LIBRIUNO SGUARDO SU...

Quando l’amore viene deciso dal destino: ridere e commuoversi con “Spiacente, non sei il mio tipo” di Anna Zarlenga

Teo è molto bello, molto pigro e molto, ehm, particolare. Si presenta al matrimonio del suo migliore amico, Silvio, vestito interamente di nero. Come per un funerale. Così si sente. Il suo compagno di bevute e di uscite e di belle donne e di amori che durano quanto un respiro si è accasato e lui non può proprio sopportarlo. Con chi farà pazzie? Figlio del titolare di una nota casa di produzione televisiva, non ha nemmeno bisogno di impegnarsi al lavoro: la sua è una vita di divertimenti. Di agi. Di uscite e di risate. E niente più… Abbastanza spenta, sebbene lui la veda piena di colore.

Sara è una ricercatrice universitaria. Non è alta, né particolarmente magra e ha un carattere aggressivo e indipendente. Ah, anche lei non è particolarmente felice di vedere Sonia, sua sorella, pronunciare il “sì, lo voglio” con un uomo celebre appunto per la sua vita poco equilibrata. Ma l’amore è così, sbuca quando meno ce lo si aspetta, no? Non è una fan dei fiori d’arancio in generale, ora che ci si pensa, ma tant’è. Quei due si stanno per unire davanti a Dio e a tutti gli invitati, e lei non può proprio squagliarsela.

È proprio a queste – strane – nozze che Teo e Sara hanno un battibecco che sfocia in un bacio. Ma non provano assolutamente nulla, l’uno per l’altro: spiacente, sembrano dire i loro visi, non sei il mio tipo.

Il disastro è dietro l’angolo: minacciato dal padre di essere diseredato, il povero Teo dovrà riprendere gli studi all’università. Ma, quando si presenta – a malincuore – al corso di Semiotica, avrà una sorpresa. È la dottoressa Sara Doria a fare lezione. La sorella di Sonia. La ragazza che no, a lui non piace per nulla. Per contro, anche lei si gela. Soprattutto quando lui sembra sfidarla in ogni modo.

No, non finirà bene. O finirà in modo splendido? Beh, dovrete leggere il libro per saperlo.

“Questa storiella la racconta con aria sognante. A parte il raccapriccio per l’espressione della sua faccia da budino, non posso fare a meno di riflettere su un particolare.

«Scusami tanto, una donna quasi ti uccide e tu dici che è amore?»

Gennaro mi artiglia il braccio. «Dotto’, l’ammore, a volte, è ‘nu poco dispettoso. Si maschera, fa il prezioso. Fa finta di schifarti, ma sotto sotto…».”

Anna Zarlenga ci tiene compagnia con una lettura vivace. Subito ci si affeziona ai personaggi – nel mio caso, più a Sara anche se, mano a mano che la lettura procedeva, ho trovato carino e per nulla maligno anche Teo – e si sentono le atmosfere calorose di Napoli.

Ci sono litigi, riappacificazioni. Ci sono colpi al cuore, struggimenti e comprensioni. E ci sono due ragazzi non perfetti che devono mettere in discussione tutto quello in cui credono e affidarsi, che piaccia loro o meno, al destino. Non c’è nient’altro da fare, d’altronde.

“Poi entro dentro di lei. Entro e mi perdo. Mi perdo nel suo fuoco, nella sua morbidezza. La sento attorno a me, ovunque si estenda la mia pelle, il cuore mi scoppia, la mente non connette più. Cos’è questo sortilegio? Perché a ogni spinta sento di lasciare una parte di me dentro di lei? Senza possibilità di restituzione.”

Una lettura piacevole, che tiene incollati dalla prima all’ultima riga. E, quando arriva la fine, ci si sente un po’ tristi e un po’ felici. E non si vede l’ora di leggere qualcos’altro della Zarlenga.

“Lo lascio fare, anzi mi abbandono senza esitazioni. Le labbra ormai mi si sono fatte di fuoco, a forza di baciarlo, ma non mi lamento di certo. Il bacio è profondo, intenso, come tutte le volte che ci siamo baciati. Mi arriva al cuore, alle braccia, alla pancia, mi sconvolge i pensieri e manda all’aria tutti i miei buoni propositi”.

Federica Cabras

Ventiseienne, grande sognatrice. Legge per 12 ore al giorno e scrive per le restanti 12. Appassionata di cani, di crimine, di arte e di libri. Dipendente dalle paste alla crema. Professione, giornalista.