Inchieste di REPORT del 18 Dicembre | Grande spazio al bene più prezioso: l’Acqua
Stasera 18 Dicembre, come di consueto per il lunedì, nuovo appuntamento con REPORT alle 21.10 su Rai3.
Le inchieste…
“Un buco nell’acqua” di Manuele Bonaccorsi. Questa estate i rubinetti di molti italiani sono rimasti a secco, mentre gli agricoltori hanno avuto difficoltà a irrigare, con danni per centinaia di milioni di euro. Secondo il Cnr, la scorsa estate è stata la più secca degli ultimi duecento anni. Solo un caso eccezionale? Probabilmente no. Nell’ultimo secolo la temperatura globale è cresciuta di un grado e i dati sulle precipitazioni dimostrano che le estati sono sempre più lunghe e secche. L’acqua, insomma, è diventata una risorsa scarsa: non ce ne è abbastanza per tutti. Siamo pronti ad affrontare questa emergenza? Mentre gli acquedotti italiani disperdono in media il 38% dell’acqua raccolta, le aziende che la gestiscono riempiono i propri azionisti di utili e dividendi. C’è il caso dei campi agricoli, che usano il 65% degli interi consumi idrici italiani. Qui l’acqua la gestiscono i Consorzi di bonifica, non sempre in modo efficiente. E poi ci sono i piccoli impianti idroelettrici, che, grazie a ricchi incentivi pubblici, tolgono sempre più acqua ai fiumi di montagna, producendo pochissima energia. Se l’acqua manca, i conflitti per l’approvvigionamento sono sempre più frequenti. Siamo sicuri di saperla gestire bene?
“Goccia a goccia” di Giuliano Marrucci: tra tecniche irrigue all’avanguardia, riuso della stragrande maggioranza delle acque reflue in agricoltura, giganteschi impianti per la desalinizzazione e una lotta senza frontiere alle perdite della rete, Israele oggi, nonostante il clima arido, la continua crescita demografica e l’ambizione mai sopita a conquistare l’autosufficienza alimentare, ha più acqua di quanta ne consumi. In Italia, invece, di acqua ce ne sarebbe, ma ne sprechiamo una quantità spropositata, soprattutto in agricoltura. Il risultato è che abbiamo sempre meno acqua e i periodi di siccità sono diventati la norma. Meno male che da qualche anno un nuovo approccio alla gestione del ciclo idrico si sta facendo avanti. È il fenomeno dei servizi ecosistemici, dove l’agricoltura, invece di consumare risorse e inquinare i territori, diventa la prima custode dell’acqua.
“Il doppio fondo” di Emanuele Bellano con la collaborazione di Lorenzo Di Pietro, Norma Ferrara e Michela Mancini. La squadra di Report ha continuato a scavare nei Paradise Papers, l’archivio della società di servizi legali off-shore Appleby. Questa volta, dai paradisi fiscali del mar dei Caraibi affiorano carte riservate che gettano una luce nuova sulla vicenda del polo industriale Electrolux di Scandicci, vicino Firenze. Era il 2008 quando la multinazionale svedese decise di chiudere lo stabilimento. Per scongiurare il licenziamento di quattrocento lavoratori, Electrolux decise di convertire la produzione da frigoriferi in pannelli solari. La società che venne scelta per la riconversione è Italia Solare Industrie del gruppo Mercatech. L’accordo fu firmato sotto il controllo del ministero del Lavoro, dei sindacati, della Regione Toscana e della stessa Electrolux. Il patto fallì, la fabbrica chiuse nel giro di due anni lasciando a casa tutti i lavoratori. Cosa accadde veramente? Quanto erano solide le garanzie finanziarie a cui tutti avevano dato credito?
“Storie di sfruttamento e cipollotti” di Alberto Nerazzini: un’inchiesta originale nel mondo della logistica in Veneto. A Padova, la vicenda del magazzino della Gottardo, dove si stoccano i prodotti di Acqua&Sapone e Tigotà: sei mesi fa la Procura emette quattro misure cautelari per la gestione in stato di schiavitù dei facchini. Ma il Veneto è soprattutto grande distribuzione organizzata: un’indagine nella filiera dei supermercati dell’alimentare, per raccontare il carico di sfruttamento e di illegalità che appesantisce la frutta e la verdura che ogni giorno finisce nelle nostre case.
“Telescrocco” di Giulio Valesini. Trasmettevano a Verona grazie ad antenne e ripetitori radiotelevisivi installati abusivamente sopra alla seconda Torricella Massimiliana, violando il vincolo di tutela che la sovrintendenza per i beni storici e culturali aveva posto sul monumento asburgico. Per questo mercoledì scorso la Procura di Verona ha ordinato il sequestro della torre. Sono rimaste così al buio alcune tra le più importanti televisioni di Verona come Telearena, di proprietà del gruppo Athesis, Telenuovo e Telepace, che da anni trasmettono dalla Torricella senza l’autorizzazione del demanio proprietario del monumento.
Sono una quarantina gli editori che negli anni hanno piazzato i loro ripetitori sopra il manufatto austriaco senza mai pagare neanche un euro allo Stato, che nel 2010 aveva chiesto circa 10 milioni di canoni arretrati. Report racconterà gli ultimi sviluppi.
Sono una quarantina gli editori che negli anni hanno piazzato i loro ripetitori sopra il manufatto austriaco senza mai pagare neanche un euro allo Stato, che nel 2010 aveva chiesto circa 10 milioni di canoni arretrati. Report racconterà gli ultimi sviluppi.
“La nave va” di Francesca Ronchin. «Via le grandi navi» da crociera da San Marco. Clini e Passera l’avevano detto nel 2012, con un decreto firmato due mesi dopo la tragedia della Costa Concordia e pensato per evitare la pratica dell’”inchino”. Da allora, davanti alla basilica del santo protettore sono passate tremila navi da crociera, circa cinquecento all’anno, le compagnie costruiscono navi che raggiungeranno le duecentomila tonnellate, il doppio della Costa Concordia. A Venezia, però, si ragiona ancora su percorsi alternativi. Dopo sei anni, lo scorso 7 novembre, sul tavolo è spuntata l’ipotesi Marghera. Ambientalisti, lavoratori e industriali restano sul piede di guerra. E mentre tutti continuano ad essere contro tutti, la nave va.
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