Meno mimose, più azione: riflessioni sulla parità di genere

Recentemente, un individuo presuntuoso, durante una conversazione sulla disastrosa situazione in cui ci troviamo, ha affermato: “Alla fine, ciò che conta è chiudere il libro, ricordando che questo è solo un nuovo inizio, un altro viaggio da raccontare”. Si sprecano parole, a vuoto la maggior parte delle volte. Azioni concrete, invece, darebbero vita a narrazioni autentiche. La storia, spesso citata a sproposito, non insegna ma si ripete, in un ciclo continuo di eventi che, purtroppo, tendono a peggiorare. L’ipocrisia, marchio di fabbrica del nostro tempo, si cela dietro un’apparente gioia effimera, una finzione artistica incapace di autoritratto. Dal 1977, l’8 marzo celebra le conquiste delle donne, ma anche le persistenti discriminazioni e violenze subite. Impariamo dal passato, non imitandolo, ma prendendo spunto da esempi virtuosi. L’Italia si avvale della forza delle donne in ogni ambito, dalla televisione alla politica, con figure che combattono per l’emancipazione femminile. Barbara D’Urso, ad esempio, si batte contro abusi e crudeltà, ma al contempo esistono donne che, per ambizione, cedono alla cultura maschilista, svendendo la propria dignità. Non citerò nomi, ma sono facilmente individuabili. Chi soggioga è prigioniero della propria mentalità, persino più di chi è sottomesso. Questi individui non meritano il titolo di uomo, né di essere considerati esseri viventi. Sono il vuoto cosmico. La parità dei sessi, auspicata ma non attuata, somiglia alla nostra Costituzione: un ideale non sempre rispettato. Le donne andrebbero celebrate ogni giorno, liberate dagli stereotipi che le imprigionano. L’ostentazione di mimose senza comprenderne il significato è ipocrita. A cosa serve se poi non sappiamo amare e rispettare le donne? Non trattatele come oggetti e non consentite a nessuno di farlo. “Non è normale che sia normale”: dovremmo lottare per cambiare questa realtà. Anna Magnani aveva ragione: la felicità dovrebbe essere prioritaria, ma la nostra stessa condotta la ostacola.