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Michela Andreozzi ospite di Sguardi Altrove Film Festival si racconta a M Social Magazine parlando del suo ruolo da regista e non solo! | INTERVISTA

Michela Andreozzi attrice, comica, commediografa, sceneggiatrice, regista e conduttrice radiofonica italiana, si è raccontata a noi di M Social Magazine in una bellissima intervista.

Nonostante i suoi impegni a teatro con lo spettacolo : “A letto dopo Carosello” e ospite di Sguardi Altrove Film Festival, è stata così gentile da ritagliarsi cinque minuti per fare due chiacchiere con la nostra testata.

Così durante la nostra intervista abbiamo toccato argomenti come la regia al femminile e di quale sarà l’approccio delle nuove generazioni nei confronti del mondo del cinema. “Per quanto riguarda la mai avventura nel mondo della regia”, racconta Michela, “è incominciata solo tre anni anni fa e mi sento ancora una esordiente”. Riferendosi poi alle nuove generazioni spiega: ” Sono sicura che ci daranno più soddisfazione di quelle che ci siamo presi noi.”

Ecco a voi la nostra chiacchierata. Buona Lettura.

Lunedì 26 Ottobre è stata protagonista insieme a Claudia Gerini di Sguardi Altrove Film Festival nella sezione Women to Watch a cura di Barbara Tarricone Hamilton.

Si è stata una chiacchierata tra amici, inoltre con Claudia siamo amiche e colleghe con cui ho tanti progetti insieme. Sguardi Altrove da sempre si occupa di dar spazio e voce alla regia femminile.

Da veterana oramai di questo ambiente, come vede le nuove generazioni alle prese con la regia?

Per quanto riguarda la regia il mio percorso è iniziato solo 3 anni fa, prima di questo ero solo un’attrice. Nel campo della regia mi sento ancora una esordiente, anche se sto preparando il mio terzo film. Per le nuove generazioni, sono fiduciosa e sono sicura che ci daranno più soddisfazioni di quelle che ci siamo presi noi e sono sicura che saranno più pronti e più preparati in questa interconnessione che da una parte è un limite sicuramente, dall’altra è un valore aggiunto, perché li mette in contatto con il resto del mondo, rispetto a quello che abbiamo fatto noi, che siamo stati una generazione lenta.

Durante un’intervista ha dichiarato che: “La femminilità nel cinema è un valore aggiunto.” Allora mi chiedevo, perché se è un valore aggiunto si fa ancora fatica a parlare di regia al femminile?

Non credo si faccia fatica. È più giusto dire che c’è ne sono poche e magari non si espongono, ma comunque stanno venendo fuori. Il problema è che si giudicano le opere di una donna regista dicendo: “La regia al femminile”, oppure “l’ha diretto una donna”. Si sottolinea sempre questo aspetto ovvero di che sesso è il regista. Vivremo in un mondo giusto quando si dirà “il regista o la regista”, giudicando il film per quello che è.

Il ruolo del regista è un ruolo importante che regala un’immagine quasi idilliaca e magica, proprio perché simbolo di creazione. La realtà però è tutt’altro he magico e semplice.

È un lavoro duro e non ha orari, vincoli e molto spesso le donne non riesco a seguire queste tempistiche perché per una donna è naturale accompagnare i bambini nella prima fase della crescita. Quindi se una giovane donna ha famiglia e vuole fare regia ha impegni particolarmente gravosi. È un lavoro anche fisico e qualsiasi regista che tu intervisterai ti dirà che è un lavoro muscolare. Sai il regista è il primo che arriva sul set e l’ultimo ad andare via. Nel frattempo devi avere un cervello che funzioni e non può staccarsi altrove. A fine giornata sei esaurito.

Il cinema ci dà l’opportunità di viaggiare nel tempo. Se la Michela di oggi potesse tornare dalla Michela che in punta di piedi si affacciava al mondo del cinema, cosa le consiglierebbe?

Di preoccuparsi di meno.

E alla donna e regista che sarà?

Di riposarsi e di andare in vacanza (Sorride).

Rosa Spampanato

Rosa Spampanato anni 38. Amante della scrittura. Articolista per M Social Magazine Articolista per il Quotidiano LaSicila Collaboratrice per il Magazine Cherrypress Collaboratrice per la Testata Giornalistica VanityClass Sezioni di Riferimento Cinema TV Musica