Combattere il Bullismo: Nuove Storie, Nuova Speranza su Rai2

La seconda stagione di “#MaiPiùBullismo”, il pioneristico programma televisivo di social coaching, torna su Rai2 dal 13 gennaio al 3 febbraio. Quest’anno, in collaborazione con Rai e il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), il programma, che ha riscosso un enorme successo di pubblico e critica nella sua prima stagione, si impegna nuovamente a sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno complesso che coinvolge non solo gli studenti vittime di bullismo, ma anche le famiglie, le scuole e l’intera comunità. Per raggiungere un pubblico più ampio, le quattro puntate, in onda inizialmente in seconda serata, saranno riproposte nel palinsesto pomeridiano del sabato, alle 13:30, a partire dal 13 gennaio. Condotto da Pablo Trincia, il programma continua ad adottare la stessa efficace formula: il giornalista, nella sua veste di coach, darà voce ai giovani che hanno subito atti di bullismo, dialogando con i loro genitori e i dirigenti scolastici per favorire un confronto finale chiarificatore tra le vittime e i loro compagni. Il racconto, tramite video-diari intimi e toccanti, svela il profondo disagio dei ragazzi, offrendo loro un’opportunità per superare l’isolamento e far sentire la propria voce. La prima puntata seguirà il caso di Pietro, uno studente di Palagiano (Taranto), già protagonista della scorsa stagione, con un aggiornamento sulla sua situazione. In quest’occasione, Trincia è tornato nell’Istituto Agrario di Massafra, dove Pietro frequenta, organizzando, grazie alla collaborazione del preside Francesco Raguso, un concerto del rapper Shade (celebre per il brano estivo “Bene, ma non benissimo”) per gli studenti dell’istituto. L’incontro tra Pietro e Shade rivelerà sorprendenti punti in comune. Le puntate successive presenteranno tre nuove storie: due ragazze che frequentano la scuola media e una studentessa del liceo. L’uso di microcamere ha permesso di documentare fedelmente la quotidianità delle ragazze, fornendo prove concrete delle loro esperienze e incoraggiandole a condividere apertamente le loro emozioni, le loro paure e le difficoltà nell’esprimersi sia con i genitori che con gli insegnanti, superando così quella barriera di diffidenza spesso presente nei racconti delle vittime di bullismo.