E POI COSA FAI?INEDITOMUSICARUBRICHE

GIL SANDERS – Dj e ottimo produttore, un bravo ragazzo che sa il fatto suo! Intervista

Gilberto Giannoni aka Gil Sanders, è quello che mi piace definire un bravo ragazzo che sa il fatto suo. E’ un ottimo produttore, un buon Dj, ma soprattutto, è uno che sa stare al suo posto, senza rendersi mai antipatico agli occhi dei colleghi.
Insomma, è uno di quelli che porterei con me, qualora un giorno decidessi di aprire un management artistico.
Ci siamo visti in poche occasioni, ma tra di noi è subito scattata quell’empatia, insolita per chi fa questo tipo di lavoro e si guarda per la prima volta in faccia.
Approfitto di quest’intervista anche per scusarmi con lui, per uno degli scherzi più infami che avessi potuto mai fare ad un collega, ossia fargli credere durante una serata (dove entrambi eravamo ospiti), che ci fosse un fidanzato geloso dell’est, pronto a pestarlo fuori dal locale, perché aveva scoperto che Gil faceva il cascamorto con la sua ragazza.
Chiaramente non era vero niente, ma i messaggi anonimi che continuavano ad arrivargli sul cellulare mentre suonava, facevano sì che avesse una delle espressioni più divertenti ed impaurite della storia del Clubbing ahahah
So che prima o poi me la farà pagare, ma so anche che se non lo considerassi un amico, non avrei mai fatto una cosa del genere…

Ecco a voi Gil Sanders: uno che ce la farà!

Ciao Gil… io ti conosco, ma oggi qualcuno avrà modo di scoprirti, quindi inizierei dal tuo nome, anzi dal tuo soprannome da Dj: come mai Gilberto Giannoni ha scelto di chiamarsi GIL SANDERS?
Come tutti ben sanno, il nome è importante, in qualsiasi settore, e ovviamente, “Gilberto Giannoni” non si addice molto ad un DJ. Quindi ho scelto qualcosa che mi rappresentasse ‘Gil’ e qualcosa che mi desse un tocco un po’ più internazionale ‘Sanders’.

Perché non hai tenuto tenuto il tuo vero nome? Forse pensavi che fare il Dj fosse un piano B?
Assolutamente NO! Sogno di fare il DJ da quando ho 12 anni e il produttore discografico da quando ne avevo 12 e mezzo.

Passiamo alla consolle: Fare il Dj ti piace come quando hai iniziato o ci sono stati episodi che ti hanno fatto passare un po’ la fantasia?
Gli episodi che ti fanno passare la “fantasia” ci sono quotidianamente in questo LAVORO, anche nei momenti e nei posti migliori. Se dovessi fare un elenco starei qua ore a dirne di tutti i colori.

Oltre alla consolle, tu hai una grande credibilità come produttore, visto che sei uno dei più ricercati. Qual è il miglior modo per far capire ad un “incapace” che ti commissiona un lavoro, che devi essere pagato il giusto e non sottopagato?
Parto dal presupposto che il tempo di ogni persona è la cosa più preziosa che ha, quindi il tempo che dedichi ad altri o a fare altro ha sicuramente un valore e le cose fatte bene non sono mai gratis. Ovviamente bisogna sempre vedere chi hai davanti e cercare di essere il meno scortese possibile. Alla fine si può sempre trovare un accordo senza doversi svendere.

Ti è mai capitato di incappare in qualcuno che non ti abbia pagato un lavoro di produzione o una serata? Se sì, sentiti libero anche di sputtanarli…
Credo che almeno una volta sia capitato a tutti quelli che fanno o hanno fatto questo lavoro. Di solito succede con le persone che ti promettono il mondo, per poi darti il niente o quasi. Nelle serate mi è capitato di arrivare a fine serata e di discutere con il titolare per 50€ in più o in meno nella busta, alle 6 del mattino, dopo 3 ore che aspetti per andare via e magari dopo più di 24 ore che non vedi il letto. Che fai? Gestisci la situazione con calma e tranquillità…!? Per quanto riguarda le produzioni, è capitato un paio di volte quando iniziai a produrre per altri, poi ho preso le dovute e semplici precauzioni, come il pagamento di un anticipo. L’importante è sempre rifiutare proposte di ‘scambio favore’ che, nel 99% dei casi va a finire che tu fai il favore e poi non vieni ricambiato.

Sempre parlando di consolle: ci sono giovanissimi che credono d’essere arrivati e dall’altra parte, vecchi irriducibili che non vogliono rimodernarsi, ma peggio ancora, non se ne vogliono andare. Hai una soluzione per toglierceli dalle palle?
Io sono dell’idea che volendo, ci sia lo spazio per tutti. Come succedeva anni fa, le consolle erano composte da dj più “anziani” che istruivano, o semplicemente, facevano vedere come si fa questo mestiere; parlo della famosa gavetta che fortunatamente io ho fatto e che oggi giorno non si fa più. Colgo anche l’occasione per ringraziare Matteo Tintori e Francesco Follati che mi hanno aiutato molto in tutto questo, specialmente agli inizi, dove abbiamo condiviso per anni la consolle della Canniccia, locale storico della Versilia. Togliere i dj più anziani non è mai semplice, forse è quasi impossibile in molti casi, ma devono essere i direttori artistici o i titolari a gestire al meglio certe situazioni che richiedono sia il ‘vecchio’ che il ‘nuovo’.

Ti è mai capitata qualche situazione spiacevole in qualche Club? (Intendo oltre a quando io ti ho fatto credere d’essere guardato a vista da un fidanzato geloso, che voleva scuoiarti vivo)…
Hahaha Bastardo!! Una che ricordo è quella che ho citato prima. Stare a discutere alle 6 del mattino quando sei lontano da casa e hai viaggiato per molto tempo per essere in un posto, nell’orario stabilito, dopo aver fatto al 3000% il tuo dovere e aver fatto divertire anche chi non c’è, è sicuramente spiacevole. Soprattutto in una serata con il locale pieno e senza alcun problema di fondi.

Sempre parlando di Dj: in percentuale, quanti sopravvalutati ci sono attorno a noi che non fanno altro che ridicolizzare questo mestiere?
Beh, anche qui la lista è lunga, ma fa tutto parte del ‘gioco’. Oggi giorno non sai mai con chi o cosa devi scontrarti. L’importante è trovare sempre la forza per andare avanti, nonostante tutto e tutti, perchè ci sarà sempre qualcuno che arriverà da qualche parte prima di te, anche se non se lo merita.

Ritorniamo in studio. Meglio collaborare con gli Italiani o con gli stranieri?
Secondo me non c’entra molto l’Italiano o lo straniero; la musica è un linguaggio universale. Ci sono persone con cui ti trovi meglio e altre con cui fai più fatica. Quello con cui mi sono trovato meglio fino ad oggi è l’Olandese Tom Ferro. Con lui ho creato forse le mie tracce migliori e mi sono tolto delle belle soddisfazioni, ma soprattutto è stato come lavorare con un amico anche quando non ci conoscevamo affatto. Pensiamo sempre la stessa cosa e

abbiamo idee simili o uguali.

Ci sono un sacco di ragazzi giovanissimi li fuori che ti chiederanno spesso come si fa a diventare un produttore figo e famoso. Tu hai una tua ricetta?
Se avessi la ricetta forse adesso ti starei scrivendo dal mio Jet privato. L’unica cosa che posso dire a chi inizia o pensa di iniziare è che ci vuole molto molto molto tempo per avere risultati, e i risultati si hanno con il sacrificio e con tanta voglia di fare qualcosa di importante per se stessi, in primis, e poi per gli altri. Quello che vogliamo fare e a dove vogliamo arrivare, deve essere un pensiero fisso, giorno e notte. Non dovete mai avere fretta e circondatevi di persone che siano in grado di stimolarvi, di insegnarvi qualcosa e che vi spingano a dare il meglio di voi stessi.

Quanto conta ad oggi avere un manager?
Per me oggi è fondamentale. Dà molta più importanza a quello che fai. Sicuramente, se è serio, aiuta molto sotto tanti punti di vista, anche nel lato umano al di fuori del lavoro. Da quando sono in Black Hand Agency con Simone Bernardo, le cose sono cambiate molto e grazie a lui ho firmato da poco anche con 2-Dutch Mgmt e spero che le cose vadano sempre meglio.

Quanto conta invece avere una vita normale, una volta tornati a casa dopo una serata?
Per fortuna il mio lavoro e la mia vita gira intorno a tutto questo, quindi anche quando torno a casa penso sempre a cosa devo fare o cosa ho da fare. Ma è anche importantissimo staccare e non pensare a niente o cercare di pensarci il meno possibile, soprattutto quando le cose non vanno come vorresti. Bisogna ricaricare un po’ le batterie e schiarire le idee per poi tornare sul pezzo.

Se dovessi scegliere: una notte da… Franchino, La Troya Assassina o una Dj donna tettona con i mixati preconfezionati? (pensaci bene, non è così scontato)…
Beh, direi una notte da Franchino. Almeno per una sera proverei cosa significa la “magia” che ti porta via con la musica.

Ultima domanda: quando dicevi alla gente di fare il Dj e loro scetticamente rispondevano “E POI COSA FAI“, tu cosa pensavi?!
Purtroppo capita spesso con chiunque. E’ difficile far capire alle persone che quello che fai è un vero e proprio lavoro, per svariati motivi. Il 70% delle persone che lo fanno, lo fanno così per hobby, quindi l’opinione “popolare” ti porta a subito a pensare che non è un vero e proprio lavoro. Specialmente se poi lo associ al mondo della notte e a tutto ciò che ne concerne. Il concetto è che chi non fa il DJ (e producer) non potrà capire quello che fai ed è sempre difficile spiegarlo in poche parole.

Salutaci con uno sfogo che fino ad oggi ti sei sempre tenuto dentro…
Vi saluto semplicemente dicendo che spero un giorno di arrivare a livelli molto alti, altissimi, e poi aiutare chi veramente si merita qualcosa di più in questo mondo e non riesce ad emergere, come già tanti grandi artisti fanno. Così da rompere le barriere del demenziale/virale e dare spazio alle cose veramente belle e fatte con il cuore e il sacrificio.


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Fabio De Vivo

Nato a Napoli il 22 maggio 1982. Dj, speaker radiofonico, conduttore televisivo, autore, web content writer ora anche nella famiglia di M SOCIAL MAGAZINE con la rubrica “E POI COSA FAI?”