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Thegiornalisti, un “love” dream di fine estate al Circo Massimo | REPORTAGE

Avete presente quei film dove il protagonista realizza i propri desideri, lasciandoci un vago senso di compiutezza e felicità? Beh i “Thegiornalisti” hanno allestito questo lungometraggio di quasi 10 anni in ogni angolo d’Italia, predisponendo la loro vetta – provvisoria, ci auguriamo – proprio in uno dei luoghi eterni della loro città: il Circo Massimo.

E’ proprio lì, culla dello svago antico, che è stato installato sabato 7 settembre il sipario multimediale, dalla forma di un mega-palco con altrettanti maxi-schermi, in grado di chiudere un primo cerchio artistico. Seppur i media siano stati esageratamente legati ai numeri e a confronti musicalmente blasfemi, la “love” arena sull’Aventino ha creato un colpo d’occhio formidabile, fondendo la grinta dell’ormai ex gruppo indie di Tommaso Paradiso con il romanticismo dei suoi proseliti, disseminati sulle gradinate improvvisate ai bordi e accalcati nell’immensa distesa verde.

Calibrando audacemente passato e presente artistico, grazie all’alternanza stilistica del proprio repertorio – da “Fuoricampo” a “Love”, passando per “Completamente” e persino il primordiale “Vol.1”- i Thegiornalisti hanno intrattenuto la platea per più di 2 ore e mezza, senza regalare stranamente un opening act e troppe parole agli ospiti che hanno calcato il palco. Hanno parlato, insomma, le note musicali della cosiddetta “migliore penna del panorama italiano in questo momento” Franco 126 (“Stanza Singola”), “del padre inconsapevole dell’Itpop” Luca Carboni (“Luca lo stesso”, diventato sul finale “Tommy lo stesso”, “dell’anima “Dardust” (con la suggestiva “Questa nostra stupida canzone d’amore” e “New York”), “del fratello” Calcutta (“Fine dell’estate”) e “della principessa” Elisa (spuntata improvvisamente durante “Tra la strada e le stelle” e “Da sola-in the night”, assieme agli esplosivi Takagi e Ketra). Amici, molto prima che collaboratori, col quale Paradiso ha scritto pezzi e venduto dischi multiplatino, che hanno guadagnato i favori degli oltre 40.000 spettatori con cori e applausi.

Ma quello che ci piace ancor più sottolineare è l’empatia e la gestione emotiva dei fondamentali Marco Rissa (chitarrista) e Marco Primavera (batterista), in grado di tener lontano le pressioni mediatiche che li vedrebbero sulla “borderline” del progetto artistico con una prestazione eccellente, resa ancor più prestigiosa nella parte acustica – da “L’ultimo grido della notte” a “Mare Balotelli” – dove si son ritrovati avvolti dai flash delle prime file, e negli abbracci emozionanti con il frontman.

Insomma i Thegiornalisti si sono fatti promotori, corpo e anima, di un movimento “love-friendly” a due passi dal cruento Colosseo per antonomasia storica, sulla falsariga di un altro grande maestro del mestiere (Jovanotti), in barba all’ostilità incondizionata. Anzi, proprio contro i suoi fautori si è scagliato il frontman Tommaso Paradiso sia durante il live, sia con le stories di Instagram nel day after, scegliendo come antidoti nel primo caso la hit di successo datata 2015 “Proteggi questo tuo ragazzo”, mentre sui social la forma più semplice e elementare di amore: le fotografie dei fan.

Foto di Andrea Celesti



Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).