LIBRIUNO SGUARDO SU...

Un castello della Baviera, una tempesta, un amore inaspettato: Innamorarsi un po’, la nuova storia di Simona Friio

La poco più che trentenne Portia è triste e stufa. Scappa, direzione nonna, da quella Milano che la addolora così tanto, dove ha lasciato il cuore e le sue speranze d’amore. “Innamorarsi un po’” il nuovo romanzo di Simona Friio.

“Si lascia ricadere nel sedile e allaccia la cintura con gesti calcolati. Tre bei respiri e okay, chiudi gli occhi e lasciati andare, si dice. Chiudi gli occhi e cerca di dimenticare tutto. ma proprio tutto, dai primi anni del liceo ad oggi. Fuggi. Non è quello che stai facendo? Ma tornare a casa non equivale a fuggire. Se volessi fuggire, andrei in Nepal. E, invece, è in volo verso la Baviera”.

È stata lasciata, Portia, e non solo, è stata lasciata mentre era sull’altare. Poco prima del sì, quello che significa che “sì, ti scelgo per il resto della mia vita, voglio svegliarmi accanto a te per ogni giorno fino alla fine dei miei giorni”. E, come per sottolineare come piova sempre sul bagnato, è stata lasciata perché il fidanzato, dopo anni e anni di storia – tiepida, probabilmente, senza troppa passione –, ha deciso, finalmente, di fare coming out. In una chiesa addobbata e vestita a festa per l’occasione. Lei in abito bianco e lui che, davanti a parenti, amici e conoscenti pronti e distribuire auguri e felicitazioni varie, dice che no, non la vuole sposare. Non può, perlomeno. E lei… be’, lei che la finisce con una sola certezza: gli uomini sono proprio stronzi, bugiardi e cattivi. Non ne vuole proprio più sapere.

Intanto, in un castello della Baviera, a Füssen, anche Sirk Meyer ha mal di cuore. Sì, lui, proprio il burbero, sagace e bel Sirk che, inaspettatamente, qualche problema di autostima lo ha, lasciato, come testamento, da una quasi-ex-mogliettina viziata e rompiscatole, non più innamorata e desiderosa di far passare al suo consorte le pene dell’inferno. Ma allora perché Sirk non firma quelle maledette carte di divorzio?

Ahi ahi, che dolore, povera Portia. Cosa potrà curare il suo cuore infranto? Ecco qui tutta l’intensità del romanzo di Simona Friio.

“Cos’è che non le andava bene? Vediamo, rimugina grattandosi la barba incolta, il fatto che non la possedesse con ardore? Che non la spogliasse come un vizioso damerino di fine Ottocento? Che non si levasse la camicia dal calzoni aderenti o si sfilasse tipici stivali da cavallerizzo, e non bevesse bourbon prima di ricoprirla di baci? In quale epoca pensava di vivere la sua Lisel? Ma una ragazza normale, senza paturnie o fissazioni esisteva oppure no? E se avesse avuto la fortuna di incontrarla, l’avrebbe riconosciuta fra tante Jane? Sì, perché quasi tutte le eroine dei romanzi Regency e Vittoriani si chiamavano in tal modo. Era tutto un pullulare di Jane, di Mary, di Elisabeth…”

L’amore… l’amore, quello che fa danni più di tempeste e altre calamità naturali. La risposta è questa, semplice ma anche complessa.

Un bagaglio scambiato, questo farà incontrare i due malcapitati. O meglio, scontrare.

Portia che – un po’ arrogante e frettolosa – prende la valigia sbagliata prima di scendere dall’aereo. Sirk che confida in una chiamata per ristabilire questa situazione.

Ma può terminare così? Certo che no. Ci vuole una tempesta, una bella tempesta di pioggia e neve che faccia in modo che i due stiano insieme, nel castello di Hohenschwangau – castello che, benché immenso, alla cinica trentenne, costretta a stare contro la sua volontà con Sirk, sembra un monolocale –, proprio nei giorni a ridosso del Natale.

Ah, dimenticavo: lei è ospite, suo malgrado, di lui. E questo aggiunge pepe.

Il Natale, che magia. Per di più, in un castello della Baviera.

Non la pensa così Portia che, ricca di paure, di convinzioni strambe e con una lingua biforcuta pronta a far danni, sembra affetta da una esagerata forma di cinismo. E nemmeno Sirk all’inizio gradirà quella che è una presenza forte.

Simona Friio ci regala una storia d’amore divertente e ricca di colpi di scena. I dialoghi tra Sirk e Portia sono taglienti, ironici e molto coinvolgenti. La storia è una storia d’amore, certo, ma non d’amore inteso come dolce, melenso, banale bensì un amore fatto di risate e di battibecchi. Portia e Sirk non sono due ragazzini, quella che vivono non è la loro prima storia, però… be’, hanno il cuore infranto. Devono riacquistare la fiducia nell’altro sesso, nell’unione tra due cuori che ne formano uno. Sono entrambi arrabbiati, sono stati scottati dal passato e non si fidano. Inoltre, sono più simili di quanto non credano.

Lei così triste, ferita dal ragazzo con cui ha condiviso anni e che l’ha lasciata, sola e come un sacco di patate, a dover sbrogliare un matrimonio andato in fumo prima ancora di essere celebrato e lui, così insicuro, convinto di non essere sexy abbastanza, di non essere in grado di soddisfare una donna che amava. Hanno il loro del daffare, i due, e Simona Friio ci accompagna a conoscerli. A conoscere la complessità delle relazioni – di alcune relazioni. Di due adulti che sono ancora un po’, ahimè, bambini.  Di un uomo e una donna che devono trovarsi per poter dire addio ai fantasmi del passato. Friio ci regala un romanzo natalizio da leggere con una cioccolata piccante tra le mani – ah, scoprirete perché – e l’aria sognante, mentre il viso, illuminato dall’albero di Natale che abbiamo davanti, si colora di un sorriso qua e là grazie a una frase o a un avvenimento simpatico. Simona

Ambientazione da favola, amore che fa anche ridere, scrittura limpida e ironica… e se fuori nevica, è il top.

Un libro che salverà tutto e Charlotte da portare in salvo. «Di che libro si tratta?» vi chiederete, ma soprattutto «Chi è Charlotte?». Ecco, buona lettura, con il nuovo romanzo di Simona Friio.

Federica Cabras

Ventiseienne, grande sognatrice. Legge per 12 ore al giorno e scrive per le restanti 12. Appassionata di cani, di crimine, di arte e di libri. Dipendente dalle paste alla crema. Professione, giornalista.