Quanto ne sapete su Freddie Mercury? Sicuramente non abbastanza. Io ho scoperto di conoscerlo ben poco. E l’ho capito grazie a Bohemian Rhapsody, il biopic distribuito al cinema dallo scorso 29 novembre. La pellicola, diretta da Bryan Singer, narra la storia del famoso cantante dei Queen che con il suo talento e la sua personalità è diventato un mito non solo del rock ma della musica in generale.
Una persona che è entrata nel cuore di tutti grazie alle sue incredibili capacità: perché, certo, i più potrebbero non sapere della sua relazione con Mary o altri dettagli che possono risultare importanti o meno ma chiunque almeno una volta ha sentito We are the champions, We will rock you, Love of my life o ovviamente Bohemian Rhapsody.
Un brano, quest’ultimo, ai tempi ritenuto di basso valore dalla critica e dai discografici che pensavano non andasse bene prima di tutto per la sua lunghezza (ben 5 minuti e 56). I membri del gruppo si sono però fatti valere e possiamo chiaramente affermare che avevano ragione loro.
E se gli atteggiamenti da “queen isterica” hanno permesso a Freddie Mercury di andare avanti nel già difficile mondo della musica, non si può fare a meno di notare l’altro suo aspetto: un’innocente profondità. Lo capiamo da numerosi elementi tra cui il grande ruolo che ha assegnato alle cose importanti della sua vita. Da menzionare è il profondo affetto che ha continuato a dimostrare verso la sua quasi sposa anche dopo aver scoperto di essere gay; la musica messa al di là di tutto, anche al di là dei quattro incisivi in più che aveva in bocca e che non si è mai fatto sistemare (perché “più spazio in bocca significa avere una maggiore estensione vocale”); la sua immensa passione per i gatti; gli enormi occhi di Rami Malek che regalano espressioni sincere.
Conosciuto principalmente per Mr. Robot, l’attore che ha prestato il volto alla voce dei Queen ha infatti dato l’ennesima prova di avere un grandissimo talento. Accompagnato da Ben Hardy, Joseph Mazzello e Gwilym Lee (rispettivamente Roger Taylor, John Deacon e Bryan May), Malek passerà alla storia – insieme a tutto il team – per aver creato con Bohemian Rhapsody un’interpretazione vera e struggente. Per aver creato un’opera capace di emozionare tutti, dagli esperti a chi ha vissuto con la musica dei Queen dentro di sè senza mai aver approfondito passando per i curiosi in attesa semplicemente di vedere un bel film.