L’ardente racconto di Agnese: un’intervista a Cristina Nutrizio

L’ardente racconto di Agnese: un’intervista a Cristina Nutrizio

“Il Fuoco di Agnese” è un’intrigante storia d’amore che cattura il lettore, esplorando le molteplici sfumature del sentimento. La narrazione scorre fluida, grazie all’uso sapiente dei dialoghi e all’assenza di divagazioni, creando una trama avvincente e complessa, tessuta di emozioni, incertezze e dubbi. Il romanzo è una lunga e catartica confessione della protagonista, che trova finalmente risposta ai suoi tormenti esistenziali. Agnese, regista cinematografica, incontra per motivi professionali Guccio Guarini, un affermato artista svizzero. Il suo passato è costellato da relazioni effimere e fallimentari, un matrimonio naufragato e tre figli; nonostante ciò, Agnese coltiva i suoi sogni. Guccio, apparentemente appagato da una vita tranquilla e dalla sua arte, è un uomo riservato, con moglie e tre figli. Un’intensa corrispondenza via email segna l’inizio del loro rapporto, un dialogo ricco di significati, dove le storie di animali fungono da metafora per esprimere le loro riflessioni su vita, morte e amore, il tutto avvolto da un velo di suspense. L’amore per Guccio assorbe Agnese, fino a un terribile incendio che mette a rischio le loro vite. Agnese si assume la responsabilità dell’accaduto, nonostante il giudice cerchi di dissuaderla, consapevole che una relazione extraconiugale non costituisce un reato così grave. Confusa e tormentata dagli eventi, Agnese trova conforto nel dialogo con il parroco Guglielmo, che l’aiuta a chiarire i fatti, rivelando la verità non solo a lei, ma anche a Guccio. Cristina Nutrizio, autrice del libro, è una nota autrice televisiva. Figlia d’arte – il padre era il celebre giornalista Nino Nutrizio, storico direttore del quotidiano “La Notte”, e la madre Luciana Novaro, indimenticabile prima ballerina alla Scala – si è laureata in Drammaturgia al Dams di Bologna e ha lavorato per anni come assistente alla regia di Dario Fo e Giorgio Strehler. Dal 1996, lavora in televisione come autrice e regista di programmi di intrattenimento e informazione, firmando da nove anni due popolari programmi di Canale 5. Una carriera di successo, ma anche molto impegnativa. Cosa l’ha spinta a scrivere? “Il mio lavoro mi ha sempre dato grandi soddisfazioni, ma ho sempre amato scrivere. L’idea di questa storia mi frullava in testa da tempo, e finalmente l’ho realizzata. Conciliare il lavoro con la scrittura è stato difficile: ho trovato il tempo necessario durante le vacanze estive dello scorso anno”. Scrivere è per lei “un grande potere e una grande responsabilità. Si sente padrona di un mondo, creatrice di un universo, e questo incute un certo timore reverenziale”. Il romanzo racconta una storia d’amore complessa tra Agnese, una donna di circa 45 anni, divorziata, con una carriera di successo e figli, e Guccio Guarini, un artista sposato. La loro relazione, sviluppatasi attraverso una fitta corrispondenza elettronica, culmina in un drammatico incendio. Durante la convalescenza sull’isola di Ustica, Agnese confessa al sacerdote i fatti degli ultimi tre anni che l’hanno portata quasi alla morte. Agnese, che potrebbe sembrare superficiale e spensierata, è in realtà una donna combattuta dai dubbi, che trova chiarezza attraverso il dialogo sincero e intenso con il prete. “Il mio lavoro nella cronaca televisiva ha influenzato la storia – afferma Nutrizio – la protagonista è coinvolta in un fatto di cronaca riportato sui giornali. L’ambientazione è dieci anni fa, un periodo in cui le relazioni sentimentali erano molto diverse da quelle attuali, prima della diffusione pervasiva dei social media. L’approccio virtuale, carico di mistero e fascino, era molto diverso, e poteva portare a conseguenze devastanti. Nel mio lavoro incontro spesso casi simili, storie di persone raggirate. Credo che una relazione debba essere autentica, coinvolgere anima e corpo. Bisogna essere molto cauti”. Il successo del libro, inaspettato per l’autrice, è stato una grande emozione. “Scrivo per la televisione, ma questa è la prima volta che vengo giudicata in prima persona. L’incertezza era tanta, ma ho avuto il sostegno di persone care che hanno creduto in me. Sono felice delle critiche positive e del pubblico variegato che ha apprezzato il mio lavoro. Le apparizioni televisive per promuovere il libro mi hanno messo a dura prova, ma alla fine è andata bene”. Per Nutrizio, un buon libro deve catturare il lettore, renderlo partecipe della storia, stimolare la sua curiosità, e tutto questo senza annoiarlo. Tra i suoi autori preferiti cita Michel Houellebecq e Ian McEwan. Già al lavoro sul suo secondo romanzo, una commedia sentimentale più grottesca, sogna di vedere “Il Fuoco di Agnese” adattato in una serie televisiva, per poter sviluppare le storie degli altri personaggi, altrettanto interessanti. “Il Fuoco di Agnese”, un’opera d’esordio intensa e originale, ha rivelato il talento di Cristina Nutrizio. Le auguriamo il meglio per i suoi progetti futuri.