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Un’avventura ciclistica invernale da Trento a Limone sul Garda

Preferisco esplorare luoghi meno battuti, soprattutto quando il clima è clemente. Pertanto, ho scelto di percorrere in bicicletta una parte meno conosciuta del Lago di Garda, partendo da Trento per raggiungere l’incantevole Limone sul Garda, una località per me del tutto nuova. La neve caduta la notte precedente aveva drappeggiato Trento di un velo bianco, amplificando il fascino già intrinseco di questa città. Uscire dall’auto e salire in sella ha richiesto un’analoga transizione, simile a quella tra una calda doccia e il rapido avvolgersi nell’accappatoio. Ho imboccato la Strada Statale 45 bis, che serpeggia tra le colline che circondano Trento, dirigendomi verso il lago. A Padergnone ho scoperto due pittoreschi laghetti di montagna, prima a destra e poi a sinistra, finora sfuggiti alla mia attenzione. Giunto a Sarche, ho preso una pista ciclabile, raggiungendo velocemente Arco. Lo specchio d’acqua del Lago di Cavedine, con i suoi riflessi di cielo invernale e il verde delle conifere, era di una bellezza assoluta. Arco, a pranzo di una domenica invernale, pulsava di una piacevole atmosfera festosa. Bar all’aperto pullulavano di gente che si godeva i semplici piaceri della vita di paese: spritz, patatine e olive erano di rigore. Dopo un lento slalom tra i passeggini, ho proseguito verso Riva del Garda, senza interruzione. La temperatura era aumentata, il sole, seppur in un arco breve tipico della stagione, scaldava piacevolmente. Pedalando lungo la Gardesana, ho potuto godere appieno di panorami mozzafiato, per me completamente inediti. Limone sul Garda, inizialmente nascosto dalla vista perché la strada statale correva a una quota più elevata, si è poi rivelato come un prezioso topazio giallo incastonato in un anello d’argento. Una conversazione con un anziano del luogo mi ha svelato la storia del paese, un tempo raggiungibile solo via lago, dettaglio che spiega il suo aspetto medievale intatto. Una ripida stradina lastricata, così stretta che un’auto difficilmente passerebbe, mi ha condotto in paese. Una grande limonaia mi ha subito chiarito l’origine del nome e mi ha convinto a fermarmi per pranzo. Ho condiviso il pasto con una famiglia di turisti tedeschi, scattando una foto ricordo: io, l’ “alieno” ciclista, e loro, i turisti in Italia. La nostra Italia, bella come un limone, inconfondibile nel suo aspetto e nel suo sapore. Iscriviti alla nostra Newsletter per rimanere aggiornato sulle novità! [mailpoet_form id=”2″]

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