Sbracciamoci! A regola d’arte, sempre!
Ho nel cuore un film del 2006 che si intitola “Un’ottima annata”, con Russel Crowe e l’incantevole Marillon Cotillard.
Flashback: il protagonista ricorda quando da bambino giocava a tennis presso la tenuta vinicola in Provenza del vecchio e sagace zio Henry.
Lo zio (al termine di un set in cui Crowe vince ed esulta a braccia alzate) lo apostrofa esclamando: “E non ti dimenare come un italiano”!
Dimenarsi come un italiano… questa frase mi ha sempre molto colpito. E’ vero, noi italiani quando parliamo tendiamo a corroborare la nostra tesi verbale con il corpo.
Abbiamo un codice composto da infiniti gesti, tendenzialmente tutti piuttosto ampi, molti di questi buffi se visti con gli occhi di uno straniero.
Ma è anche vero che i doppiatori italiani sono anche i più bravi del mondo!
C’è un nesso? Io penso proprio di si.
L’uso sistematico del corpo, mentre si parla, favorisce e migliora l’eloquio. Ecco perché io suggerisco sempre ai miei allievi di muovere bene il corpo quando per mestiere devono incidere la voce.
Non abbiate paura quindi di muovere le braccia, farà bene a quello che dite.
Caricherà di intensità emotiva la vostra voce.
Certo, ora dovrei parlarvi dell’espressione e dell’interpretazione della voce. Ma ne abbiamo voglia? Presi come siamo dai regali, dalle ultime frenetiche cose da fare prima del Natale?
Che ci crediate o meno, il Natale resta un’occasione per provare a non pensare troppo ai guai della vita. Chi ce l’ha, si gode la famiglia. Chi non l’ha, si gode la pace e il silenzio della solitudine.
Personalmente, provo a raccogliere le idee per l’anno che verrà. E per quanto riguarda M Social, in pentola bollono cose grosse.
Con l’anno nuovo, inauguriamo una rubrica in cui provo a leggere poesie. A “Regola d’Arte”, naturalmente. Al titolo stiamo ancora pensando.
Vi invito a non perdervele. Proverò ad offrire spunti di riflessione sempre diversi.
Chiudo l’anno e questa bella rubrica che ci ha visti insieme per tutta la stagione con un augurio e una speranza.
L’augurio è, banalmente di Buon Natale. Il Natale, come ogni festa comandata, tende ad amplificare lo stato d’animo dominante. Se stai male, a Natale stai peggio. Se stai bene, ti senti a Betlemme.
La speranza è, ancor più banalmente, che stiate sempre tutti bene.
Per quanto mi riguarda, ci sto provando.
Ciao, buone feste e buon 2019!
Prima lezione: Scaldiamo la voce: videoesercizi
Seconda lezione: Usare correttamente il diaframma: videoesercizi
Terza lezione: Mandibola arrugginita? Prova con la matita! videoesercizi
Quarta lezione: Mettiamo l’accento sul giusto accento
Seconda lezione: Usare correttamente il diaframma: videoesercizi
Terza lezione: Mandibola arrugginita? Prova con la matita! videoesercizi
Quarta lezione: Mettiamo l’accento sul giusto accento
Quinta lezione: Fra una è e una é che differenza c’è?
Sesta lezione: Impariamo a centrare la voce
Settima lezione: La voce, uno strumento musicale
Ottava Lezione: Teniamo al caldo la voce
Nona Lezione: Impariamo a muovere la voce
Decima Lezione: Luio col bene che ti voio, alla scoperta del gruppo GL
Undicesima Lezione: Un articolo per articolare
Undicesima Lezione: La parola chiave
Dodicesima Lezione: L’intensità della voce
Tredicesima Lezione: Diamo colore alla voce, è un arte!