Siamo così abituati a sentir parlare di omofobia, di violenza, di bullismo, di razzismo e della xenofobia, indiscriminata avversione nei confronti di ciò che delle piccole e malate menti considerano diverso, che con le parole pensiamo di poter cambiare il mondo, ma le parole si sa, lasciano il tempo che trovano e scivolano via, si perdono, come la dignità dei protagonisti di questa ennesima sconfitta ripresa dalle telecamere e rimbalzata su tutti i social network.
Se ne parla troppo. È questo il dramma, perché se ne parla solo e non si fa abbastanza. Tutti pronti ad argomentare comodi nei salotti dorati e mai pronti ad arginare, nelle giuste occasioni e all’occorrenza, uno dei tanti mali del nostro secolo, quando più che parlarne c’è urgente bisogno di prendere un provvedimento serio e repentino.
Cara Barbara, ti scrivo così mi vergogno un po’, per questa nuova edizione di Grande Bordello che, già alla terza puntata, è arrivata alla frutta. Ci avevate promesso un’edizione pazzesca, favolosa. Nelle case degli italiani, anche in quelle dove non ha potuto studiare nessuno, il termine “pazzesca” e “favolosa” non ha nulla a che vedere con l’aberrante e raccapricciante visione di mezzi uomini alle prese con mezze donne pronti a mostrarci quanto di meno profondo può far parte alle volte dell’animo umano!
Mi chiedo e ti chiedo, cos’altro dovrebbero suggerire lo squalificato Baye Dame Dia e gli altri solidali inquilini, ad un pubblico costretto ad assistere inerme, senza poter intervenire in alcun modo, di fronte immagini forti e parole schifose, talmente schifose che risultano impossibili da digerire anche per me, che sono solito digerire anche pietre sepolcrali?! Che cosa?
Che la violenza può essere assunta prima e dopo i pasti ad intervalli di poche ore?
Che la libertà di mostrarsi, nel bene o nel male, per quello che realmente siamo può essere limitata da chi crede di essere padrone di un momento?
Che una persona di colore perché vittima di discriminazioni può discriminare chiunque?
Che non c’è fine al peggio e che peggio di così si può solo che morire di vergogna per l’immagine che stiamo dando di noi stessi?
Perché io mi sento crepare in questo momento! Perché io mi vergogno di questa televisione che non ha più nulla da insegnare ad anima viva! Perché io non voglio non poter dire la mia per paura di finire esiliato, non più invitato e chissà, magari bandito perfino dalle reti locali!!!
Sono proprio questi i MITI scelti per spiegare qualcosa alle generazioni moderne?! Sei sicura? Queste le persone selezionate da prendere come modello, esempio o guida? Perché se sono queste, io la spengo la TV, anzi, nel mio piccolo invito tutti a farlo, a dissociarsi da certi fenomeni da baraccone che fanno dello spettacolo una rappresentazione dannosa e volgare.
Una comunicazione violenta non può che portare, cara Barbara, a fenomeni di odio e violenza come quelli che siamo costretti a subire in questi ultimi anni.
Quando, domando, oltre al cuore riusciremo a metterci un po’ di cervello, perlomeno nella scelta delle personalità che si muovono indisturbate e si ripetono nelle opere e nelle omissioni sotto l’occhio onnisciente dei cameraman che continua imperterrito a farla da padrone?! Quando???
Quando sei pronta, fammi un fischio, sono favorevole e disponibile alle nuove collaborazioni.
In attesa di un tuo o vostro cortese riscontro, vi porgo i miei più distillati saluti.
Con affetto L’irriverente quanto basta, il profondo casomai
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