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Meccaniche dell’esitare: “un brano che parla di me” | Ce lo racconta in questa intervista Marco Profeta

Lo abbiamo incontrato nel mese di Dicembre per parlare del suo singolo “E poi arrivò Dicembre” che nei mesi ha raccolto molto successo e consensi, oggi siamo qui per parlare del suo nuovo lavoro, lui è Marco Profeta che abbiamo intervistato per voi! Dopo aver letto quello che ha da dirci ascoltate e guardate il video, sicuramente un brivido d’emozione vi travolgerà!
Ciao Marco, ci siamo incontrati su queste pagine a Dicembre per parlare del tuo singolo “E Poi arrivò Dicembre (L’Amore Resta)”, ora siamo qui con “Meccaniche dell’esitare”, è un’evoluzione del primo singolo o un brano che sapevi già che dovessi lanciare?
“Meccaniche dell’esitare” in realtà è un brano che ho tenuto per molto tempo “nel cassetto”. Parla di me, di tutte le volte che ho esitato e sono scappato senza affrontare la realtà. Il fatto di mettere tanto a nudo una mia parte mi ha fatto, appunto, “esitare” (ride) nel produrre il pezzo. Poi, grazie ai miei producers Daniele Rossini e Daniele Loreti (44.100 produzioni musicali, ndr) mi sono convinto. Non ti nascondo che avevo una gran voglia di comunicare ed alla fine è prevalsa.
“Meccaniche dell’esitare”, spiegaci in poche parole cosa significa, o meglio, che significato dai tu a questa canzone?
Abbiamo solo una vita a disposizione, “poche battute” per assaporare un milione di cose. tendiamo a cercare e vivere solo le cose belle, è l’istinto. Ma dovremmo imparare a non fuggire davanti a situazioni diverse, alle incomprensioni, ai litigi, ai dolori. dovremmo evitare di scappare ed avere il coraggio di confrontarci, con gli altri, ma prima di tutto con se stessi. questo è  “Meccaniche dell’esitare” per me. La voglia di parlare a se stessi, di non fuggire quando le situazioni diventano scomode, il coraggio di restare “pronto al dolore” cit.
Quando l’hai scritto chi ti ha “ispirato” o cosa ti ha “ispirato”?
mi trovavo in aereo da solo ed il cellulare si era scaricato, così mi sono messo ad osservare le persone in volo con me, ascoltare i loro discorsi… mi sembrava di essere in un film… in quel raro momento di assenza di stimoli – di solito lo smartphone per me è fonte di mille cose da fare e vedere – ho sentito affiorare un mio pensiero solitamente silente, quello che mi porta a confrontarmi con me stesso e che spesso non ascolto. mi sono fatto prestare un foglio dalla hostess ed ho scritto “difficile parlare a se stessi, spostare i problemi da dove li hai messi” . da lì è partito tutto.
Una volta registrato il pezzo a quale persona lo hai fatto ascoltare per prima? E cosa ti ha detto dopo l’ascolto?
in realtà non l’ho fatto ascoltare a nessuno prima della pubblicazione. E’ un pezzo che mi mette molto a nudo, volevo che alla musica fosse accompagnata l’immagine come primo impatto. devo ammettere che moltissime persone mi stanno scrivendo e percepiscono il messaggio del brano, sentendolo proprio, la cosa mi fa davvero felice, sia perchè ciò che volevo dire è arrivato alle persone, ma soprattutto perchè mi sento meno solo nelle mie “esitazioni” (sorride)
I tuoi video sono sempre molto curati sia dal punto di vista della “scrittura” che della qualità, sei solo tu che li “pensi” o ti fai aiutare da qualcuno?
credo sinceramente di aver trovato il miglior team possibile per la realizzazione dei miei video. ORE 25:00 (nome della produzione video, ndr)  è una produzione fatta di ragazzi giovani, geniali, che sanno interpretare ogni singolo battito del pezzo che gli viene proposto . immagina che, quando porto loro il brano, si prendono delle settimane per poterlo ascoltare  ed interiorizzare. per  “Meccaniche dell’esitare” hanno letteralmente “rovistato” gli angoli di Roma per trovare le location che più esprimessero le sensazioni del brano, hanno acquistato e restaurato una panchina che abbiamo trasportato per tutto il quartiere San Lorenzo , hanno creato l’iconica immagine della valigia di pelle e cartone, quella in cui sono contenuti tutti i miei sogni e le mie esitazioni. Daniele Comelli e Davide Fraraccio , i due fondatori, sono per me uno specchio dell’anima, amici ai quali so di poter affidare la realizzazione dei miei “sogni musicali”.
Domanda difficile: se dovessi pensare ad un tuo primo album, come lo intitoleresti e nella parte dedicata ai ringraziamenti, quale sarebbe il tuo primo ringraziamento?
pensare ad un mio album sarebbe un sogno… da buon “Potteriano” lo chiamerei HORCRUX, che nei film di Harry Potter sono i frammenti dell’anima del cattivo Voldemort. Non che io mi senta proprio così cattivo (ride), ma il mio album sarebbe la composizione di frammenti della mia anima, uno in ogni brano. il primo ringraziamento credo lo farei a me stesso. se oggi riesco ad avere la forza di comunicare all’esterno i miei pensieri in musica lo devo alla costanza di non rinunciare mai ad essere me stesso, nonostante tutto.
Concludiamo con il video ovviamente e con l’appuntamento al prossimo lavoro! Un abbraccio da tutti noi!
VOI LO SAPETE CHE SIETE IL MIO MAGAZINE DEL CUORE ??? OGNI VOSTRA INTERVISTA MI PORTA SEMPRE FORTUNA!

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Christian De Fazio

CEO & Editore di M SOCIAL MAGAZINE, Autore Televisivo, Attore, Mistery Shopper e molto altro... Appassionato di Musica, Televisione, Cinema e Viaggi, alla ricerca sempre di nuovi stimoli.