L’ipocrisia del giudizio pubblico e l’uso della cannabis

Considero già un’eccessiva concessione definire “famosi” gli ospiti. In molti casi, l’ignoranza della sfera privata è preferibile, permettendo una più libera interpretazione del personaggio e della sua interiorità. Idealmente, le figure pubbliche dovrebbero ispirare solidarietà e positività, ma qui osserviamo il contrario: aggressività, invidia e rivalità fra individui disperati, particolarmente evidenti nella vicenda delle canne. È importante ricordare che il THC, componente principale della cannabis, trova impiego in terapie antalgiche in altri Paesi, e in Italia viene persino coltivato dall’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze per la successiva distribuzione alle farmacie. Ovviamente, l’abuso comporta effetti cerebrali dannosi, ma questo non è il punto focale. Il problema è la pervasiva ipocrisia nel fingere che l’uso di cannabis sia estraneo al mondo dello spettacolo, mentre la sua diffusione, anche tra gli adulti, è un dato di fatto. Questa finta sorpresa e indignazione serve solo a mascherare una banale superficialità. Infatti, la televisione spesso si basa su luoghi comuni e su una piatta concezione cognitiva.