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Un libro per San Valentino? “Orgoglio e pregiudizio”, capolavoro di due secoli ma senza tempo

“Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, quale romanzo è più adatto ad accompagnare il giorno di San Valentino, malgrado vanti più di duecento anni? Chi non si è mai innamorata dell’ombroso Mr Darcy? Chi non ha riso dell’arguta ironia di Miss Bennet?

Ma andiamo con ordine.

“È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie. E benché poco sia dato sapere delle vere inclinazioni e dei proponimenti di chi per la prima volta venga a trovarsi in un ambiente sconosciuto, accade tuttavia che tale convinzione sia così saldamente radicata nelle menti dei suoi nuovi vicini da indurli a considerarlo fin da quel momento legittimo appannaggio dell’una o dell’altra delle loro figlie”.

Mr e Mrs Bennet hanno cinque figliole: Jane – la maggiore, bella e composta come ci si aspetta da una giovane di buona famiglia –, Elizabeth – la nostra protagonista, una ragazza orgogliosa, intelligente e ironica –, Mary, Kitty e la prorompente e frivola Lydia – che darà, ahimè, qualche grana.

Inutile spiegare che l’unico sogno di Mrs Bennet sia di vederle sistemate. E con un buon partito, s’intenda. Tutto questo anche perché, ahi, la loro situazione non è poi così rosea: alla morte di Mr Bennet, le sei donne verrebbero sbattute fuori dalla tenuta che, vista la mancanza di un figlio maschio, non possono ereditare. E la donna, che soffre, come più volte specifica nel corso del testo, “di nervi”, non può proprio capacitarsi del fatto che la fortuna non le abbia ancora baciate.

Quando il ricco e non ancora sposato Bingley si trasferisce a Netherfield, vicino a loro, lei affronta il suo ironico e spassoso coniuge: caro marito – e questo è il senso del lungo discorso che decide di fargli – devi andare a trovare questo giovane perché le nostre figlie devono accasarsi.

Mica l’ansiosa e chiacchierona Mrs Bennet può rischiare di vederlo con la figlia di qualche amico, d’altronde.

Da qui parte tutto. Anche perché, quanto Bingley è cordiale, simpatico e ben disposto verso le fanciulle, soprattutto verso la maggiore delle sorelle Bennet, Jane, tanto Mr Darcy, suo caro amico, ricco e celibe anch’esso, è scontroso, antipatico e saccente.

“I signori in sala lo definirono un bel tipo di uomo, le signore giunsero a dichiarare che era molto più bello di Mr Bingley; insomma, fu al centro dell’attenzione della sala per la prima metà della serata, finché il suo comportamento non si prestò a gravi critiche che oscurarono l’astro della sua popolarità; ci si accorse, infatti, che era un uomo altezzoso, che non si degnava di unirsi alla compagnia e al divertimento generale; e tutte le sue vaste tenute del Derbyshire non bastarono più a far dimenticare il suo carattere quanto mai odioso e insopportabile, che non aveva confronti con quello del suo amico”.

È proprio a un ballo organizzato dai vicini di casa che Elizabeth e Mr Darcy hanno l’occasione di conoscersi. Be’, dire che non andrà proprio benissimo è dir poco: Darcy, in modo arrogante, dichiara – senza peraltro curarsi della presenza della bella Lady Lizzy – che nessuna tra le fanciulle presenti è in grado di solleticare la sua attenzione. Non solo, nomina la secondogenita Bennet in modo non troppo lusinghiero. E lei, che sente ma non se ne cruccia poi troppo, inizia a farsi un’idea di lui. Un’idea, certo, non bella.

Ma tutte le storie d’amore nascono con un po’ d’odio, no?

E la Austen è brava a farci ridere e a farci immergere in questo mondo così lontano ma anche vicino.

“Elizabeth non rispose e prese posto in fila, stupita dell’onore che le era toccato venendo a trovarsi si fronte a Mr Darcy, e leggendo il medesimo stupore negli occhi dei vicini. Rimasero per un bel po’ senza parlare; Elizabeth cominciava a pensare che quel silenzio sarebbe durato fino alla fine dei due giri, e a tutta  prima decise di non romperlo ma a un certo punto le venne in mente che avrebbe castigato ben più duramente il suo compagno se lo avesse costretto a parlare, e prese a fare futili commenti sulla danza”.

Più Lady Elizabeth è fredda e lo stuzzica, più lui la guarda con interesse. È sveglia, sempre molto attenta e ha un portamento aggraziato ma anche deciso. Lizzy Bennet non ha alcun bisogno di essere salvata, non ha necessità di maritarsi e qualora le venga questo desiderio è ben certa di una cosa: l’unico collante è l’amore. Non si sposerà con un uomo se non lo desidera, questo sia chiaro.

Incomprensioni, malumori, lettere e anche una vicenda personale da salvare per tenere alto il valore della famiglia Bennet.

Lizzy e Mr Darcy – soprattutto lui – saranno la chiave di volta perché tutto non vada in malora… La sanità mentale di Mrs Bennet, in effetti, oltre che il buon nome dell’intera famiglia.

Bellissimo, commovente e divertente, dolce ma anche arguto e vero. Sono trascorsi più di 200 anni dalla sua pubblicazione – sembra strano, è vero, ma questo capolavoro è datato 1813 – ma “Orgoglio e pregiudizio” è tanto attuale quanto interessante.

CURIOSITÀ

Nel libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie”, divenuto poi caso editoriale, c’è anche Jane Austen.

“C’era una volta, nella campagna inglese, una bambina che amava i libri sopra ogni cosa. Si chiamava Jane e non c’era niente che le piacesse di più che starsene accoccolata sul divano della biblioteca di suo padre, con il naso immerso in un libro […] La sua scrittura era come lei: brillante, creativa, arguta e sottile. Per Jane, ogni dettaglio contava: i battibecchi di una coppia, il modo in cui un uomo camminava, i commenti delle cameriere: erano tutti indizi che rivelavano il carattere delle persone. jane prendeva nota di tutto nei suoi quaderni: era materiale pronto per i suoi romanzi. A quel tempo, tutti pensavano che le ragazze dovessero sposarsi. Ma Jane non voleva sposarsi, perciò non lo fece mai. «Oh Lizzy! Fa’ qualsiasi cosa, ma non sposarti senza amore!» scrisse in uno dei suoi romanzi”.

Federica Cabras

Ventiseienne, grande sognatrice. Legge per 12 ore al giorno e scrive per le restanti 12. Appassionata di cani, di crimine, di arte e di libri. Dipendente dalle paste alla crema. Professione, giornalista.