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“Amore che torni”: i Negramaro bussano ancora una volta all’anima e le fanno del bene

Ogni rapporto umano ha bisogno di essere accudito e non lasciato al caso, e questo può voler dire anche aver bisogno di fermarsi, capire, guardarsi dentro e di fronte per poi poter confermare tutto.
Si riparte più forti, più consapevoli, pronti per “tornare al futuro, ancora insieme” come hanno scritto i Negramaro nel booklet del nuovo album “Amore che torni”, pubblicato il 17 Novembre e anticipato dal singolo “Fino all’imbrunire”, già disco d’oro.

Non c’è bisogno di troppe presentazioni per questa band capitanata da Giuliano Sangiorgi che cammina di pari passo con Emanuele Spedicato (chitarre), Ermanno Carlà (basso), Danilo Tasco (batteria), Andrea Mariano (pianoforte e sintetizzatori) e Andrea De Rocco (campionatore).
Partiti dal Salento, in questi anni sono riusciti a toccare tutta Italia e non solo geograficamente.
I Negramaro sembrano volerti bussare all’anima ogni volta per farle del bene, disposti a darti qualche conferma o qualche risposta di cui sentivi il bisogno. Come se le svariate storie di diverse persone riuscissero ad avere, per il tempo di una canzone, qualcosa che le accomuni.

Ogni volta nuovi, mai banali nelle parole e nei suoni, ma sempre riconoscibili.
Forse è proprio questa una delle chiavi del loro successo: mantenere negli anni un proprio stile riuscendo ad essere credibili e non ripetitivi anche quando il tema centrale è l’amore che potrebbe rivelarsi controproducente per via dell’ovvietà.
A loro non succede.
Il settimo album in studio “Amore che torni” ne è la conferma, perché è quel tipo di amore in cui chiunque potrebbe rispecchiarsi e trovare la propria chiave di lettura.

Dodici tracce, a partire da “Fino all’imbrunire” che parla di speranza, di vecchi tempi che potrebbero tornare a fare capolino, di nuove occasioni, tutto riassumibile in una frase: prendi un ago e siamo pronti. Siamo pronti a ricucire.
A seguire troviamo un insieme di suoni diversi che non stridono mai, anche se sentiti uno dopo l’altro. Sono dodici pezzi perfettamente incorporabili che ricordano anche un po’ gli esordi.

In “Mi basta”, Giuliano canta ho lasciato i dettagli più tristi a marcire nel buio da dimenticare, e ci parla di come sia bello prendere la parte buona delle cose (oggi credo sia un giorno migliore, se permetto a quel sole di entrare).

Pezzi di te” è quel brano che sembra nato per essere ascoltato con gli occhi chiusi e la schiena sul materasso per poter godere delle parole e della voce di Giuliano, perché nel cuore mio c’è sempre sera, non c’è spazio neanche per una preghiera.

Prima della chiusura con “Ci sto pensando da un po’”, che inizia con tante domande e tanti dubbi (sarebbe forse meglio, poi, sparire?) per finire con un messaggio di speranza e positività (domani sarà ancora un nuovo inizio), ci sono “La prima volta” (parlami di quando mi hai amato la prima volta) e “L’ultima volta” (c’è da sempre a tutto un limite, e al limite ci trovi me).

“Amore che torni” è un disco che va ascoltato attentamente per poterne cogliere tutte le sfumature e tutte le piccole perle nascoste nei testi.
Una volta trovate, non puoi far altro che renderle tue e immaginare di stare sotto il palco che nella prossima estate vedrà i Negramaro protagonisti.

L’appuntamento è con gli STADI:

– 24 Giugno 2018 Lignano (Stadio G. Teghil);
– 27 Giugno 2018 Milano (Stadio San Siro);
– 30 Giugno 2018 Roma (Stadio Olimpico);
– 5 Luglio 2018 Pescara (Stadio Adriatico);
– 8 Luglio 2018 Messina (Stadio San Filippo);
– 13 Luglio 2018 Lecce (Stadio Via del Mare).

Saremo pronti a saltare, ballare, piangere, emozionarci con loro… fino all’imbrunire e oltre.


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Ambra De Sanctis

Da piccola fingevo di saper scrivere e improvvisavo geroglifici sul foglio perché ho sempre sognato e sogno ancora di fare la scrittrice. Nel frattempo ho scritto un libro, lavoro come freelancer e ho una passione irrefrenabile per la musica, i telefilm, la tv, tutto ciò che è trash e tutto ciò che è cultura. Mi disturbano i disinformati saccenti.