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Oreste Coletta | “Il segreto di Greta” e la destrezza di un investigatore | RECENSIONE

L’adrenalina ha il suo linguaggio. Ti parla facendoti sentire elettrizzato, come se andassi a mille. In quei momenti sei ancora più attento. I sensi sono in allerta, lo sguardo è ben vigile, meglio però apparire distratti, assenti, chiusi nei fatti propri. Tutto deve sembrare quello che non è, per gli investigatori. Il pericolo per loro è la seconda pelle, trova radici nei pensieri. Il rischio ce l’hanno in corpo, fermenta quando sono in azione, operativi, in guardia. Vivono di astuzia, scaltrezza, sangue freddo e cervello. Sono rapidi, attenti, scrupolosi. Hanno sempre una strategia in tasca, una possibile via d’uscita, sono devoti al silenzio, alla riservatezza. I loro occhi si vestono di impassibilità, di freddezza. I sentimenti li lasciano al sicuro, nascosti, sottochiave. La vita per loro è tutto, la propria e quella degli altri. Ogni caso da risolvere è unico, mai uguale a se stesso. Ogni volta non è mai come la precedente e l’esperienza può solo portarti a riva, al sicuro, lontano dalla tempesta che può scatenarsi con niente, da un momento all’altro. La passione per la verità, per la ricerca del giusto, per il proprio lavoro, ti consegna la spinta, la forza, il coraggio. Ti mette in piedi dallo stress, dagli imprevisti, dalle snervanti ore di attesa, di osservazione, di controllo. Poi, l’istante arriva e devi essere pronto, capace, sicuro, preparato, efficace. E l’adrenalina ti parla, ti tiene sveglio, accorto su tutto. E quel tutto deve passare dai tuoi occhi, dal tuo naso, dalle tue orecchie, dalla tua mente da investigatore.

Ne Il segreto di Greta, il romanzo autobiografico di un investigatore privato di Oreste Coletta entri nel vortice di una vita fatta di grandi salti, di una mente brillante, acuta, di sforzo e sfarzo, di sacrifici ed appagamenti. Quella di Brando, un investigatore privato, sicuro di sé e del suo lavoro perché l’ha scelto, l’ha voluto. E si spinge anche oltre. Può, a differenza degli altri non lavora per arrivare a fine mese con le ristrettezze operative e di scelte che, a volte, gli investigatori in divisa sono costretti ad accettare. Lui ha deciso di aprire una sua agenzia per essere libero di indagare, di superare gli altri dove si fermano o non arrivano affatto. La paura non gli appartiene, almeno in apparenza. È un uomo fatto di azione, di destrezza, di capacità, di mente e di abiti sartoriali. Non si ferma a nulla per scovare Greta e scoprire il suo segreto.

Bellissimo il romanzo. È scritto su due piani temporali distinti, quello dei fatti e quello dei ricordi. Ha ritmo, suspense, freschezza e molta lucidità. Alcuni passaggi sono sorprendenti nel pitturare il carattere dell’investigatore e le mosse da mettere in campo per salvarsi e chiudere il cerchio sulle indagini. Però, diversi errori grammaticali, non si tratta di refusi, sono cazzotti nello stomaco. Non te l’aspetti. Cozzano con una storia che tiene alta l’attenzione del lettore. E non puoi fare finta di nulla, tacere, quando hai tra le mani una struttura narrativa che poggia precisa precisa sull’asse del giallo.       

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.