembra difficile, cerco di raggiungere uno scoglio, mi siedo e ne parlo con il mare.

Un pensiero su “Roberto Vecchioni, L’Infinito, dodici canzoni come un unico flusso di suoni e parole

I commenti sono chiusi.