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“Il pasticciere del re” di Anthony Capella | RECENSIONE

La sicurezza, prima o poi, vacilla. Quando, poi, subentrano fattori che nulla hanno a che fare con la tua responsabilità, allora si sfarina. Tentare di tenere in vitale certezze parrebbe superfluo, se è chiara la fine che gli spettano. Certo, correre ai ripari per rimettersi in piedi è normale, ovvio. Eppure, c’è sempre un prezzo da pagare.Lo comprendi quando perdi il sapore per quello che ti piaceva. Ti convinci che hai bisogno di qualcosa di diverso, di nuovo, per sentire la freschezza di tutto quello che ti appare per la prima volta. Se non ce la fai a decidere, a seguire quello che la tua mente ti imponeanche attraverso ciò che riconosci come segnali di cambiamento, sarà la fiducia in te stesso a darti la spinta.Puoi anche lasciare la certezza di una vita agiata, di potere e di successo, ma la consapevolezza di essere padroni di se stessi non ha pari e può rimetterti in carreggiata verso strade sconosciute ed imprevedibili.Dipendere da qualcuno, dai loro stati d’animo, o da qualcosa, come i venti della politica, non fa bene a chi riconosce il valore delle proprie capacità che, a volte, per partire e farle apprezzare hanno bisogno di una mano.

In Il pasticciere del re di Anthony Capella entri a corte, nei palazzi reali di Francia e dell’Inghilterra. Lo sfarzo e lo splendore in ogni suo aspetto lascia senza parole così come gli intrighi, i tradimenti, le manipolazioni, per mantenere potere e privilegi. Siamo nel 1670. Alla corte inglese di Carlo II Stuart c’è molta tensione. La sorella del re, sposa del fratello del re Sole, è morta, a Versailles, in circostanze sospette. Re Carlo è diventato un monarca infelice e segue un lutto molto stretto e severo. Dalla Francia, per riconquistare i favori del re triste, Luigi XIV spedisce a Londra un giovane italiano, un gelataio, e una giovane nobile decaduta che diventerà la favorita del re Carlo. Sarà lei, la regina di fatto anche se ha la corona, a prendere le decisioni più importanti in politica al posto di un pigro sovrano che riprenderà a riassaporare i piaceri della vita. I gelati del pasticciere non solo saranno una novità assoluta, ma saranno anche lo strumento per stringere alleanze e pilotare decisioni politiche incerte. C’è chi conquista la sua sicurezza e non intende perderla sminuendo anche la propria dignità e chi, invece, abbandona ciò che ha faticato per ottenere per rinsaldare le proprie capacità.

Bellissima la narrazione. Il romanzo storico è sorprendente non solo nel racconto, ma anche nello stile di scrittura. Il lettore si trova sempre in un crescendo di emozioni e nulla è scontato anche quando la prevedibilità sembrerebbe prendere piede. Ma è solo impressione perché il romanzo stupisce in ogni suo aspetto.   

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