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“Dormono gli aironi” di Micol Mian: il coraggio di essere fragili e innamorati

Micol Mian fa il suo ingresso nella Casa Editrice (Collana LGBTQ+) Milena Edizioni con un romanzo ricco di emozione, tra conflitti familiari irrisolti e amori mai dimenticati. In “Dormono gli aironi”, c’è la fragilità dell’essere umano, i suoi sbagli e i modi – spesso infiniti – che attua per rimediare. C’è il passato che rincorre, doppia e tripla chi lo rifugge – che poi, chi è che dice che “il passato è solo passato”? – e ci sono legami che non sono semplici da gestire, soprattutto quando fa capolino la paura e il tormento.

Ma, soprattutto – e grazie al cielo – c’è l’amore. L’amore che non si può dimenticare. Quello forte, conturbante e che provoca angoscia oltre che desiderio. Quello delle brame. Quello della veglia. Quello tra Nico e Blue, incapaci di stare insieme per più di tre secondi senza litigare.

Sono stati insieme, in passato, ma non erano pronti. Si ritrovano adesso che sono fatti e cresciuti. Non troppo, però. Hanno ancora un percorso e sarà lungo e tortuoso.

“Entrambi hanno visto di peggio, in passato, e la loro pelle può sopportare lividi ben peggiori: su questo non c’è alcun dubbio. Non è una buona ragione per restare, però. In nessun caso. Il problema non è quel che puoi sopportare, ma quando dovresti dire basta lo stesso.”

Nico è fragile, ha chiuso con la sua famiglia ed è un artista – anche se lui stesso non ne è consapevole. Un artista tormentato, per l’appunto. Fa lavoretti saltuari e vagabonda di casa in casa, portandosi dietro poche cose e dilemmi esistenziali pesanti. Abitava con suo fratello, Diego, e un coinquilino, Roberto, ma be’, non è andata troppo bene. La storia con quest’ultimo – un uomo dispotico, a tratti violento –, nata per caso, gli ha lasciato dei lividi nell’anima e ha voglia di cambiare. Valigie fatte – con l’aiuto di un amico –, si lascia dietro tutto e va a vivere da Marianna, sua amica e cugina di… Blue.

Blue, venticinquenne con una laurea in Giurisprudenza, ha i piedi più saldati a terra di Nico. È più forte – o almeno lo sembra –, sebbene si capisca presto il suo punto debole: la relazione in cui è invischiato da dieci anni è tossica, lo fa sentire ancora come quando era adolescente. Massimo, d’altronde, non ha mai ventilato l’ipotesi di lasciare moglie  e figli per lui. Sì, si mostra geloso nei suoi confronti – e ti pareva! – e lo coccola, quando sono insieme, ma non ha mai considerato un passo in avanti. D’altro canto è Blue stesso, ultimamente, a sentire la mancanza di qualcosa. Come Massimo lo accendeva in passato, così ora sente il loro rapporto tiepido.

È questo lo scenario in cui Blue e Nico si incontrano per la prima volta dopo la relazione passata. Da allora, entrambi hanno pensato tanto l’uno all’altro, senza mai ammetterlo forse nemmeno con loro stessi.

Come si sentiranno? Come sarà stare tutti e due nella stessa stanza, da soli?

“Ed è mentre corrono a rifugiarsi sotto i portici vicini, con i capelli incollati alle tempie e i vestiti sempre più pesanti, che Blue ha la percezione netta di tutti gli anni sprecati: non tanto lontano da Nico, ma dalla propria giovinezza. La disinvoltura di corse sotto la pioggia, di spalle che si spintonano e mani infilate nelle giacche, dita agganciate ai passanti della cintura. Con Massimo non ha mai potuto averli – mai neppure cercati – ed è solo una delle troppe cose che sta riscoprendo nel tempo. In se stesso, in Nico. Non può resistere alla tentazione di baciarlo.”

A padroneggiare, in questo libro, sono le complesse vicende familiari dei due protagonisti.

“Parenti serpenti”, dicono, e spesso non mentono: Nico e Blue provengono da famiglie “sbagliate”, che non hanno saputo stare loro accanto nel modo giusto. Hanno evidenti carenze d’affetto. Blue le ha colmate con Massimo, rampante avvocato in carriera e pupillo di suo padre. Nico, eh, Nico non le ha colmate affatto: si trascina addosso un’insicurezza che veste come un mantello e sembra persino impossibile che se ne possa liberare.

Che ci piaccia o no, la nostra famiglia, in bene o in male, ci plagia, ci disegna, ci mangia e ci risputa. E tutto questo è chiaro soprattutto qui, nelle vicende complicate e così ben spiegate da sembrarci reali.

L’autrice, particolarmente brava a descrivere gli scenari, ci permette di vivere i tormenti dei protagonisti, i loro rimorsi, i loro sbattimenti di testa – perché ce ne saranno, oh, se ce ne saranno – e le incomprensioni.

Ma viviamo anche i lampi di luce, gli improvvisi attimi di dolcezza che cancella tutti i patimenti, le carezze e il dolce far l’amore.

“E mentre esce da quell’appartamento piccolo e claustrofobico, pieno di cose che gli ricordano un equilibrio diverso, pensa che non ha mai pronunciato quelle parole con tanta convinzione assoluta, con un così spaventoso bisogno di vuoto e una confusione tale nella testa. Neanche quando il tradimento consumato era più diretto, concreto, quando aveva qualche amore da scordare e un sapore da lavarsi via dalla pelle. Adesso c’è solo quello sfaldarsi di tutto, intorno, quel senso impossibile di segreto scoperto. Come l’acqua che occhieggia, dal fondo di un pozzo. Come i ricordi a cui non dai nome, per poterli dimenticare meglio.”

Nico e Blue sono veri, sono davanti a noi, e sbagliano, si arenano, si imbarazzano, si stupiscono e noi siamo lì, a tifare per loro e ad odiare Massimo, il padre altezzoso di Blue e lo zio di Nico. Un po’ anche Diego, certo.

“Ci sono relazioni che sono specchi gentili dentro cui guardarti e vederti migliorato, e altre che somigliano più ai riflessi deformi nei palazzi dell’orrore, dove ogni scheggia ti restituisce un frammento che avresti preferito lasciare sepolto.”

Nico e Blue siamo noi, con i nostri nodi irrisolti, con i nostri compromessi con la vita, con la nostra debolezza e con la voglia di andare avanti.

TITOLO: Dormono gli aironi

AUTORE: Micol Mian

EDITORE: Milena Edizioni

ANNO: 2019

PAGINE: 304

Federica Cabras

Ventiseienne, grande sognatrice. Legge per 12 ore al giorno e scrive per le restanti 12. Appassionata di cani, di crimine, di arte e di libri. Dipendente dalle paste alla crema. Professione, giornalista.