TELEVISIONE

Amici, debutto boom per il serale con classiche polemiche

Amici è come il vino, più invecchia e più è buono (?) : a brindare al successo, dopo i classici dubbi di anacronismo televisivo, ci pensa il direttore di Canale 5, Giancarlo Scheri, capace di dare ancora una volta le chiavi del sabato sera in mano a Maria De Filippi e di festeggiare questa mattina il travolgente successo. I numeri parlano chiari, al netto delle disparità di palinsesto fra i competitors: 6.051.000 spettatori e il 28.74% di share (32.15% sul pubblico attivo), con picchi di oltre 7.000.000 di spettatori e del 42% di share, con una media del 51% sui giovani 15-24 anni. In pratica un boom senza storie, anche fra le diverse edizioni del talent show, in grado di ergersi a miglior esordio di sempre. Ma a chi dare i meriti? Ragazzi, professori, padrona di casa o epoca storica? Forse tutto, dosato in piccole quantità (con buona pace dell’intramontabile conduzione perfetta di Maria). Perché la componente più contestuale – coprifuoco e clausura forzata – ha già giocato brutti scherzi al Festival di Sanremo ma ha anche stabilizzato milioni di giovani davanti al televisore; i componenti artistici hanno sì un appeal social sempre più eloquente, ma carenze qualitative che emergono a gran voce sotto i post del programma; infine i professori e i giudici sono presenze fisse nel loro ruolo stereotipato – dai cattivissimi “Zerbi – Celentano” alle samaritane “Cuccarini – Arisa” passando per le appannate a rigor di team e di tempo a disposizione “Pettinelli – Peparini” – e nelle loro deboli considerazioni, prettamente emotive anziché tecniche sulle sorti del talento.

In particolare le cattedre dei professori hanno monopolizzato la serata, creando un duello rusticano ideologico senza eguali, appannando completamente le esibizioni dei giovani in gara a mere rappresentazioni di sé, a strumenti eterei e incorruttibili rispetto agli altri. Ne è derivato così una distorsione di giudizio da parte della giuria composta da Stefano De Martino, Emanuele Filiberto e Stash, dapprima accondiscendente sul rigetto del primo guanto di sfida lanciato dalla Celentano nei confronti di Rosa su un pezzo reputato troppo squilibrato da Lorella Cuccarini – un ballo classico mascherato su note del can can – e poi molto straniante sul salvataggio della ragazza napoletana e di Martina, a discapito di Gaia – finita con l’eliminazione dinanzi al compagno di squadra Tancredi – e di Raffaele – andato in sfida finale con Esa ma poi vincitore. Scelte, insomma, molto criticate dalla platea casalinga, che han gridato sotto molteplici post di Amici al reintegro della modalità di televoto – inconciliabile secondo le regole della trasmissione che va in onda registrata – e alla poca credibilità nei confronti del vero talento. Non sono mancati poi commenti negativi proprio sull’invadenza dei professori, quest’anno particolarmente aggressivi verso i ragazzi in gara e con pochi termini di sportività ad eccezione di Arisa anche poco prima del giudizio finale della giuria.

Ci troviamo quindi di fronte a un format tv, giunto alla sua ventesima edizione che ha il dono di scorrere piacevolmente, con poche interruzioni esterne – ieri sera Pio e Amedeo e Sabrina Ferilli – e continuare a creare conversazione, condivisione e punte di competitività fra i nuovi teenager, trascurando per il momento l’oggettività da parte dei professori delle esibizioni ancor prima degli interpreti, talvolta criticabili, talaltre meritevoli di un lungo applauso.

Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).