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LIVE REPORT – Francesca Michielin illumina il Quirinetta di musica e magia

Ieri sera, giovedì 12 Aprile, si è tenuta la tappa romana del 2640 Tour di Francesca Michielin tra la magia scenografica e la versatilità musicale dell’artista.

“E’ una figata essere qui, da dove tutto è cominciato!”: è una Francesca grintosa e sfrontata ad annunciare questa frase dopo le prime 3 canzoni, una delle poche nel ‘club Quirinetta’ che l’ha accolta con una sala sold out, composta da voci di tutte l’età all’unisono,  continui flash dei dispositivi mobili e  occhi inumiditi per via del grande bagaglio d’esperienza raggiunto in così poco tempo. Infatti l’artista veneta è definitivamente esplosa da quel Festival di Sanremo 2016, ma la Capitale è stata il trampolino di lancio sul lato performativo, uno spettatore silenzioso pronto a diventare chiassoso e ad accrescersi “come lava” dopo il capolavoro artistico di ‘2640’. E’ proprio lui il grande protagonista dell’intera serata, nel rimario della band, negli strumenti imbracciati da Francesca Michielin, e sul palco a led geometricamente sotto il segno dei triangoli e riconconducibile al famoso gioco ‘Tangram’.

Aggressivi per ‘Vulcano’, policromatici per ‘Tapioca’ e tenui per ‘Distratto’: i colori del palco si sono armonizzati con i suoni, toccando ogni gradazione possibile per creare un’esperienza immersiva a 360 gradi per lo spettatore e per la cantante stessa, con la suggestiva associazione tra sfondo e suono del pianoforte sulle note di ‘Tutto è magnifico’. La scelta stilistica, curata perfettamente dal visual designer Giò Forma insieme a Francesca Michielin, si riaggancia coerentemente con il concept dell’ultima opera musicale, adattandola pure ai successi precedenti di ‘Di20are’ – tra cui l’acclamato ‘Nessun grado di separazione’, il ‘cinematografico’ ‘Amazing’ e ‘Lontano’ – e il primo singolo ‘Distratto’.

“ESSERE TENERI E’ UN ATTO DI CORAGGIO”

Dolcezza e sfrontatezza dunque per Francesca Michielin che ha messo a nudo la sua versatilità vocale e da polistrumentista, variando su sonorità talvolta minimali, talaltre elettro-pop, senza disdegnare l’hip-hop e il cantico urbano con ‘Tapioca’, utile anche per ringraziare l’intera platea. In attesa di un ipotetico 2641 per continuare il sogno di una giovane artista sempre più matura.


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Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).