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‘Un Viaggio nel Magico’, i registi del concept album raccontano il progetto | INTERVISTA

Nasce come progetto accademico, cresce e diventa qualcosa di più. Qualcosa di ambizioso. Siamo a Milano, è il 2019 quando un gruppo di studenti del corso di laurea magistrale in Cinema, Televisione e New Media dell’università IULM riceve la possibilità di cimentarsi in un’avventura nuova e impegnativa. Si tratta di un vero confronto con la macchina creativa del cinema che parte dalla stesura di una sceneggiatura per affrontare poi la fase di produzione, le riprese e il montaggio. Al centro di tutto, come punto di partenza e di arrivo, la realizzazione di un concept album. Una storia da raccontare in undici videoclip ciascuno abbinato ai brani dell’album ‘Un Viaggio nel Magico’ del cantautore siciliano Simone Lo Porto.

Dopo uno stop dovuto al lockdown di inizio 2020, a fine settembre gli ingranaggi si sono messi in moto. In plancia di comando il prof. Emanuele Chiappa, al timone due giovani registi – Cristian Negretto e Attilio Tamburini – a capo di due troupe.

I registi

Cristian Negretto, classe 1993, ama il cinema in tutte le sue declinazioni. Adora il noir ma se dovesse scegliere il suo film preferito, punterebbe su un grande classico come ‘Blade Runner’. Attilio Tamburini, scopre in quel di Siena il Cinema Nuovo Pendola e si innamora della sala. Entrambi non possono fare a meno di guardare il mondo attraverso la macchina fotografica, si appassionano dietro la camera e con entusiasmo, anche durante la preparazione del concept album, hanno trainato le loro squadre durante le intense settimane di riprese.

‘Un Viaggio nel Magico’, registi alla prova

D: Come avete gestito la divisione dei ruoli per la formazione delle due troupe?

C.N.: Avevo già lavorato con alcune delle persone coinvolte nel progetto, così abbiamo fatto in modo di mantenere intatta la troupe dello scorso anno. Per il resto, abbiamo assegnato i ruoli a seconda delle affinità e dei reciproci interessi.

A.T.: Quando il professore referente ha proposto il progetto vi sono state molte adesioni e la direzione presa è stata quella del non escludere qualcuno. Le alchimie di gruppo hanno avuto la maggiore influenza sulla decisione finale.

D: In base a cosa vi siete divisi le scene del concept album?

C.N.: La prima scelta è stata fatta in base alle canzoni che più ci piacevano, di pari importanza la storia. Personalmente ho preferito girare in location diverse pensate per i vari video.

A.T.: Questa è stata una delle decisioni più difficili. Ha influito molto l’impostazione delle scene: ad esempio, le mie erano situazioni più intime e spesso abbiamo lavorato in interni. Avendo due direttori della fotografia abbiamo creduto che fosse sensato procedere in questo modo, così da ridurre al minimo le differenze di direzione in una narrazione unica. 

D: Era la prima volta che vi trovate a fare la regia di un videoclip?

C.N.: Avevo già seguito la realizzazione di videoclip ma in altri ruoli, mi affascinava l’idea di potere esserne il regista. In questo caso poi, si trattava di dirigere un concept album, in pratica una sfida nuova e accattivante.

A.T.: Per me non era la prima volta. Qualche anno fa, insieme a Fabrizio Matetich – uno degli sceneggiatori del progetto – ci siamo cimentati in una cover della canzone ‘Mardy Bum’ degli Arctic Monkeys. Eravamo alle primissime armi ma ci siamo divertiti tantissimo ed è stata una buona palestra.

D: Che differenze avete riscontrato rispetto ai precedenti progetti ai quali avete lavorato?

C.N.: Primariamente il dover dirigere gli attori e la loro recitazione non potendomi basare su dei dialoghi. Ottenere dunque il massimo attraverso i gesti, gli sguardi e contestualizzandoli nella storia.

A.T.: In realtà non molte, la mia impostazione lavorativa è rimasta simile. A parte il tener conto delle canzoni per la costruzione delle scene, ho cercato di mantenere un aspetto cinematografico. 

D: Qual è il video che avete preferito girare e perché?

C.N.: Sicuramente ‘Fiamma su fiamma’ grazie all’abbondanza di location che abbiamo avuto modo di sfruttare per il video, all’atmosfera che si è creata e ha reso il lavoro divertente. Spesso lo spirito sul set si sottovaluta ma al contrario è fondamentale.

A.T.: I video del concept album che ho preferito dirigere sono state le due parti di ‘Noir’, un videoclip determinate per il racconto. Prepararlo con le nostre bravissime attrici è stata un’esplosione emotiva. Senza contare che la loro esperienza per me è stata cruciale, dopo quel video mi sono sentito ‘più grande’.

D: Qual è stato un problema durante le riprese che una volta risolto vi ha dato soddisfazione?

C.N.: Un momento non semplice è stata la costruzione della scena del video ‘Bela Mirela’. Complicata per una serie di motivi per lo più tecnici che grazie alla bravura di tutta la troupe siamo riusciti a portare a casa. Alla fine, mi sono perfino stupito della qualità delle riprese.

A.T.: Direi tutti i problemi incontrati. Credo che questa domanda avrà una soluzione quando il lavoro sarà ultimato. La sfida più grande è stata quella della doppia troupe, mantenendo comunque la libertà artistica dei membri di ciascuna di esse. Alla luce di questo, credo che vedere il prodotto montato e completo sarà la risposta all’obiettivo che ci siamo posti: se lo raggiungeremo, sarà senza ombra di dubbio quella la soddisfazione più importante.