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Al via la Mostra Multimediale “Massimiliano e Manet”, al Museo di Trieste

La mostra dà vita all’incontro impossibile tra l’Imperatore del Messico, fucilato il 1 giugno 1867, e Edouard Manet, il grande pittore francese che, indignato dalla vicenda, denunciò con la sua pittura le responsabilità francesi.
Dopo le celebrazioni dei 150 anni dalla morte di Massimiliano D’Asburgo, Miramare propone un interessante percorso immersivo e multimedialeMassimiliano e Manet” allestito negli spazi delle Scuderie del Castello, a Trieste dal 12 maggio al 30 dicembre 2018. La mostra dà vita all’incontro impossibile tra l’Imperatore del Messico, fucilato il 1 giugno 1867, e Edouard Manet, il grande pittore francese che, indignato dalla vicenda, denunciò con la sua pittura le responsabilità francesi.
Per ricordare i passati 150 anni dall’avvenimento – ha spiegato la Direttrice Andreina Contessa –  abbiamo allestito la mostra Massimiliano e Manet. Un incontro multimediale propone un punto di vista inconsueto e un modo innovativo di raccontare la storia di Massimiliano d’Asburgo, iniziando dall’evento più tragico, problematico e difficile da narrare: la sua tragica esecuzione in Messico“.
Il racconto – prosegue la Direttrice – è organizzato come un viaggio da Miramare al Messico a Parigi – dove la notizia della tremenda fucilazione arriva via stampa e scuote l’animo degli intellettuali e di un grande artista del tempo – e infine a Trieste, luogo del ritorno e del presente. Un viaggio poetico attraverso il mare – amatissimo da Massimiliano e costellato dai suoi pensieri vagabondi sulle onde – chiude il percorso e ci riporta al Messico di oggi, dove questo evento è stato rivistato da due artisti messicani contemporanei [Calixto Ramirez Correa ed Enrique Méndez de Hoyos]”.
Ad accompagnare i visitatori in questo flashback virtuale è la narrazione teatrale ideata dallo sceneggiatore Alessandro Sisti e recitata da Lorenzo Acquaviva, che nei panni di Massimiliano fa rivivere le emozioni e le contraddizioni di questa trama, raccontando in prima persona le preoccupazioni dell’imperatore, il suo amore per Carlotta e per Trieste, il suo impegno per il Messico e i suoi tentativi di un governo illuminato.
La “multimedialità” è al centro di questa rievocazione, instaurandosi su più livelli di lettura, non solo per l’evidente relazione tra il racconto digitale e l’ambiente di Miramare in cui questo viaggio viene “rivissuto”, ma anche per la pluralità di piani cui rimanda. Dai giornali, attraverso cui Manet viene a conoscenza della tragica fine di Massimiliano, alla pittura come mezzo di denuncia capace di aprire un acceso dibattito sulla censura – che fu animato peraltro dallo scrittore Émile Zola e coinvolse figure come Giosuè Carducci e Franz Listz -, dalla narrazione scenografica e potente ai video finali di due artisti messicani che ci riporteranno all’oggi. In questo tessuto di connessioni emergerà anche la doppia valenza dell’arte, che se da un lato indossa le vesti ufficiali della cronaca, come mostrano i dipinti del tempo esposti nelle Scuderie e nel Castello, dall’altro esprime la sua capacità di smascheramento della rappresentazione della realtà.

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Monica Landro

Studi classici, una laurea in Lettere e Filosofia e un tesserino dell'Ordine dei Giornalisti. Questo è il CV in estrema sintesi. Ma quello che veramente mi descrive è l'amore per la musica, per i libri, il teatro e i viaggi. Amo cucinare le torte e prendermi cura delle mie piante. Odio i calcoli matematici, le percentuali e i problemi di geometria. Amo stare in mezzo alla gente ma amo ancora di più stare con me stessa. Amo la Sicilia, i suoi colori, sapori e tramonti. Ogni volta che la vita mi sembra difficile, cerco di raggiungere uno scoglio, mi siedo e ne parlo con il mare.