“Un’analisi di ‘Valérie’ di Maria Cristina Impagnatiello”

Alcuni individui traggono energia esclusivamente dagli altri, senza mai attingere alle proprie risorse interiori. Le loro vite, forse stagnanti, soffocano persino il desiderio di cambiamento, di nuove prospettive. Tutto rimane invariato, inerte, privo di vitalità. Chi si accontenta, chi manca di ambizione, chi elude le responsabilità, sceglie l’anonimato, perdendosi la ricchezza dell’esperienza. Questi individui, pur percependo una certa mancanza, credono di possedere una qualità rara: la leggerezza. Senza il peso delle decisioni, vivono con nonchalance, immuni dalle preoccupazioni che precedono ogni scelta. Evitare le responsabilità e vivere spensieratamente è, per costoro, la filosofia di vita. L’apatia permea le loro esistenze, ignorando che la curiosità arricchisce l’esperienza e l’animo. Il successo o l’insuccesso sono irrilevanti; conta solo l’impegno. Tuttavia, alcuni, pur ammirando la bellezza mutevole del paesaggio, bramano sicurezze immediate, evitando la fatica della ricerca dei propri sogni. Nel romanzo “Valérie” di Maria Cristina Impagnatiello, incontriamo l’anima di un uomo che si lascia trasportare dagli eventi senza mai essere protagonista attivo. Rimane imperturbabile anche nelle tempeste, come un quadro che offre una visione distaccata dell’esistenza. Si lascia guidare dall’istinto, adattandosi passivamente alle circostanze. Non è spinto dalla sete di scoperta, assorbendo passivamente tutto ciò che lo circonda senza lasciare traccia del proprio percorso. Scrive per recuperare frammenti di sé e della sua Valérie. La vita, con la sua drammaticità, si manifesta nel respiro, che diventa rabbia, approvazione, rassegnazione, desiderio, alla ricerca di un’essenza che l’apatia non può offrire. La prosa è intima, lo stile narrativo compatto e ricco di emozioni palpabili ed evanescenti, come in una galleria d’arte, dove ogni quadro conduce a una dimensione diversa. Si è tutto e il suo contrario. La storia e la scrittura penetrano profondamente, impossessandosi del lettore. Alla fine, ci si pone innumerevoli domande, desiderando essere tra le innumerevoli impressioni che gli occhi catturano osservando la vita.