LIBRIUNO SGUARDO SU...

“La strada davanti a me” di Giancarlo Nicoletti | RECENSIONE

Il silenzio assorbe paure. In realtà, immagazzina troppe cose i più delle volte spiacevoli. Si tace per nascondere la verità, per aggiustare i pensieri e accettarli per come sono. Ci si rifugia nel silenzio anche per trovare protezione. Il silenzio è un a zona franca. Nessuna parola può uscire fuori se la riservatezza, la timidezza, l’incapacità di parlare al momento giusto, guastando lo slancio di un eventuale confronto. Certo, il silenzio spesso aiuta ad uscire dall’imbarazzo. Ma non facilita i rapporti con la gente e quelli con i propri innamorati. A volte, ci si infila nelle strette ferite del silenzio quando le cose non vanno bene. Se poi si parla di famiglia con un carico di responsabilità che annulla i sogni e spegne i sorrisi, allora cercare il silenzio per trovare una parte smarrita di se stessi è il comportamento più normale e caldo a cui ci si abbandona. Le situazioni vanno avanti incagliandosi nella quotidiana abitudine e non si può essere impeccabili in ogni circostanza. I sentimenti non si programmano, si agisce di pancia quando macini, anche senza risorse, problemi, contrattempi e decisioni affrettate. I sentimenti puliti, veri, autentici, crescono  come la magia di credere nelle cose belle e la famiglia è una di queste. Bisogna solo guardare aventi, dritto. Ognuno trova la propria strada.

Ne La strada davanti a me di Giancarlo Nicolettipercorri il trambusto emotivo di un uomo che è messo di fronte alle sue responsabilità di padre. Un cambiamento avvenuto in tempi brevi che lo porta a fare quello che può, sulla base delle sue capacità e dell’inesperienza, per essere un padre presente ed attento. Non è facile, soprattutto quando cala il silenzio tra moglie e marito. Quando si fanno avanti paura, ansia, responsabilità e cambiamenti si usa il tempo in modo diverso cercando di far quadrare i conti, non far mancare nulla alla famiglia.Vorresti dilatare il tempo, metterci dentro tutto quello che non riesci a fare. Eppure, si sottrae sempre qualcosa ad essa per il suo bene. Ed ecco che il protagonista percorre una strada che lo riporta alle risposte ed alle certezze smarrite per delle imprevedibili cadute.

Intimo lo stile narrativo, quasi fosse una confessione per ritrovarsi e ritrovare l’amore. La storia scivola su un registro emotivo così fitto che il lettore va avanti pagina dopo pagina con discrezione per non rovinare quello che il protagonista racconta mettendo in luce le sue fragilità.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.