LIBRIUNO SGUARDO SU...

“Adelaide” di Antonella Ferrari | RECENSIONE


L’indole non conosce mode e tempi. Ognuno ha la sua, forte o ancora da strutturare, rimane quella in linea di massima. Nel peggiore dei casi la propria indole diventa dirompente, sovrasta sentimenti ed idee. Difficilmente si sottomette perché il carattere parla di noi ancora prima di aprire bocca. L’indole, o la troppa indole, imprigiona alcuni nelle dicerie che essa stessa crea sulla base di un mistero che si costruisce da voce a voce. Chi ha carattere ha anche charme, fascino, presenza, dovuti soprattutto alla scia di ciò che si dice nelle retrovie delle chiacchiere condite da verità e sentito dire. Fatto sta che gli animi dall’indole indomita, coraggiosa, sono trattati con riguardo, sono considerati più del dovuto e tenuti sott’occhio. Da loro i detrattori si aspettano un passo falso per riscattarsi da una posizione di inferiorità, per sentirsi come tutti gli altri. L’indole non è un vuoto a perdere, solo le anime forti conoscono la ballata dei turbamenti che essa comporta. E se questo appartiene alle donne allora tutto ha un’altra dimensione, visione, accettazione.

Nel romanzo Adelaide di Antonella Ferrari entri nella mentalità di una nobildonna dell’Ottocento di Chieti che anticipa i tempi in ogni suo aspetto. Nubile, ricca, non bella, coraggiosa, determinata, Adelaide è una donna libera. Aderisce alla Carboneria e in prima persona ordisce e organizza strategie, insieme ai fratelli ed alcuni amici, per ottenere quell’eguaglianza che pone tutti sullo stesso livello. Certo, è una donna privilegiata, è in vantaggio rispetto alle altre di condizione sociale diversa dalla sua, ma ha dei limiti che a Londra si palesano senza obiezioni di sorta ai suoi occhi. Adelaide Mayo però è coraggiosa, spregiudicata e a Chieti, nella sua vita da provinciale, si sente sicura, protetta dal suo blasone, dalle riverenze, dalle comodità, dal rispetto. La sua indole sovrasta tutti pur essendo morigerata nelle apparenze ed indomita nelle scelte e nel carattere.Il romanzo è scritto su due piani temporali distinti, ma quello dell’Ottocento è predominante. La storia della famiglia di Adelaide è piena, ricca, forte, particolare tanto da far passare il lettore nelle stanze del palazzo Mayo per scrutare quello che è stato lasciato sospeso. E lo immagini, lo respiri, e resti zitto per non disturbare i passi della storia che avanzano anche quando tutto tace.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.