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DAVIDE CECCHELLERO | “Parcheggiare in doppia fila per andare al proprio funerale” | RECENSIONE

L’incertezza affoga l’ansia, deturpa i giorni tranquilli. Se vista nella giusta prospettiva, salva. Cambiamo anche vita sulla base di essa, perché improvvisarsi funamboli alla lunga stanca. Bisogna rischiare, soprattutto se non si ha nulla da perdere. Certo, non è facile. Niente è facile quando sei attanagliato da tante cose: problemi, famiglia, lavoro. Se ce l’hai. La vita ti fa salire su una giostra o ti mette in panchina. Le scelte hanno un peso, ma la quotidianità, a volte, prende strade sconosciute e scomode. Allora, che fai? Se sei forte abbastanza, la vita te la mangi a morsi, con rabbia, determinazione, caparbietà, ostinazione. Altrimenti, ti lasci andare come il sugo sulla pasta. Ti mischi ad essa, nascondendoti anche per evitare di mostrare realmente chi sei, cosa vuoi. Vivere spesso porta a sopravvivere. Ti spinge a terra, al muro, sull’orlo del precipizio. Ti osserva e fa di te ciò che vuole, finanche niente.

In Parcheggiare in doppia fila per andare al proprio funerale di Davide Cecchellero la frustrazione di ciò che si ha e che si vorrebbe avere passa sul filo sottile tra reale e surreale. È come entrare in bolla di sapone, portati dal vento, per guardarsi a distanza. Un viaggio che ti fa riflettere anche sulla morte, a come avresti potuto vivere sapendo che la certezza della fine fa a botte con i dubbi, con le domande, con quello vorresti fare o essere prima di sparire. L’incertezza lascia spazio alla certezza, di non esserci più un giorno. Allora, vivere appieno è fondamentale. Raccogliere sentimenti, emozioni anche delusioni, insomma il bello ed il brutto, serve per formare il carattere e disporre l’animo nel verso giusto. 

Fresco lo stile dello scrittore. Frizzante ed originale la narrazione. Davide Cecchellero riesce a trattare un tema spinoso con un’ironia spiazzante. Sembra quasi essere insolente, ma ti rendi conto che appare un po’ come quegli artisti da strada, fermi che poi, all’improvviso, cambiano espressione. Stanno immobili per ore e la vita gli scorre addosso nella loro staticità. Ecco, così sembra la sua storia. Reale e irreale. Spumeggiante e nuova, dura e leggera, drammatica e teatrale.  

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.