Dario Neron ci presenta “Franco Toro: l’uomo più bello del mondo” | INTERVISTA
“FRANCO TORO”, il nuovo romanzo di DARIO NERON, è disponibile nelle librerie e in digitale.
Fedele allo stile del primo romanzo, quest’opera seconda racconta una storia esistenziale, con un linguaggio fresco e giovanile, un ritmo veloce.
A tratti pure tragica portando a riflettere su temi d’attualità sociale.
Franco Toro – l’uomo più bello del mondo, è la storia di un callboy, quindi di un uomo che di professione fa la prostituta.
Al contrario di quanto si possa credere, conoscendo l’argomento, qui non viene raccontata una storia erotica o di sesso, bensì, in modo silenzioso e sottinteso, la storia di due giovani, Franco ed Esse.
Buona lettura.
Ciao Dario e benvenuto tra le pagine di M Social Magazine. Cito testualmente: “Quanto può durare un sogno prima di diventare un incubo e svelare il mostro in attesa alla sua fine?” Raccontaci.
Ciao a voi e grazie per l’opportunità. Franco Toro vive la vita di successo: soldi, donne, belle macchine, lusso, un lavoro legato al divertimento. Questo è il sogno. Nulla è infinto, men che meno noi umani. Prestandosi soltanto ai piaceri, presto o tardi qualcuno porterà il conto. Questo è l’incubo.
“FRANCO TORO”, il tuo nuovo romanzo, è la storia di un callboy, quindi di un uomo che di professione fa la prostituta. Come nasce l’idea?
Ho voluto, al contrario del romanzo precedente, raccontare la storia di un giovane che ha a che fare con altri giovani o almeno con tate persone. Necessitavo di un agente adatto per descrivere il marcio nella società. Un escort, quindi qualcuno che si occupa solo dei lati piacevoli della vita, mi sembrava il vettore adatto.
Un romanzo in cui, non viene raccontata una storia erotica o di sesso, bensì,( in modo silenzioso e sottinteso) , la storia di due giovani, Franco ed Esse. Spiegaci
Raccontare una storia erotica o pornografica solo perché il protagonista è un sexworker, mi sembrava banale. Se Franco Toro fa quel lavoro, c’è un motivo. Mali estremi portano a estremi rimedi. L’amore fra due giovani è intenso nel piacere come nel dolore, e qui sto già quasi facendo spoiler… Ho voluto usare un personaggio feroce ed aggressivo per raccontare in verità quella storia silenziosa, che ha spinto il protagonista alle scelte (sbagliate) che ha preso.
Hai dichiarato che : “Non scorderò mai chi in questo mondo mi ha “buttato”, chi per primo ha voluto darmi una voce.” Allora io ti chiedo : “chi ha dato voce a Dario e come ricordi i tuoi inizi con la scrittura?”
A darmi voce è stato il premio Inedito, nel 2016. Più precisamente Valerio Vigliaturo, il direttore del premio nonché mio primo editore. Nella giuria allora sedeva pure il giallista Carlo de Filippis, che poi mi ha molto spronato. Per entrambi provo grande rispetto e simpatia. Gli inizi della scrittura invece furono meno rosei: porte in faccia, zero risposte, eccetera. Ma sono grato di quel passaggio difficile che mi ha reso testardo al punto da non mollare.