Permettere e agevolare la crescita dei nostri giovani, anche e soprattutto in campo artistico, non è necessariamente qualcosa di spettacolare. Dovrebbe essere solo un fatto educativo, innanzi tutto e, se del caso, quando lo stile pedagogico è valido davvero, diventare occasione di spettacolo.
Al di là, comunque, di queste considerazioni, ha attratto la mia attenzione la recente notizia del contenzioso legale tra il cantante Valerio Scanu e Maria De Filippi. Vie legali, dunque, fra un giovane e una donna oramai attempata che non è riuscita nel suo intento educativo, nonostante la trasmissione continui ad attirare l’interesse di molti giovani. Certo, non sappiamo se sono davvero i giovani a coltivare questo sogno mediatico, oppure i loro genitori. Oggigiorno, la linea di demarcazione che un tempo segnava i due territori è sempre più labile, quando i genitori ci sono. Altrimenti, non ha nemmeno senso parlare di territori. Ma questo è un altro discorso.
Ciò che nella faccenda è triste, riguarda la necessità di scrivere un libro per dire quello che nessuno di noi pensa, oppure crede. Almeno, cosi ritiene l’autore, il cantante Valerio Scanu, che deve tutto il suo successo (se di successo possiamo parlare…) alla trasmissione della Santa Laica Maria.
È possibile arrivare a questi punti, disconoscendo i vantaggi che sono derivati da questa opportunità?
E, nello stesso tempo, è possibile crescere artisticamente, professionalmente e dunque anche come persona, e sentire l’esigenza di dire cose che portano ad azioni legali difensive? Ma che Scuola è? Si può imparare a diventare artisti e mantenere un profilo così dipendente, senza essere riusciti a crescere in autonomia, autostima e determinazione? Penso che una scuola seria, anche se spettacolarizzata, avrebbe bisogno di informazioni antropologiche più chiare, proprio sul ruolo che l’arte possiede nel migliorare i comportamenti fra le persone. E ce lo ha ricordato molto bene e ultimamente Michele Massimo Casula, nella sua rubrica, proprio in questo Magazine, quando spiega il concetto di lealtà. Dovremmo tutti meditare, e forse insegnare ai nostri giovani a farlo, assieme a qualche adulto cresciuto.
ERRATA CORRIGE in DATA 11/04/2018
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