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Caro Ultimo, riguardo “quel ragazzo… Mahmood” |Lettera aperta

Caro Ultimo,

Sono Monica Landro, discografica e giornalista, ed ero presente in sala stampa quando hai “sbottato”, a notte fonda.

Ho un’esperienza in campo musicale di oltre 20 anni e ti aggiungo che sono figlia a mia volta di un discografico che a sua volta fu anche un cantante. Insomma, di musica ne mastico, direi. Potrei scriverti come professionista e spiegarti che il mio voto è realmente tecnico e non di pubblico da casa che ti vota a prescindere dalla canzone che presenti.

Ti scrivo invece come persona (mamma è il termine che vorrei usare ma ho capito che sei un tipo un po’ nervosetto e non vorrei urtarti fin da subito. La tocco piano, diciamo..).

Permettimi una piccola premessa. Ho un figlio 18enne, all’ultimo anno di scuola. Di recente ha preso un 5 in un compito in classe di diritto. Aveva studiato molto, si era applicato e ci teneva ad un buon risultato. Bene, davanti a quel voto consegnato in classe ha “sbottato” pure lui. Ha inveito contro il Prof. e ti riporto testualmente quanto gli ha detto <<Figa Prof! Lei mette i voti a caso!!>>. Non ti riporto invece la nota (!!!) che ho ricevuto al riguardo. Ai miei tempi per una cosa del genere sarei stata sospesa senza passare dal via! Ovviamente puoi immaginare la mia reazione: sgrido molto mio figlio, arrogante e maleducato, e corro dal Professore a scusarmi. Conveniamo insieme che Alberto sia un bravo ragazzo, che sarà stato un momento, che l’età, gli ormoni, le aspettative sul voto e bla bla bla… insomma, il caso rientra e ovviamente mio figlio si scusa con lui.

Dando il dovuto peso e le dovute differenze – mio figlio era in classe, tu in mondovisione – il concetto non cambia perché tu sabato notte in sala stampa, mi hai dato la stessa impressione. Eri arrabbiato, ti aspettavi un altro risultato. Con i modi che purtroppo sono entrati nel linguaggio comune di voi giovani, hai espresso la tua frustrazione ed il tuo disappunto. Non ti voglio giudicare né condannare per questo. Non ti conosco se non per la tv e le interviste. So che mio figlio è un bravo ragazzo, educato, con una buona famiglia. Non ho elementi sufficienti per non pensarlo anche di te.

Invece, caro Niccolò, sono qui a scriverti per un altro aspetto, che mi è dispiaciuto molto. Parlando di Mahmood hai detto “Ha vinto il ragazzo…Mahmood”. Non ce la stiamo a raccontare: non tanto il tono quanto l’espressione usata è indicativa del tuo sentimento (in quel momento) verso il collega.

Su questo mi piacerebbe che tu riflettessi. Non so se in separata sede tu lo abbia fatto, ma vorrei sperare che ti sia scusato con lui.

Alessandro Mahmood è un tuo collega, quasi coetaneo. Siete giovani e vi accomuna lo stesso sogno: cantare… e diventare famosi. E’ giusto, è lecito e sacrosanto che vogliate diventarlo! Fate bene ad avere questa ambizione.

Alessandro, come te, sognava di vincere. Forse a differenza tua non se lo aspettava, ma lo sognava sicuramente.

Mahmood ha una lunga gavetta, come te, e naturalmente non ha in alcun modo avuto ruolo nelle votazioni che lo hanno visto trionfare, se non di avere dato il meglio, come te.

Mi sarebbe piaciuto che tu empatizzassi con la sua vittoria. Che fossi più credibile nel dire che eri contento per lui, che non lo apostrofassi con “il ragazzo” che sapeva di “minus” rispetto a te. Mi sono chiesta come ci sarà rimasto e perché mai ce l’avessi con lui. Tu no?

Sono certa che se tu avessi vinto e lui fosse arrivato secondo, oggi lui sarebbe felice per se stesso e fiero di essere “solo” ad un passo da te, che riempi già i Palazzetti.

Non sono qui per dirti nulla sulla tua reazione verso di noi in sala stampa e -nel mio piccolo- non sposterà il mio giudizio artistico sulla tua bravura e sul tuo talento.

Sono qui per suggerirti una riflessione che negli anni ho imparato a fare mia: le persone, con i loro sentimenti, vengono prima dei ruoli e delle gare.

In bocca al lupo a te. Ci vediamo al tuo prossimo concerto a Milano.

E… in bocca al lupo ad Alessandro Mahmood che ha una bella canzone e che in sordina, piano piano, in 5 serate, ha catturato l’attenzione dei più.

Monica Landro

Direttore Responsabile

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