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Mr. Rain, una tempesta d’emozioni che odora di “Petrichor” per trovare l’equilibrio | RECENSIONE

Una seduta terapeutica, per esorcizzare quella duplicità che smuove i nostri corpi: Mr. Rain lancia un forte messaggio psicologico dietro alla sua terza fatica dal titolo “Petrichor”, ovvero quell’essenza profumata che coincide con la sua condizione atmosferica ideale, la pioggia. E’ proprio quell’odore sulla terra asciutta che ispira l’artista lombardo, che si nasconde fra le sue mura interiori per le 10 hit autoprodotte e lanciate la scorsa settimana con successo dalla Atlantic Records/Warner Music.

Anticipato dal doppio platino de “Fiori di Chernobyl”, l’EP segue il fil rouge della pioggia, corollario necessario che condiziona la sua solitudine e fragilità, ma che viene equilibrata sempre da un barlume di luce e speranza che echeggia verso il finale con quel “Ricominciare da me”. Nella tempesta, Mr. Rain scorge i suoi drammi, dagli amori perduti (“9.3”, “Meteoriti”) ai muri familiari durante l’infanzia (“A forma di origami” , il cui video è uscito due giorni fa ) fino allo scarto sanremese della sua pepita discografica “Fiori di Chernobyl” ricordato in “Non fa per me”, mantenendo un’armonia fra realtà e fantasia così come un ritmo ormai collaudato ed empatico che sta avvolgendo la sua discografia da qualche anno. Non manca però un tocco di hip hop puro, lasciato nelle note dissacranti di “Non fa per me”, così come nei tratti introspettivi di “Nemico di me stesso” assieme al talentuoso rapper americano Hopsin. Un lato da lui definito “dormiente”, ma che non viene intaccato dalle basi orchestrali e dai testi fra rap e pop, in grado di raggiungere collaborazioni con la cantautrice britannica Birdy in “Non c’è più musica” e con J-Ax nell’ultimo singolo – fuori album – “Via da qua”. Riconoscimenti importanti per un’artista rimasto fin troppo ai margini della scena musicale per una propria scelta artistica ma che a 30 anni profumano di consacrazione vera e propria, in attesa di ulteriori certificazioni…





Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).