La Natura della Crudeltà: Radici e Ripercussioni

L’adattabilità della mente umana è straordinaria. La ripetizione di un’azione porta a padronanza e sicurezza. Imparare ad andare in bicicletta, ad esempio, richiede inizialmente un delicato equilibrio tra coordinazione fisica e mentale. Una volta superata la fase iniziale, è difficile fermarsi, e l’abilità acquisita resta impressa. Durante l’infanzia sperimentiamo un ventaglio di emozioni, fondamentali per le scelte future. Un pizzicotto suscita istintivamente la reazione di restituire il colpo, per misurare il dolore altrui in base alla propria esperienza. La crudeltà, però, va oltre una semplice reazione immediata. Rappresenta un atteggiamento di sopraffazione, spesso rivolto a un’immagine preconcetta dell’altro, piuttosto che alla persona stessa. La risposta con la stessa moneta alimenta un circolo vizioso, dannoso e improduttivo. L’abitudine, come detto, plasma la nostra mente, rendendo certe azioni quasi automatiche. Anche il dolore, ripetuto, può diventare una parte integrante della nostra realtà, offuscando la distinzione tra causa ed effetto. La familiarità, che trasforma il nuovo in consueto, può persino offuscare la percezione del bene e del male. Viviamo in un’epoca caratterizzata da un’alta diffusione della violenza. Nonostante il nostro istinto ci spinga a rifiutare la sofferenza, spesso contribuiamo a normalizzarla, difendendoci da tutto e da tutti. La mia esperienza personale con la crudeltà e il dolore mi ha insegnato a perdonare, a comprendere le ragioni, anche se inizialmente ho creduto di meritare la sofferenza inflittami. In realtà, ho capito che il problema non era intrinsecamente in me, bensì nel mio permettere agli altri di agire in quel modo. La crescente tendenza a ferire il prossimo, senza considerare le conseguenze, è innegabile. Anche a me capita, alla guida, di provare un’irrefrenabile rabbia verso chi si dimostra ottuso o scortese, tanto da desiderare di reagire con aggressività. La mente fatica a ricordare che solo l’amore può contrastare i pregiudizi. Spesso, dietro ottusità, aggressività e maleducazione si celano paura, stress e ignoranza. L’umanità è un caleidoscopio di emozioni, ma mentre i bambini possono avere attenuanti, gli adulti sono responsabili delle proprie scelte. Ogni volta che percepisco crudeltà, mi ripeto: “Mi dispiace per te, perché potresti provare amore per me, come io provo per i miei simili”. Anche quando ci si sente nel giusto, sostituire “devo” con “voglio” e aggiungere “amare” come verbo può fare la differenza. Solo l’amore è dinamico, la crudeltà è statica, impedisce il miglioramento. Offrendo a tutti la possibilità di migliorare, eleviamo noi stessi.