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Chi dorme non piglia pesci ma… Sonno come protezione dal rischio di Alzheimer | Dr. Cristian Scuderi

Soprattutto tra i 35 e i 65 anni, la mancanza cronica di sonno potrebbe essere determinante nell’innescare il processo di morte neuronale nella malattia di Alzheimer.
I ricercatori, analizzando il liquido cefalorachidiano (il fluido che circonda il cervello e il midollo spinale) dei soggetti, dopo una notte di sonno disturbato, hanno rilevato un aumento di beta-amiloide.
Quando la “proteina tau” non opera correttamente nel facilitare l’espulsione dalla cellula di altre proteine potenzialmente tossiche, instradandole verso l’esterno, si verifica all’interno del neurone un accumulo di diverse proteine, fra cui la beta-amiloide.
A questo punto la cellula tenta comunque di espellere le proteine tossiche in altri modi ma , non riuscendo a eliminarle tutte, non riesce neppure ad impedire alle beta-amiloidi (che sono “appiccicose”) di aderire una all’altra durante l’espulsione, formando le tipiche placche degenerative attorno ai neuroni.
Tutto chiaro? …eilà? …cè nessuno? bene …dormite già …buon riposino