Anche stasera 11 Dicembre torna REPORT alle 21.10 su Rai3, quattro inchieste assolutamente da non perdere.
Anticipazione…
“Il pacco, la società del futuro” di Alberto Nerazzini con la collaborazione di Lorenzo Di Pietro.
Le multinazionali della distribuzione. La domanda di trasferimento di merci e materiali è impazzita: trasporto via mare, via cielo, via terra. In questo enorme mercato dove produzione e consumo sono globalizzati, il giro d’affari della logistica esplode e i profitti si concentrano nelle mani di pochi. Ciò che conta sono i risultati, non come questi siano stati raggiunti, perché tutti vogliamo consumare e risparmiare, vogliamo essere soddisfatti, vogliamo che tutto sia puntuale. E puntuale, ogni giorno, va in scena lo sfruttamento, senza regole e senza controllo. Negli immensi hub della logistica, ma anche nei magazzini e negli stabilimenti della nostra “eccellenza” alimentare, ovunque la micidiale macchina di appalti e subappalti, tra società e cooperative false, schiaccia i diritti e il costo del lavoro. Alberto Nerazzini indaga su un settore cruciale dell’economia, dove regnano i soprusi e le illegalità, l’evasione fiscale e gli interessi di un’imprenditoria criminale, spesso espressione diretta della mafia. Un mondo di disuguaglianza e ingiustizia dove si gioca anche il futuro dell’Europa.
Le multinazionali della distribuzione. La domanda di trasferimento di merci e materiali è impazzita: trasporto via mare, via cielo, via terra. In questo enorme mercato dove produzione e consumo sono globalizzati, il giro d’affari della logistica esplode e i profitti si concentrano nelle mani di pochi. Ciò che conta sono i risultati, non come questi siano stati raggiunti, perché tutti vogliamo consumare e risparmiare, vogliamo essere soddisfatti, vogliamo che tutto sia puntuale. E puntuale, ogni giorno, va in scena lo sfruttamento, senza regole e senza controllo. Negli immensi hub della logistica, ma anche nei magazzini e negli stabilimenti della nostra “eccellenza” alimentare, ovunque la micidiale macchina di appalti e subappalti, tra società e cooperative false, schiaccia i diritti e il costo del lavoro. Alberto Nerazzini indaga su un settore cruciale dell’economia, dove regnano i soprusi e le illegalità, l’evasione fiscale e gli interessi di un’imprenditoria criminale, spesso espressione diretta della mafia. Un mondo di disuguaglianza e ingiustizia dove si gioca anche il futuro dell’Europa.
Seconda inchiesta “F come falso” di Luca Chianca.
In Italia 19 milioni di persone comprano online. Ma su Amazon e Ebay, come anche sulle piattaforme cinesi Alibaba e Taobao gira una quantità incalcolabile di prodotti di marca taroccati. Come si riconoscono? Basta scegliere dei marchi noti e fare una ricerca online. Se esce un prodotto con il prezzo molto diverso da quello originale, è probabile che sia un falso. C’è una gran quantità di prodotti contraffatti anche tra i pezzi di ricambio, che poi si mescolano con il prodotto originale creando danni al consumatore o all’azienda quando deve riparare in garanzia. Dall’inizio dell’anno a oggi dai nostri aeroporti sono entrati in Italia ben 2,6 milioni di pacchetti, ma l’Agenzia delle dogane riesce a controllare solo il 5% della merce. Il nostro viaggio nei falsi inizia a San Marino e finisce in Cina: siamo stati laddove la merce viene prodotta.
In Italia 19 milioni di persone comprano online. Ma su Amazon e Ebay, come anche sulle piattaforme cinesi Alibaba e Taobao gira una quantità incalcolabile di prodotti di marca taroccati. Come si riconoscono? Basta scegliere dei marchi noti e fare una ricerca online. Se esce un prodotto con il prezzo molto diverso da quello originale, è probabile che sia un falso. C’è una gran quantità di prodotti contraffatti anche tra i pezzi di ricambio, che poi si mescolano con il prodotto originale creando danni al consumatore o all’azienda quando deve riparare in garanzia. Dall’inizio dell’anno a oggi dai nostri aeroporti sono entrati in Italia ben 2,6 milioni di pacchetti, ma l’Agenzia delle dogane riesce a controllare solo il 5% della merce. Il nostro viaggio nei falsi inizia a San Marino e finisce in Cina: siamo stati laddove la merce viene prodotta.
Terza inchiesta “Taglia e cuci” di Alessandra Borella con la collaborazione di Ilaria Proietti.
La spesa pubblica italiana è diminuita, vero o falso? È una domanda per la quale non esiste un’unica risposta. Yoram Gutgeld, da tre anni commissario alla spending review, ci informa che sono stati tagliati capitoli di spesa per 30 miliardi. I risparmi però sono stati reimpiegati in altri capitoli di spesa, dalle pensioni alla sanità e quindi il corpaccione della spesa pubblica è ancora intatto con i suoi 830 miliardi l’anno, di cui ben 327 sono la spesa corrente aggredibile. Cosa c’è lì dentro? Tanto per dire, i costi della politica e della macchina della pubblica amministrazione. E questi sono stati tagliati? Difficile dirlo perché da un lato chi dovrebbe fare i sacrifici riesce con vari trucchi a salvaguardare i propri privilegi, mentre dall’altro lato mancano le informazioni, per esempio sulle spese degli enti locali, su cui il governo centrale non riesce ad avere pieno controllo.
La spesa pubblica italiana è diminuita, vero o falso? È una domanda per la quale non esiste un’unica risposta. Yoram Gutgeld, da tre anni commissario alla spending review, ci informa che sono stati tagliati capitoli di spesa per 30 miliardi. I risparmi però sono stati reimpiegati in altri capitoli di spesa, dalle pensioni alla sanità e quindi il corpaccione della spesa pubblica è ancora intatto con i suoi 830 miliardi l’anno, di cui ben 327 sono la spesa corrente aggredibile. Cosa c’è lì dentro? Tanto per dire, i costi della politica e della macchina della pubblica amministrazione. E questi sono stati tagliati? Difficile dirlo perché da un lato chi dovrebbe fare i sacrifici riesce con vari trucchi a salvaguardare i propri privilegi, mentre dall’altro lato mancano le informazioni, per esempio sulle spese degli enti locali, su cui il governo centrale non riesce ad avere pieno controllo.
E per il quarto capitolo di Report, “L’assassino è… il Dna” di Giorgio Mottola.
Questa è la frase che potremmo sentire nei film polizieschi del futuro. Nei tribunali italiani sono infatti sempre di più gli imputati che chiedono la prova del dna. Se fino ad oggi è sempre stata usata solo per incastrare i colpevoli, da un po’ di tempo può essere usata anche per scagionarli. Secondo alcuni studi, l’aggressività di alcune persone potrebbe dipendere infatti dal loro dna. Il mondo scientifico è molto diviso sulla validità di queste teorie, ma di recente in due differenti processi per omicidio, gli imputati hanno ottenuto uno sconto di pena perché il test del dna dimostrava che avevano una predisposizione genetica a essere aggressivi.
Questa è la frase che potremmo sentire nei film polizieschi del futuro. Nei tribunali italiani sono infatti sempre di più gli imputati che chiedono la prova del dna. Se fino ad oggi è sempre stata usata solo per incastrare i colpevoli, da un po’ di tempo può essere usata anche per scagionarli. Secondo alcuni studi, l’aggressività di alcune persone potrebbe dipendere infatti dal loro dna. Il mondo scientifico è molto diviso sulla validità di queste teorie, ma di recente in due differenti processi per omicidio, gli imputati hanno ottenuto uno sconto di pena perché il test del dna dimostrava che avevano una predisposizione genetica a essere aggressivi.
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