L’artista Federico Montaresi e la sua esplorazione artistica dello spazio-tempo

Federico Montaresi, un ventitreenne, sta emergendo nel panorama dell’arte contemporanea con una visione artistica originale e profonda. Lontano dalle tecniche tradizionali della pittura, come egli stesso sottolinea, la sua opera si concentra su concetti basilari, tra cui la sua personale percezione del tempo come struttura sociale e inevitabile vincolo esistenziale. Questa inquietudine ha dato origine, quattro anni fa, alla sua prima serie di lavori, realizzati su lamine metalliche trattate con solventi chimici per creare effetti di ossidazione controllata. Questo processo iniziale ha segnato l’inizio di un viaggio di ricerca personale, che lo ha portato a esplorare il tempo attraverso le lenti della fisica, della filosofia, della psicologia e dell’arte, studiando autori come Carlo Rovelli, Julian Barbour, Edoardo Boncinelli e Stephen Hawking. Questo percorso ha inevitabilmente indirizzato il suo interesse verso i buchi neri, misteriose entità cosmiche che distorcono la percezione spaziotemporale, offrendo un terreno fertile per la sua espressione artistica. La sua prima mostra personale, “INTØ – concetto spaziotemporale”, tenutasi presso lo spazio RAL di Lerici, in Liguria, rappresenta la sintesi di questa ricerca. L’esposizione presenta una visione concettuale e non figurativa dei buchi neri, mirata a creare nell’osservatore un’esperienza ipnotica di percezione spaziotemporale autonoma, un “ingabbiamento” nella gravità del nero cosmico che favorisca un dialogo interiore, più veloce del flusso verbale, attivando così i loop spaziotemporali che l’artista ricerca. L’attrazione per i buchi neri, per Montaresi, nasce dalla combinazione del loro fascino misterioso e della loro sfida alle convenzioni temporali. Essi rappresentano sia un punto d’arrivo, in quanto nemesi della sua paura del tempo, sia un punto di partenza, aprendo a innumerevoli interrogativi cui l’arte offre risposta. L’opera di Montaresi si propone di far sperimentare allo spettatore un’analoga “perdita di informazioni” simile a quella che si verifica al di là dell’orizzonte degli eventi di un buco nero, una condizione che l’artista non considera necessariamente disgiunta dal processo artistico in sé, anche se riconosce l’influenza del tempo su qualsiasi forma espressiva, dal ritmo musicale alla durata di un’opera. Il suo obiettivo è indurre nel pubblico una sensazione di ignoto, simile ad un perpetuo moto astrale, un trascinamento gravitazionale verso l’eterno. Le tecniche utilizzate sono varie ed eclettiche, frutto di una formazione che ha incoraggiato la sperimentazione. Acciaio, solventi, bruciature, acrilici, spray e smalti sono solo alcuni degli elementi impiegati, con l’artista che rifiuta l’etichetta riduttiva di “pittore”. Montaresi sta ora concentrando i suoi sforzi sulla carriera artistica a tempo pieno, con l’obiettivo di farla diventare la sua occupazione principale ancora prima della laurea, la cui tesi esplorerà proprio l’inesistenza del tempo nella percezione artistica. È prevista una collettiva a Firenze, nel mese di giugno, negli spazi sottostanti la Basilica di San Lorenzo, dove presenterà due grandi dipinti (probabilmente conclusivi della serie sui buchi neri) e un’installazione intitolata “Continuum”, che prosegue l’esplorazione del tempo nella società contemporanea.