LIBRIUNO SGUARDO SU...

Andrea Quadrani | “Pensiamoci” la poesia a tavola | RECENSIONE

A tavola si abbassano le difese. Non ti aspetti colpi bassi guardando negli occhi i commensali. Gente che hai voluto con te per un pranzo o per una cena, per condividere momenti di gaiezza. Davanti ad un calice di vino o ad una birra ghiacciata ti senti in pace, rilassato, fresco e lontano da tutto. Ti senti sciolto ed anche i racconti prendono la vivacità di una strada in salita. Non finiscono mai. Certo, bisogna saper scegliere gli amici con cui uscire. Non tutti amano la cucina e molti rifiutano le bollicine per qualcosa di più economico, spartano, alla buona. Gli estimatori del buon vivere, quelli che amano mangiare e bere bene, fanno gruppo a sé. Li riconosci al ristorante, stappano bottiglie anche sciabolando euforia perché i distillati li rendono felici sempre. Sono tutti uguali, anche quelli che se la tirano, meno goliardici degli altri, un po’ più lord, ma comunque con i bicchieri in mano ad apprezzare gli attimi. Di contorno c’è il cibo, il buon cibo. Quello che è eccellenza in fatto di materie prime e di preparazionedelle stesse. E davanti a tutto questo ti senti buono anche tu, accomodante, privo di barriere. La poesia non la trovi solo in versi, anche un piatto ed uno champagne sanno armonizzare la velleità dei sentimenti.

In Pensiamoci di Andrea Quadrani entri nel mondo della ristorazione a gamba tesa. Senti profumi, chiacchere, bicchieri che si toccano. Senti, altresì, la magia degli sguardi che a tavola si fanno più intensi, desiderosi. Senti anche le storie, quelle folli, quelle imperlate di fatica e quelle fresche di amore. Ogni capitolo un mese dell’anno a chiudere un cerchio fatto di equilibri, di confusione, di alleanze, di appagamento. Bisogna volersi bene anche a tavola, la felicità passa dal gusto, dalla bellezza di un sapore che ricorderai, che porterai appresso in un segmento della mente. E quando questa è troppo piena, ti darà segnali di quell’appartenenza al gusto. Da vivere e da rivivere. 

Pensiamoci è un libro sincero. Pur rimasto sulla superficie della narrazione pinneggiando sul racconto chiuso in se stesso senza inabissarsi negli slanci di forti emotività, stappa il focus sulla vita reale. Ha la lingua sciolta, l’autore. Racconta, confessa, dice quello che un ristoratore non direbbe mai per non perdere clienti. Pensiamoci. Lo stile è quello semplice che si usa tra amici, a tavola. E le storie sembrano gossippate, pettegolezzi di vicinato. Sono però storie che è bene sapere, infarcite di vita, di brio, di follia, e perché no, anche di sogni. Servono le storie, per camminarci accanto, per osservare, per tendere l’orecchio, per non stare in disparte. Per respirarle e sentirle addosso.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.