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Vincenzo Incenzo, il suo album di inediti e uno sguardo a Sanremo

Dopo aver firmato alcuni dei brani più belli del panorama musicale italiano e aver collaborato con i più importanti artisti del nostro Paese, Vincenzo Incenzo presenta il suo progetto da cantautore, prodotto da Renato Zero. Un album di inediti che si intitola “CREDO”. L’album è stato anticipato dal singolo “JE SUIS”. Io sono. Uno slogan, un manifesto all’esserci, alla partecipazione, sull’onda di una tragedia o di un’ingiustizia; slogan che però troppo spesso finisce per diventare solo il riflesso di uno sterile narcisismo fatto di like, di hashtag e di selfie, piuttosto che di reale e sincero interesse verso la causa.

“Je Suis”, ad un primo ascolto, emerge come un brano che è la rappresentazione del mondo, della società attuale, della politica, dei social: ci parli del tuo primo singolo?

Il brano nasce in seguito ai fatti di Parigi, dove quel “Je Suis” è diventato un simbolo di appartenenza, di unione, di solidarietà. In seguito però è come se avesse perso quel valore e si sia tramutato in un qualcosa di “scontato”, un escamotage per pulirsi la coscienza. Oggi le battaglie si combattono troppo via social, con un “mi piace”, un like, un pollice verso. Viviamo in un’epoca dove il virtuale sta sostituendo il reale, siamo tutti apparentemente vicini ma allo stesso realmente lontani alle situazioni che coinvolgono questo mondo. Voglio pensare che la musica, i testi, le parole, possano essere ancora un mezzo potente anche per lanciare messaggi, portare avanti battaglie, sollevare domande e veicolare pensieri.

Come mai, dopo molti anni come autore di fama internazionale, solo oggi hai deciso di proporti come cantautore?

Emotivamente è una cosa a cui pensavo spesso. Nasco come cantautore, mi esibivo nei locali e immaginavo il mio percorso artistico in questa veste. Poi il destino ha voluto che iniziassi a scrivere per altri, creando delle canzoni che hanno avuto subito un enorme successo. Molti grandi artisti hanno iniziato a cercarmi e il tempo era sempre meno, pur essendo molto appagato.
Un giorno feci sentire a Renato Zero un provino e mi chiese chi fosse a cantare: era la mia voce. Ecco che mi disse che dovevo fare un mio disco e che lui lo avrebbe prodotto. E’ un disco nato nei giusti tempi, senza fretta: ora è il momento perfetto per la sua uscita.

Perché dare all’album il titolo “Credo”

Ho preteso che il titolo lo desse Renato: questo album è anche figlio suo, pur non avendo mai imposto nulla, ma solo regalando molti consigli utili. CREDO è una parola, un verbo che racchiude l’essenza di ogni canzone: credere nella potenza della musica! CREDO poi rappresenta anche la mia visione della vita: il credere nei valori, nei principi, nell’amore, nella difesa del prossimo, nella libertà di dire la propria parola, di lanciare le proprie idee.

Nelle tracce dell’album ci sono molti pezzi scritti per Michele Zarrillo: è l’artista in cui ti riconosci maggiormente?

Michele è un carissimo amico, oltre che un grande artista; diciamo che sono le canzoni che mi rappresentano, per i temi, per il ricordo che ho di quando le scrivevo, per saper narrare un modo d’essere. E’ stato Renato anche a spronarmi a inserire queste cover: anche lui è presente con la sua voce in “cinque giorni”.

La canzone che hai scritto a cui sei più legato?
Sono molte ma se devo citarne una direi: “L’elefante e la farfalla”.
Questo brano rappresenta tutta la poesia, la magia e la bellezza del sognare, della consapevolezza di quanto in alto si puo’ arrivare, di come si possano raggiungere persone e situazioni spesso inimmaginabili. E’ un inno alle possibilità che la vita ci presenta, al valore della diversità.

Una canzone che avresti voluto scrivere?
Sicuramente “Aria di Neve” di Sergio Endrigo e “L’Animale” di Battiato.

Dopo molti Sanremo come autore, parteciperesti anche come cantautore?
Mi piacerebbe molto. Se c’è un progetto importante, la canzone giusta, Sanremo è una vetrina per raggiungere un ampio pubblico. Credo che per partecipare si debba avere le idee chiare, il pezzo che ci rappresenta al massimo. E’ sicuramente un importante veicolo per raccontarsi.

 

Valentino Odorico

Consulente in comunicazione e fashion editor, scrive per numerose testate di moda a livello internazionale. E' docente universitario di semiotica della moda e giornalismo. In Svizzera collabora anche con la televisione e la radio, dove conduce programmi e ha varie rubriche.