Quanti giustificativi inutili, a volte palesemente infondati, abbiamo utilizzato per evitare responsabilità? La classica “mancanza di tempo”, ad esempio, è un alibi comodo. Spesso ci rifugiamo dietro false ragioni, costruite dalla nostra mente per proteggere il nostro ego. Cerchiamo giustificazioni per difenderci da errori, per evitare di ammettere una prestazione sotto le aspettative, o addirittura per scaricare le colpe sugli altri. In sostanza, creiamo alibi per illuderci di avere ragione senza il peso dello sforzo. Collaborando con numerosi atleti, ho notato una crescente tendenza a utilizzare alibi: scuse pronte per ogni errore, distrazione o mancanza di concentrazione. Si crea, consapevolmente o inconsciamente, una corazza protettiva contro critiche esterne, ma questo ostacola la crescita personale. Esempi? “Il compagno mi ha passato male il pallone”, “Marco mi ha distratto”, “Se avessi avuto il pallone in una posizione migliore, avrei segnato”. Creare alibi è la via più semplice, lo sappiamo bene. Ma ecco dove entra in gioco il mental coach. L’atleta, convinto di non essere considerato a pieno titolo nella squadra, si rivolge al coach, confidando nella sua capacità di sbloccare il suo potenziale. Spiega con insistenza il suo impegno, ma senza successo. Ne nasce la convinzione, mascherata da alibi, di avere ragione e l’allenatore torto. Il successo, però, si costruisce proprio sugli errori. Il coach diventa allora una risorsa fondamentale per individuare i comportamenti e gli atteggiamenti che fanno la differenza. Attraverso tecniche ed esercizi pratici, l’atleta prende consapevolezza di comportamenti poco costruttivi durante gli allenamenti, di scarsa motivazione o di un livello di forma fisica non adeguato al gruppo. L’alibi creava un blocco mentale, una difesa che impediva di comprendere che l’esclusione dalle scelte dell’allenatore derivava da altri fattori. L’obiettivo era giocare e vincere, non prepararsi a giocare e vincere. Abbattiamo il muro degli alibi per aprire nuove opportunità di crescita, costruiamo una mentalità positiva, mettiamoci sempre in gioco e alleniamo la nostra mente con tecniche di crescita motivazionale. Solo così si sviluppa la volontà di prepararsi per trionfare. Ecco quattro domande potenti da porsi quotidianamente per indirizzarsi verso il successo: Quali scuse mi hanno impedito oggi di raggiungere il mio obiettivo? Come posso eliminarle? Cosa farò domani per raggiungere il mio obiettivo? Cosa ho imparato oggi? Ricorda: “Se qualcosa la si desidera, si trova la strada; se non la si desidera, si trova una scusa”. Per approfondimenti, contattami privatamente all’indirizzo email coach@davidepaccassoni.com. Sono Davide Paccassoni, il tuo mental coach.
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