MUSICA

Perché farebbe così male a tutti se MAZZOLI lasciasse davvero la radio

Come mai prima d’ora, ammetto d’essere in momento radiofonico molto strano, dove “tenere botta” prima di rivedere il sereno, è la frase che mi ripeto, quasi fosse un mantra ogni mattina, quel momento della giornata dove i miei occhi da anni a questa parte, si aprono automaticamente, pensate, 5 minuti prima della sveglia impostata sull’iPhone. Mi succede da sei anni, avendomi permesso di non arrivare MAI tardi per la diretta e tutto ciò, capita anche adesso, che non sono in onda durante la settimana. Alle 7.30 gli occhi si aprono, perché per loro e per il mio cervello, quella è la mia vita.

Ora, è un po’ come quando ti succede qualcosa di brutto: un lutto in famiglia, un fidanzato che ti lascia, la perdita di un lavoro… ti svegli al mattino, pensando per un secondo che forse quel tormento che cerchi di scacciare via, altro non è che un brutto sogno, salvo poi realizzare appunto, di dover tenere botta ancora per un po’ di tempo, si spera il meno possibile.

Fare la Radio e ultimamente, scrivere di Radio, ha aperto i miei orizzonti anche sui cosiddetti concorrenti e ancora di più, sui maestri di questo mezzo, che proprio in mille occasioni hanno dovuto rimettersi in discussione, perché infondo anche se non ci piace ammetterlo, anche la Radio fa parte del mondo dello spettacolo e in quanto tale, soggetta all’equilibrio fragile di determinate situazioni editoriali ed extra editoriali.

Mi piace pensare che quando l’onda è alta, si debba cavalcare alla stregua di un centauro Australiano del mare e quando le acque si calmino, approfittare per rifiatare, senza farti gelare troppo dalla paura di non provare più quel brivido o peggio ancora, di dover dare delle spiegazioni alle centinaia di persone che te ne chiedono – perché ne hanno diritto, ma alle quali, devi solo dire: “tornerò al più presto al mio posto“, anche se quel posto non porterà più lo stesso nome o coinciderà con un giro di lancette diverso. E’ da più di un mese che seppur estremamente genericamente, do delle spiegazioni, ma non sono mai entrato nello specifico delle questioni, perché rispetto profondamente le cosiddette policy aziendali e quindi, fino a quando non ci saranno comunicati ufficiali, non sarò io il primo a divulgare il mio punto di vista, che può essere affine o meno a quello degli altri. E’ inoltre, da più di un mese, che le persone mi chiedono quando tornerò in diretta ogni giorno e nei casi più “radio addicted”, la parabola prende una piega più generica, chiedendo al sottoscritto del perché questo mezzo stia cambiando così tanto, nella scelta delle voci, dei personaggi e della sua fruizione cross-mediale. Al momento penso alla Radio, ma mi dedico anche a tutto il resto della mia vita (Tv, scrittura, Social Media Marketing, eventi e serate), non girandomi mai i pollici, perché IO FERMO NON SO STARE. Ecco, tornando a prima, anche la Radio è un mezzo di comunicazione, forse il più efficace in quanto a velocità e quindi quest’ultimo, è soggetto anch’esso ai tempi che cambiano, dovendo in taluni casi uniformarsi alla tv, strizzando l’occhio al web, dando il benvenuto a personaggi diversi con le delle voci meno “radiofoniche”, aprendosi così anche ai grandi gruppi televisivi che ne acquisiscono diritti e frequenze.

Leggere di Marco Mazzoli e del suo addio a Radio 105, inizialmente mi ha buttato addosso un senso di nostalgia, quasi come se uno degli ultimi baluardi avesse detto BASTA a quest’uniformazione così poco incline al suo modo di sentire l’FM e di conseguenza al suo ZOO, da sempre eletto quale miglior programma politicamente scorretto d’Italia.

Dopodiché ho pensato che fosse una boutade di Marco, una delle tante che ci ha fatto credere in questi anni, per poi tornare in onda, sottolineandoci di averci preso per il culo. Ho letto del dissidio con Dj Giuseppe e della polemica di quest’ultimo, che avrebbe preteso una linea dura contro una bestemmia andata in onda allo Zoo. Bhè, forse Luciano Fronti, (questo il suo vero nome), ha preso troppo alla lettera le regole del Grande Fratello contro bestemmie e presunte tali, essendo il programma di Mediaset, medesima azienda nuova proprietaria di 105. Attenzione!! Non sono per le bestemmie e neppure per il facile turpiloquio. La mia carriera ne è un esempio, ma penso ci sia di peggio se fatto in diretta. Dj Giuseppe non è un santo, non lo è mai stato – infondo chi lo è? – ma è comunque un buon professionista radiofonico ed è per questo che non ho compreso questa lotta intestina che ha voluto scatenare. Insomma, sarebbe stato meglio risolverla in famiglia, ma evidentemente c’era qualche calcolo che in altri modi proprio non usciva. Fin quando si viene colpiti ingiustamente con un “dico non dico”, può ancora essere digerito, ma così come fai?! – e lo dico per esperienza recente e vissuta. Se Mazzoli lasciasse davvero, aprirebbe una voragine dove molti cercherebbero di buttarsi dentro, pensando di aver conquistato una terra fertile, mentre invece si scontreranno con la dura realtà che di Marco Mazzoli, piaccia o non piaccia ne esiste solo uno. Come da lui stesso specificato sui social, ha ammesso d’essere uno che sbotta, s’incazza, fa casino, ma poi si calma e ragiona, quindi mi auguro che lo faccia anche ora, ponderando davvero sulla sua scelta, che per carità dopo vent’anni di ZOO, può e dev’essere compresa, tra gli applausi di chi ne ha goduto. La Radio tra i media, è quella che forse cambia un po’ meno, perché gli stessi personaggi anche se invecchiano, l’importante è che non lo facciano troppo nei modi, nella voce e nella testa, quindi è difficile assimilare un cambiamento, come invece avviene quotidianamente in tv, ma se si dovesse dare nel tempo più importanza alle dirette streaming, alle foto, alla radiovisione etc, allora sarebbero cazzi e dovremo abituarci ad essere assoggettati ai numeri in tempo reale.

Di Mazzoli mi rimarranno sempre impresse due cose: i racconti di alcuni miei ex colleghi, che mi dissero di quando Marco faceva le fotocopie in un altro network, mentre l’editore gli ripeteva che non fosse così adatto alla radio, mentre la storia ci racconta altro, ma soprattutto le figure di merda che mi fece fare con una hostess in un volo di ritorno dalla Sicilia (solo perché la cosa lo divertiva), dove io e lui eravamo ospiti di una serata. Non l’ho mai più rivisto in occasioni del genere, ma solo sporadicamente in giro. Rimane il fatto che sarebbe stato impossibile non sapere di lui, del suo Zoo e di tutte le volte che è stato chiuso. Speriamo quindi, per il bene della Radio in quanto media più bello del mondo, che anche stavolta ci sia un lieto fine. Tu Marco come altri, non molti in verità, sei un esempio per chi vuole fare questo lavoro e siccome li fuori c’è ancora chi giustamente crede nella Radio, se tu dovessi lasciarla ora, passerebbe come un modo per dire: “scusate, ma questo mezzo non è più quello di una volta ed io mi sono rotto il cazzo di farne parte”. E anche quelli come me, che fanno radio da oltre dieci anni e hanno visto in uno come te, la fenice capace di risorgere da qualsiasi disastro, inconsciamente potrebbero arrendersi davanti agli episodi ingiusti. IO NON LO FARO’, ma ho bisogno che quelli come te non depongano ora le armi per sentirmi più forte. dedicato a te Marco Mazzoli, il più scorretto, ma anche il più rassomigliante al Maestro Howard Stearn, che io ricordi.

Fabio De Vivo

Nato a Napoli il 22 maggio 1982. Dj, speaker radiofonico, conduttore televisivo, autore, web content writer ora anche nella famiglia di M SOCIAL MAGAZINE con la rubrica “E POI COSA FAI?”