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“Cuori in palio”, il romanzo di Gaia Carminati: la vita (incasinata) di una trentenne con grandi sogni

“Dobbiamo parlare. Regola numero uno: mai, dico mai, dare corda a un ex che ti chiede di parlare. Le cose sono due: o si finisce con il litigare oppure con il fare sesso sfrenato, e in questo momento nessuna delle due opzioni mi sembra accettabile.”

Cuori in palio”, il romanzo di Gaia Carminati edito dalla Butterfly edizioni, è uscito solo da pochi giorni ma già fa parlare di sé.

Costanza ha trent’anni, un carattere apparentemente forte e la tendenza a dire sempre, più o meno, quello che pensa. Sin dalla notte dei tempi, la sua carriera ha la priorità su tutto. Proprio per questa voglia di essere la migliore, di inseguire il suo sogno, di provare a cambiare le carte in tavola è partita da casa, tanti anni prima, per studiare a Milano. Eccolo il primo, necessario salto: da quel momento, è stato un continuo preparare valigie e cambiare nazione e lingua. La Francia, l’Inghilterra e ora, udite udite, gli Stati Uniti. Eh sì, perché Zina, come la chiamano i suoi amici, ha appena ricevuto una proposta di lavoro impossibile da rifiutare. E poco importa se Thomas, il suo fidanzato, la ama, se continuare la loro storia d’amore gli sembra l’unica strada, se anche Zina, tutto sommato, si sente legata a lui – anche se, poi, nemmeno troppo – e se forse in cuor suo lei teme una nuova partenza. Ah, no, lui non può nemmeno raggiungerla.

È finita, questo il senso.

Cambiare cielo è un po’ come cambiare vita, no?

“Non posso negare di provare una certa malinconia. Questa malinconia poi la conosco bene, è la malinconia delle cose che finiscono. La prima volta che è venuta a farmi visita non me ne sono neppure accorta, ancora troppo ingenua per capire che i nuovi inizi nascondono sempre una fine.”

Meno male che, prima della partenza, può concedersi qualche settimana in Italia, nella sua vecchia città con i suoi vecchi amici.

Meno male? Sicuri?

Zina lì ha lasciato le sue donne, la mamma e la nonna, che la amano alla follia e i suoi due amici, Silvia ed Edoardo Silenzi. Ma ha lasciato anche qualcos’altro.

Dicono che il primo amore non si scordi mai. Dicono che nulla – nulla! – può competere con quell’invaghimento, quasi fosse il più intenso che si può provare in tutta la vita. Dicono che, se lo si idealizza, rimarrà per sempre come una sorta di sogno proibito.

Ah, dicono anche che sarebbe meglio non pensare troppo al passato se l’oggetto del nostro amore ha il cuore impegnato.

“È lui il primo a riscuotersi e a rivolgermi un saluto: «Bentornata, Costanza. Ti stavamo aspettando». «Grazie. Ho portato il vino», è tutto quello che riesco a rispondere, mentre accenno alla bottiglia che tengo stretta in una mano. In questo momento posso solo ringraziare l’oscurità per aver celato il mio rossore. Maledetta carnagione chiara. Perché di tante persone al mondo, certo più sensibili e pacioccone della sottoscritta, questo sintomo da damina ottocentesca doveva toccare proprio a me?”

Inoltre, oltre tutto questo, Zina si trova di fronte a un interrogativo: possono due persone che sono sempre state amiche – migliori amiche, per l’esattezza – cambiare e decidere di amarsi? Sì, perché amare, nella vita della trentenne e di tutti noi, vuol dire anche un po’ scegliere.

“«Costanza Anita Grace Turner», dichiara poi, pur sapendo quanto detesti essere chiamata così, «ce ne hai messo di tempo a tornare». «Lo so, avevo smarrito la strada», provo a giustificarmi, mentre aggiro con circospezione il tavolino e mi rimetto seduta. «Ma adesso sono qui».”

Scegliere. Di non andar via, di non chiudere gli occhi, di non avere paura.

Ahi ahi, povera Costanza. Lei – lei che è sempre fuggita per non dover mettere radici, lei che ama la sua carriera più di qualsiasi cosa al mondo, lei che si sente stretta dovunque e che non saprebbe definire la parola casa – è confusa. Il passato arriva e la travolge, riportando a galla sensazioni mai morte, e il futuro allo stesso modo la avvolge e la trasporta in mille e più posti.

È fin troppo complicato fare ordine nei pensieri.

Gaia Carminati è molto brava a descrivere la vita dell’insicura Costanza. La scrittura è fluida e scorrevole, a tratti frizzante e a tratti riflessiva. Dosa benissimo tristezza e gaudio, pensieri e dialoghi, parti divertenti a parti più serie, controllate. Il punto di vista resta per tutto il testo quello di Costanza e questo ci permette di spiare nella mente della trentenne e capire tutto, ma proprio tutto; viviamo quello che vive lei, pensiamo ciò che pensa, proviamo le sensazioni che prova. La Carminati è anche brava a mescolare le carte in tavola. Quando si pensa di avere la verità in tasca, di sapere come va a finire, l’autrice ci imbroglia e scombussola tutto. La cosa più buffa è che si cambia costantemente idea sui personaggi: prima si pensa bene, poi male, poi di nuovo bene e poi… Boom!

Potrebbe, inoltre, sembrare un testo leggero – di quelli che si leggono sotto l’ombrellone al mare in estate o in una fredda sera d’inverno con, sulle gambe, un plaid e, tra le mani, una bella tazza di cioccolata – ma è molto più di così: Zina siamo tutti noi e questo testo ci fa riflettere.

Zina siamo noi quando quel che è stato e mai più sarà crea una crepa sul nostro cuore. Siamo noi quando abbiamo paura. Quando vorremmo agire in modo ineccepibile ma poi il cuore decide più del cervello. Siamo noi quando prendiamo decisioni avventate. Quando fuggiamo da qualcosa che ci fa tremare e che ci tormenta. Siamo noi quando pensiamo che non cambieremo mai e poi lo facciamo.

Dovessi dare un voto, darei un dieci pieno.

È opinione comune che, quando un libro è bello, non si veda l’ora di aprirlo per capire cosa accade, come si evolve la questione, che sbagli faranno i nostri protagonisti.

E con “Cuori in palio” questo è accaduto.

Titolo: Cuori in palio
Autore: Gaia Carminati
Data pubblicazione: 10 Settembre 2019
Editore: Butterfly Edizioni
Genere: Romance
Collana: Digital Emotions

Federica Cabras

Ventiseienne, grande sognatrice. Legge per 12 ore al giorno e scrive per le restanti 12. Appassionata di cani, di crimine, di arte e di libri. Dipendente dalle paste alla crema. Professione, giornalista.